Pancratium maritimum
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Giglio di mare | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Ordine | Liliales |
Famiglia | Liliaceae |
Genere | Pancratium |
Specie | P. maritimum |
Nomenclatura binomiale | |
Pancratium maritimum L. | |
Nomi comuni | |
giglio di mare, narciso di mare o pancrazio |
Il giglio di mare (Pancratium maritimum L.) è una pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae[1], che cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi del Mar Mediterraneo e del Mar Nero.
Può essere anche coltivato come pianta ornamentale.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Pancratium viene dal greco παν (pan, "tutto") e κρατυς (cratys, "potente") in allusione alle supposte virtù medicinali. Maritimum viene dal latino "mare", per via del suo habitat costiero.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Pancratium maritimum è una pianta perenne bulbosa, con fusto alto sino a 40 cm e ampie foglie lineari.
I fiori, da 3 a 15, bianchi e lunghi fino a 15 cm, sono riuniti in infiorescenze ad ombrella; si aprono tra luglio e ottobre. I fiori hanno un profumo intenso e persistente di giglio, che diventa percepibile principalmente durante le notti d'estate senza vento.
Il frutto è una capsula contenente semi neri lucidi di forma irregolare. [senza fonte]
Ecologia[modifica | modifica wikitesto]
Pancratium maritimum è impollinato, per impollinazione incrociata, dalle falene della famiglia Sphingidae, tra cui la sfinge del convolvolo. Questi insetti visitano il fiore solo quando la velocità del vento è inferiore a 2 metri al secondo.[2] In alcune aree geografiche l'impollinazione può essere mediata da piccoli rettili, come p.es. Podarcis lilfordi nelle isole Baleari [3].
I semi sono molto leggeri e galleggiano, cosicché la disseminazione avviene sia tramite il vento che attraverso le correnti marine.[4]
La specie produce diversi alcaloidi tra cui licorina, maritidina, licoramina e galantamina.[5]
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Cresce sui litorali sabbiosi del Mar Mediterraneo e del Mar Nero, dal Portogallo, Marocco e le Isole Canarie fino a est in Turchia, Siria, Israele e Caucaso. Può essere osservato anche nella Bulgaria meridionale e nel nord della Turchia e sulle coste della Georgia nel Mar Nero, dove la specie è minacciata di estinzione. È anche naturalizzato nel sud della California, nelle Bermuda e nelle isole Azzorre.[senza fonte]
In Italia lo si può osservare sulle dune costiere di tutte le regioni salvo il Friuli-Venezia Giulia. In particolare da occidente a oriente è presente in Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, specialmente nella fascia ionica, Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia, specialmente nel Salento, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna e Veneto.
Facilmente coltivabile, ma richiede una posizione molto soleggiata e un terreno sabbioso molto ben drenato. Ha bisogno di estati calde per indurre la fioritura, mentre una fioritura timida può avvenire in climi più freschi. Tollera temperature fino a circa -5°. La propagazione avviene per seme o divisione dopo la fioritura. Piantine possono fiorire nel loro terzo o quarto anno di vita.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Il nome ebraico per il fiore è חבצלת החוף (khavatselet ha-Khof), strettamente legato alla rosa di Sharon (khavatselet ha-Sharon - חבצלת השרון), menzionata nel Cantico dei Cantici. Dal momento che la pianta cresce sulla pianura di Sharon della costa del Mar Mediterraneo, si suppone che il passo biblico possa fare riferimento a questo fiore.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Pancratium maritimum, in The Plant List. URL consultato il 27 settembre 2015.
- ^ (EN) Eisikowitch D. and Galil J., Effect of Wind on the Pollination of Pancratium maritimum L. (Amaryllidaceae) by Hawkmoths (Lepidoptera: Sphingidae), in Journal of Animal Ecology, vol. 40, n. 3, 1971, pp. 673-678.
- ^ (EN) Perez-Mellado, V., Ortega, F., Martin-Garcia, S., Perera, A., Cortazar, G., Pollen load and transport by the insular lizard Podarcis lilfordi (Squamata Lacertidae) in coastal islets of Menorca (Balearic Islands, Spain) (XML), in Israel Journal of Zoology, vol. 46, 2000, pp. 193-200.
- ^ (EN) Grassi F., Cazzaniga E., Minuto L., Peccenini S., Barberis G., Basso B., Evaluation of biodiversity and conservation strategies in Pancratium maritimum L. for the Northern Tyrrhenian Sea, in Biodiversity & Conservation, vol. 14, n. 9, 2005, pp. 2159–2169.
- ^ (EN) Youssef D.T.A., Frahm A.W., Alkaloids of the Flowers of Pancratium maritimum, in Planta Med, vol. 64, n. 7, 1998, pp. 669-670.
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