Tachikawa Ki-70

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Tachikawa Ki-70
Descrizione
Tipoaereo da ricognizione
Equipaggio3
CostruttoreBandiera del Giappone Tachikawa
Data ordine1939
Data primo volo1943
Utilizzatore principaleBandiera del Giappone Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu
Esemplari3
Dimensioni e pesi
Lunghezza14,50 m
Apertura alare17,80 m
Altezza3,46 m
Superficie alare43,0
Peso a vuoto5 895 kg
Peso carico9 855 kg
Peso max al decollo10 700 kg
Propulsione
Motore2 radiali Mitsubishi Ha-104M
Potenza2 070 hp (1 544 kW) a 1 000 m (3 300 ft) ciascuno
Prestazioni
Velocità max580 km/h (513 kt)
Velocità di crociera490 km/h (263 kt) a 5 400 m (17 717 ft)
Velocità di salitaa 5 000 m (16 400 ft) in 5 min
Autonomia2 480 km (1 340 nmi)
Tangenza11 000 m (36 100 ft)
Armamento
Mitragliatriciuna Type 89 calibro 7,7 mm
una Ho-103 Type 1 calibro 12,7 mm
Notedati relativi al prototipo motorizzato Ha-104M

i dati sono estratti da:
Japanese Aircraft of the Pacific War[1]

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Il Tachikawa Ki-70 (キ70?), al quale venne assegnato dagli alleati il nome in codice Clara[2], fu un aereo da ricognizione veloce bimotore, triposto e monoplano ad ala bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica giapponese Tachikawa Hikōki KK nei primi anni quaranta e rimasto allo stadio di prototipo.

Destinato a sostituire il precedente Mitsubishi Ki-46 nei reparti da ricognizione aerea della Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu, la componente aerea dell'Esercito imperiale giapponese, non riuscì ad esprimere prestazioni superiori al modello che avrebbe dovuto rilevare in servizio ed il suo sviluppo venne interrotto.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel marzo 1939 il Kōkū Hombu, l'allora ministero dell'aviazione del Giappone, emise una specifica per la fornitura di un nuovo modello adatto a missioni di fotoricognizione aerea ad alta quota le cui caratteristiche permettessero di superare le prestazioni in velocità e raggio d'azione della precedente specifica del 1937 alla quale stava lavorando la Mitsubishi Jūkōgyō e che si sarebbe concretizzata nel Mitsubishi Ki-46 che volò nel novembre di quello stesso anno.[3][4]

A tale scopo venne contattata la Tachikawa Hikōki, il cui ufficio tecnico elaborò il disegno relativo ad un velivolo bimotore, monoplano ad ala bassa, con carrello d'atterraggio retrattile caratterizzato da un'ala a profilo laminare, dalle ampie finestrature in fusoliera per agevolare i compiti dei tre membri dell'equipaggio e dalla coda dall'impennaggio bideriva per ottimizzare il campo di tiro della postazione difensiva affidata al mitragliere posteriore. Per la propulsione si fece affidamento ad una coppia di motori radiali 18 cilindri doppia stella Mitsubishi Ha-104M che dai dati teorici, grazie alla disponibilità di una potenza di 1 900 hp (1 417 kW) ciascuno, avrebbe consentito di raggiungere una velocità di 647 km/h (circa 350 kt) a una quota di 5 400 m (17 717 ft).[4]

La fase di sviluppo e la costruzione dei tre prototipi previsti procedette piuttosto lentamente, tanto che il primo di questi fu completato solamente nel febbraio 1943. Le prove in volo, effettuate nel corso dell'anno, rivelarono che il modello era affetto da alcuni problemi insanabili dovuti a una massa più elevata del previsto, con l'ala laminare gravata da un eccessivo carico che si ripercuoteva sulle caratteristiche di volo; durante le prove, inoltre, l'aereo riuscì a raggiungere una velocità massima di soli 604 km/h, inferiore di 26 km/h a quella raggiunta dalla variante Ki-46-III.[4]

Nel tentativo di ovviare al problema il terzo prototipo venne equipaggiato con una coppia di motori Mitsubishi Ha-211-I Ru da 2 200 hp (1 641 kW) dalla medesima architettura, ma essendo questi ancora gravati da problemi di affidabilità venne deciso di abbandonare lo sviluppo del progetto.[4]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera del Giappone Giappone
utilizzato solo in fasi di valutazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francillon 1970, pp. 257-258.
  2. ^ Mikesh e Abe 1990, p. 285.
  3. ^ Francillon 1979, p. 196.
  4. ^ a b c d Francillon 1970, p. 257.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) René J. Francillon, Japanese Aircraft of the Pacific War, London, Putnam & Company Ltd., 1970, ISBN 0-370-00033-1.
  • (EN) René J. Francillon, Japanese Aircraft of the Pacific War, 2nd edition, London, Putnam & Company Ltd., 1979 [1970], ISBN 0-370-30251-6.
  • (EN) Robert C. Mikesh, Shorzoe Abe, Japanese Aircraft 1910-1941, Annapolis MD, Naval Institute Press, 1990, ISBN 1-55750-563-2.
  • (EN) Giuseppe Picarella, Japanese Experimental Transport Aircraft of the Pacific War, New York, Mushroom Model Publications, 2011, ISBN 83-61421-41-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]