Vola colomba/Papaveri e papere

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Disambiguazione – "Papaveri e papere" rimanda qui. Se stai cercando il varietà trasmesso da Rai 1 nel 1995, vedi Papaveri e papere (programma televisivo).
Vola colomba
singolo discografico
ArtistaNilla Pizzi
Pubblicazione1952
Dischi1
Tracce2
GenereMusica leggera
EtichettaCetra DC 5465; ristampa 45 giri (1958) SP 172
Formati10"
Nilla Pizzi - cronologia
Singolo successivo
(1952)

Vola colomba/Papaveri e papere è un singolo di Nilla Pizzi.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

In entrambe le canzoni la cantante è accompagnata dall'orchestra del maestro Cinico Angelini.

Risultò il terzo disco più venduto di quell'anno[1].

Nel 1958 venne ristampato in formato 45 giri (SP 172)

I brani[modifica | modifica wikitesto]

Vola colomba[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Vola colomba.

Vola colomba è un brano musicale composto da Bixio Cherubini e da Carlo Concina, vincitore del Festival di Sanremo 1952 nell'interpretazione di Nilla Pizzi.

Il brano fu un successo anche sull'onda della questione del ritorno di Trieste all'Italia,[2] e contiene numerosi riferimenti al capoluogo della Venezia Giulia, quali "inginocchiato a San Giusto", "lasciavamo il cantiere" (essendo Trieste sede di cantieri navali) e "il mio vecio" per indicare il padre nel dialetto triestino.

Nel corso degli anni la Pizzi ha reinciso più volte la canzone in vari album e singoli, con nuovi arrangiamenti.

Nel corso della sua apparizione al Festival di Sanremo 2010 la cantante ha eseguito il ritornello di Vola colomba[3] dimostrando di avere ancora un'intonazione perfetta e di aver mantenuto la sua caratteristica voce bruna e ferma[4].

Papaveri e papere[modifica | modifica wikitesto]

Papaveri e papere è un brano musicale composto da Mario Panzeri, Nino Rastelli e Vittorio Mascheroni, classificatosi al secondo posto del Festival di Sanremo 1952 nell'interpretazione di Nilla Pizzi.

Si tratta di un motivo allegro che sotto l'apparente demenzialità nasconde una satira politica verso i potenti, i "papaveri alti alti", mentre le papere simboleggiano coloro costretti a sottostare al potere. La canzone riscosse un successo grandissimo, viene tradotta in quaranta lingue (addirittura in cinese, con il titolo Pappa piccolino) e fruttò agli autori la cifra di quaranta milioni di lire in diritti d'autore[5]. Venne incisa anche da Bing Crosby, Eddie Constantine, Yves Montand e Beniamino Gigli.

Per quanto riguarda l'esecuzione del festival è da ricordare la voce di Mario Bosi, che imitava quella di Paperino. Secondo Gigi Vesigna, «Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia Cristiana».[6] L'immagine dei papaveri svettanti su un campo di grano e simboleggianti il Partito Comunista Italiano attraversati da un grande paio di forbici nell'atto di tagliarli venne usata dai Comitati Civici della Democrazia Cristiana per i manifesti elettorali di quell'anno.[7]

Nel 1973 I Cugini di Campagna incidono la versione del brano per la compilation Piccola storia della Canzone Italiana (RAI Radiotelevisione Italiana, 0205-0206).

La versione della canzone, interpretata Cristina Paltrinieri nel secondo volume di Filastrocche canzoncine e ninne nanne, è usata come sigla dell'omonimo programma andato in onda nel 1995 su Rai 1 con Pippo Baudo e Giancarlo Magalli.

Incisioni e interpretazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hit Parade Italia - Top Annuali Single: 1952, su www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 30 novembre 2022.
  2. ^ Vedi pag. 80 Giampaolo Valdevit, Trieste Storia di una periferia insicura, Bruno Mondadori, 2004, ISBN 88-424-9182-9
  3. ^ Alessandra Vitali, Il ripescaggio salva Pupo e Scanu. Sul palco la regina Nilla Pizzi., la Repubblica, 18 febbraio 2010. URL consultato il 19 febbraio 2010.
  4. ^ Le ragazze di Sanremo, e Nilla (la Levi Montalcini della canzone)[collegamento interrotto], La Stampa, 19 febbraio 2010. URL consultato il 19 febbraio 2010.
  5. ^ Enzo Giannelli, Panzeri Mario, in Gino Castaldo (a cura di), Dizionario della canzone italiana, Armando Curcio, 1990, p. 1279.
  6. ^ Gigi Vesigna, Sanremo è Sanremo, Sperling & Kupfer, 2000.
  7. ^ Luca Romano e Paolo Scabello, C'era una volta la DC: Breve storia del periodo degasperiano attraverso i manifesti elettorali della Democrazia cristiana, edizioni Savelli, 1975.

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