Pedicularis elongata

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Pedicolare gialla
Pedicularis elongata subsp. julica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOrobanchaceae
TribùPedicularideae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaOrobanchaceae
GenerePedicularis
SpecieP. elongata
Nomenclatura binomiale
Pedicularis elongata
A. Kern., 1870

La pedicolare gialla (nome scientifico Pedicularis elongata A. Kern., 1870) è una pianta parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (elongata) indica una infiorescenza allungata.[5][6]

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico austriaco e professore all'Università di Vienna Anton Kerner von Marilaun (Mautern (Bassa Austria), 12 novembre 1831 – Vienna, 1898) nella pubblicazione "Zeitschr. Ferdinand. Tirol. III. xv. (1870) 260" del 1870.[7]

Queste piante sono alte da 15 a 35 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono inoltre piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][8][9][10]

Le radici, spesso fusiforme, grosse e carnose, si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.

La parte aerea del fusto è ascendente o eretta. La superficie del fusto è percorsa da due linee di peli, mentre nella parte basale è più o meno irsuta e ingrossata.

Le foglie hanno un contorno lineare-lanceolato a forma pennatosetta con segmenti profondamente dentati. La superficie è percorsa da 1 - 2 righe di peli, mentre nel resto è glabra. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 7 – 10 cm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono delle spighe capitate con fiori distanziati e peduncolati. Alla base di ogni fiore sono presenti delle brattee fogliacee. Alla maturazione l'infiorescenza si allunga. Le brattee dell'infiorescenza (anche queste a forma pennatosetta) sono glabre/villose con segmenti dentellati.

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti).

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[8]
  • Calice:il calice è gamosepalo con cinque denti diseguali (la base del calice è un tubo campanulato) e con superficie glabra/villosa (è cigliato sui denti e peloso all'interno); i denti del calice sono simili ai segmenti delle foglie (crenati sui bordi) e sono meno lunghi del tubo calicino. Lunghezza del calice: 8 – 12 mm.
  • Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte; il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco sottile e allungato; quello inferiore è patente con tre lobi ottusi. Il colore della corolla è giallo-sulfureo. Lunghezza della corolla: 14 – 19 mm. Lunghezza del becco: oltre 5 – 6 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[11]
  • Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[11]
  • Fioritura: da giugno a luglio (agosto).

Il frutto è una capsula loculicida bivalve a forma compresso-globosa (a maturità è più lunga del calice di 2 – 3 mm). I semi sono pochi a forma angolosa.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[12][13]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.

Le tre sezioni del genere

La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[10]

  • Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
  • Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
  • Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.
Gruppo di Pedicularis tuberosa

La specie P. elongata appartiene alla sez. Rhyncholophae; all'interno di questa sezione fa parte del Gruppo di Pedicularis tuberosa formato dalle seguenti specie (oltre a quella di questa voce): Pedicularis tuberosa L. e Pedicularis ascendens Schleich. ex Gaudin. Nella "Flora d'Italia" di Pignatti a questo gruppo appartiene anche la specie Pedicularis julica E. Mayer (Pedicolare delle Alpi Giulie) considerata attualmente un sinonimo di Pedicularis elongata subsp. julica (E. Mayer) Hartl [14] I caratteri distintivi di questo gruppo sono il colore giallo della corolla con il becco allungato e il comune numero cromosomico. Per la distinzione delle specie all'interno del gruppo, importante è il rapporto tra la lunghezza dei denti rispetto alla parte tubulosa del calice (vedi disegno a parte).[15] Le specie di questo gruppo sono delle entità ben separate sia dal punto di vista geografico che quello ecologico. Spesso tra queste specie si formano degli ibridi.[10]

Il numero cromosomico di P. elongata è: 2n = 16.[16].

Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[17]

Per questa specie sono riconosciute le due seguenti sottospecie:[10][15][18]

Sottospecie elongata

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[15])
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae

Sottospecie julica

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[15])
  • Nome scientifico: Pedicularis elongata subsp. julica (E. Mayer) Hartl, 1961.
  • Nome comune: Pedicolare delle Alpi Giulie.
  • Basionimo: Pedicularis julica E. Mayer
  • Descrizione: le brattee dell'infiorescenza sono villose; il calice, lungo 8 – 10 mm, è villoso; la corolla è lunga 14 – 18 mm e termina con un becco sottile.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Sud Est Alpico.
  • Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova solamente nelle Alpi Orientali. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Austria (Länder della Carinzia) e in Slovenia.[15]
  • Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini anche rocciosi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[15]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1500 fino a 2200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.
  • Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerion variae

Questa pianta può facilmente ibridarsi con Pedicularis rostratocapitata Crantz presente nello stesso areale.[10]

Altre notizie

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La pedicolare gialla in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Längahriges Läusekraut
  • (FR) Pédiculaire allongèe
  1. ^ Pedicularis elongata, su The Plant List. URL consultato l'11 luglio 2015.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag.294.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 giugno 2015.
  5. ^ David Gledhill 2008, pag.152.
  6. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'11 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2010).
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 luglio 2015.
  8. ^ a b Judd, pag. 496.
  9. ^ Strasburger, pag. 852.
  10. ^ a b c d e Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 594.
  11. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 237.
  12. ^ Strasburger, p. 850.
  13. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  14. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 25 giugno 2015.
  15. ^ a b c d e f g h i j Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 266.
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato l'11 luglio 2015.
  17. ^ McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.
  18. ^ a b c Conti et al. 2005, pag. 140.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 236.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato l'11 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 266.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 594, ISBN 88-506-2449-2.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).

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