Nakajima Ki-19

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Nakajima Ki-19
L'N-19 marche J-BACN, conversione civile del Ki-19 in dotazione all'agenzia di stampa Dōmei Tsushin
Descrizione
Tipobombardiere
Equipaggio5
CostruttoreBandiera del Giappone Nakajima
Data primo voloagosto 1937
Utilizzatore principaleBandiera del Giappone Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu
Esemplari4
Dimensioni e pesi
Lunghezza15,0 m
Apertura alare22,0 m
Altezza3,65 m
Superficie alare62,69
Carico alare113,5 kg/m²
Peso a vuoto4 750 kg
Peso carico7 150 kg
Propulsione
Motore2 radiali Nakajima Ha-5
Potenza890 hp (660 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max352 km/h a 3,050 m (10,000 ft)
Velocità di crociera300 km/h
Autonomia4 000 km
Tangenza8 760 m (28 740 ft)
Armamento
Cannoni3 Type 89 calibro 7,7 mm
Bombe1 000 kg
Notedati riferiti alla versione militare Ki-19

i dati sono estratti da Japanese Aircraft, 1910-1941[1]

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Il Nakajima Ki-19 (中島 キ19?, Ki-jyukyu) fu un bombardiere, bimotore e monoplano ad ala bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica giapponese Nakajima Hikōki KK nei primi anni trenta e rimasto allo stadio di prototipo.

Realizzato per sostituire il Mitsubishi Ki-1 nei reparti di bombardamento tattico della Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu, la componente aerea dell'Esercito imperiale giapponese, ad una valutazione comparativa non riuscì a superare il Mitsubishi Ki-21, di conseguenza il suo sviluppo venne cancellato. Uno dei quattro prototipi costruiti trovò impiego nel servizio civile, prima convertito in aereo postale e poi utilizzato dalla Dōmei Tsushin, l'agenzia di stampa ufficiale dell'Impero giapponese.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 1936 il Kōkū Hombu, l'allora ministero dell'aviazione del Giappone, nell'ambito di un programma atto a modernizzare i velivoli in dotazione all'Esercito imperiale, emise una specifica per la fornitura di un nuovo bombardiere destinato a sostituire in servizio il Mitsubishi Ki-1. Tra le caratteristiche richieste il nuovo modello doveva essere in grado di trasportare un carico di oltre 750 kg di bombe da caduta, raggiungere una velocità massima di 400 km/h e avere un'autonomia di 5 ore di volo alla velocità di crociera di 300 km/h.

Alla richiesta risposero la Nakajima e la Mitsubishi Jūkōgyō con due progetti dalla simile impostazione, entrambi bimotori e monoplani, rispettivamente il Ki-19 e il Ki-21.

L'ufficio tecnico della Nakajima, diretto dal capo progettista Kenichi Matsumura assistito da Setsuro Nishimura e Toshio Matsuda, riversarono nel nuovo progetto l'esperienza acquisita con i modelli bimotore già studiati per l'azienda, lo statunitense Douglas DC-2 destinato al mercato interno di trasporto aereo civile del quale la Nakajima aveva acquistato una licenza di produzione, e il Nakajima LB-2, un bombardiere a lungo raggio basato a terra proposto senza successo alla Marina imperiale giapponese e riconvertito come aereo commerciale.[1]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera del Giappone Giappone

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera del Giappone Giappone
solo in prove di valutazione

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Mikesh e Abe 1990, p. 221.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) René J. Francillion, Japanese Aircraft of the Pacific War, 2nd edition, London, Putnam & Company Ltd., 1979 [1970], ISBN 0-370-30251-6.
  • (EN) Robert C. Mikesh, Shorzoe Abe, Japanese Aircraft 1910-1941, London, Putnam Aeronautical Books, 1990, ISBN 0-85177-840-2.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • (PL) Leszek A. Wieliczko, Nakajima Ki-19 i Mitsubishi Ki-21 - ciężkie dwusilnikowe bombowce nowej generacji, in Lotnictwo, nr 6, 2012, pp. 88-98, ISSN 1732-5323 (WC · ACNP).

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