Nadia Bala

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Nadia Bala
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Pallavolo paralimpica
Società Polisportiva Qui Trecenta
Carriera
Nazionale
2015-2020Bandiera dell'Italia Italia
Statistiche aggiornate al 20 marzo 2023

Nadia Bala (Rovigo, ...) è un'atleta paralimpica e attivista italiana, ambasciatrice del sitting volley e atleta della nazionale femminile italiana.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuta nel mondo della pallavolo sin da bambina, inizialmente come giocatrice e successivamente anche come arbitro. Nel 2013, in seguito a degli episodi epilettici, scopre di essere affetta da malformazione artero-venosa cerebrale,[2] una malttia congenita rara che le causa una paraparesi degli arti inferiori, e inizia ad usare una sedia a rotelle per spostarsi.[3] Nel 2014, un anno dopo la prima crisi epilettica, fonda l’associazione “Vinci l’epilessia”, di cui diventa anche presidente.[4] Nel 2015 fonda la prima squadra di sitting volley del Veneto[1] e, in virtù del lavoro svolto nella promozione di questo sport, la Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV) la nomina Commissario Provinciale del Sitting Volley per la provincia di Rovigo.[5] Nello stesso anno viene convocata in Nazionale, con la quale nel 2016, durante il torneo di qualificazione paralimpica in Cina, ottiene la prima storica vittoria del sitting volley italiano.[6][7] Nel dicembre 2017 la FIPAV la nomina Ambasciatrice del Sitting Volley italiano.[8]

Nel 2018 pubblica il libro "Ruote alate - Senza confini", scritto a quattro mani con Alberto Cristini, i cui proventi sono destinati all’acquisto di attrezzature sportive per sport paralimpici.[9] Nell'estate del 2021 la RAI la chiama a condurre Record - Oltre l'impossibile, programma televisivo andato in onda su Rai 2 durante i Giochi della XXXII Olimpiade a Tokyo.[10][11]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2020 dà alla luce il figlio Francesco.[12] Nell'ottobre del 2021 Bala si laurea in diritto dell’economia presso l'università di Padova con una tesi sull’inclusione sociale, al 2023 è iscritta a un corso di laurea in giurisprudenza. Lavora presso la direzione amministrativa territoriale della ASL di Rovigo.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Cristini e Nadia Bala, Ruote alate senza confini, La Ruota, 2019, ISBN 978-88-99660-97-0, OCLC 1238147825. URL consultato il 20 marzo 2023.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Sono un’atleta, ma anche di più: Nadia Bala si racconta, su RedattoreSociale.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  2. ^ Sitting Volley, l’Italia di Nadia dà la caccia a, su La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita. URL consultato il 17 aprile 2023.
  3. ^ Snap Italy, Nadia Bala: «Il Sitting Volley mi ha aiutata a non sentirmi vittima della mia disabilità», su Snap Italy, 22 dicembre 2017. URL consultato il 20 marzo 2023.
  4. ^ Redazione, Nadia Bala, su Non Sprecare, 31 luglio 2022. URL consultato il 20 marzo 2023.
  5. ^ Nadia Bala oltre la frontiera dell’epilessia: ora è comissario Fipav, su incodaalgruppo.gazzetta.it. URL consultato il 17 aprile 2023.
  6. ^ Sitting Volley: L'Italia femminile in Cina per conquistare Rio, su corrieredellosport.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  7. ^ Sitting: la strada azzurra per Rio passa dalla Cina, su incodaalgruppo.gazzetta.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  8. ^ Sitting Volley: Nadia Bala nominata testimonial del Sitting italiano, su Corriere dello Sport.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  9. ^ Federica Boniolo, Conosciamo Nadia Bala e "Ruote alate", libro scritto con Alberto Cristini, su itRovigo, 30 ottobre 2018. URL consultato il 20 marzo 2023.
  10. ^ Eugenio Peralta, La programmazione tv di Rai2 e RaiSport per le Olimpiadi di Tokyo, su Volley News, 20 luglio 2021. URL consultato il 20 marzo 2023.
  11. ^ Nadia Bala stella dell'Olimpiade in tivù nel programma di Rai 2 "Record", su www.ilgazzettino.it, 5 agosto 2021. URL consultato il 20 marzo 2023.
  12. ^ Roberta Resnati, Fiocco azzurro anche in casa Sitting Volley, Nadia Bala è diventata mamma, su Volley News, 22 aprile 2020. URL consultato il 20 marzo 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]