Morte di Salvador Allende

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La morte di Salvador Allende è avvenuta l'11 settembre 1973, presso il Palacio de la Moneda di Santiago del Cile. La dipartita dell'allora presidente cileno è correlata al colpo di stato attuato da Augusto Pinochet, comandante in capo dell'esercito del Cile, il quale prese il potere del paese e istituì la Giunta militare cilena.[1]

Monumento dedicato alla memoria di Salvador Allende

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Allende divenne presidente in seguito alle elezioni presidenziali in Cile del 1970[2], in quanto membro di spicco di Unità Popolare, l'alleanza dei partiti di sinistra. Una volta al governo portò avanti il suo progetto politico, noto come Via cilena al socialismo, il cui obiettivo era quello di giungere gradualmente alla creazione di una società socialista, democraticamente tramite delle riforme, piuttosto che in maniera dispotica come avvenuto nei paesi dove vigeva l'autoritarismo, ad esempio l'Unione Sovietica. Il suo governo si impegnò nella nazionalizzazione delle principali industrie private del Cile e in una radicale campagna di riforma agraria. Il suo programma politico prevedeva inoltre l'introduzione del divorzio, sovvenzioni per favorire la scolarizzazione, aumento delle pensioni, l'istituzione del salario minimo, la sospensione del debito estero e altre manovre atte a migliorare la qualità della vita dei cittadini appartenenti alle classi meno abbienti.[3]

Tuttavia le manovre politiche di Allende attirarono l'attenzione delle potenze straniere, in particolare degli Stati Uniti d'America, i quali avevano stabilito diversi interessi commerciali in Cile. Ciò avvenne mediante la fondazione di imprese multinazionali di proprietà statunitense, le quali vennero nazionalizzate dal governo socialista cileno.[4] Mentre in Asia gli americani erano stati costretti ad accettare l'avanzata del socialismo, in seguito al riconoscimento internazionale della Cina maoista e alla sconfitta subita nella Guerra del Vietnam; il colosso nordamericano mal sopportava il dilagare degli ideali marxisti in America Latina, considerata sin dai tempi della Dottrina Monroe, come il cortile di casa degli Stati Uniti. A Washington, il Consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger, dichiarò che seppur affermatasi con metodi democratici, la deriva comunista in Cile andasse fermata, per evitare il ripetersi di un'altra Cuba, il cui presidente Fidel Castro risultava essere un estimatore proprio del capo di stato cileno.[5] Il governo della Casa Bianca, presieduto da Richard Nixon, si mise rapidamente all'opera emanando un embargo nei confronti del Cile e finanziando i diretti oppositori politici di Allende,[6][7] i quali nell'agosto del 1973, arrivarono addirittura a invocare l'intervento delle forze armate, per porre termine al governo socialista, da loro accusato di aver violato la costituzione nazionale e i valori della democrazia.[8] Tali manovre facevano parte del Progetto FUBELT, un piano organizzato dalla CIA in collaborazione con i più influenti capitalisti cileni, per compromettere i progetti di Allende e organizzare un golpe contro il suo governo.[9]

Il colpo di stato e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Alle ore 9.00 di martedì 11 settembre 1973, cominciarono i disordini a Santiago del Cile. Ben presto il palazzo presidenziale venne attaccato dall'esercito, agli ordini del generale Augusto Pinochet; capo militare cileno, grande ammiratore dell'autocrate spagnolo Francisco Franco, a sua volta fiero anticomunista.[10] Dieci minuti più tardi, il presidente Salvador Allende tramite l'emittente Radio Magallanes, pronunciò il suo ultimo discorso alla nazione, di cui le frasi più emblematiche:

“Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro Paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo. La storia li giudicherà”

“Starò sempre insieme a voi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!”

Intorno alle ore 10.30 il presidente ricevette presso il proprio ufficio, una chiamata telefonica dal traditore Pinochet. Il generale gli ordinò di arrendersi, promettendogli l'esilio come via di fuga, se si fosse consegnato di sua spontanea volontà entro mezz'ora. Tuttavia Allende rifiutò la proposta, essendo intenzionato a preservare la sua integrità morale fino all'ultimo.[11] Secondo la versione ufficiale, poco più tardi il leader socialista dopo aver pronunciato l'emblematica frase: Allende non si arrende! imbracciò il proprio fucile AK 47 regalatogli da Castro e si sparo in testa, suicidandosi.[12] Alle ore 14:00 il suo corpo venne rinvenuto privo di vita.[13]

Tuttavia secondo un'altra versione in voga, Allende non sarebbe morto per mano sua, ma sarebbe stato vittima di una raffica di colpi sparatigli dai soldati golpisti inviati da Pinochet.[14] Un'indagine condotta nel 2011 sui resti dell'ex presidente cileno, sembrerebbe avvalorare tale ipotesi.[15] Altre indagini condotte nel medesimo periodo convalidano invece la congettura del suicidio[16], gettando ulteriore mistero in un evento storico già di per sé molto controverso. Malgrado tali dispute, quella del suicidio resta la versione oggi maggiormente accreditata ed è riconosciuta valida dalla Corte suprema dell'attuale Repubblica del Cile.[17]

La salma di Allende non ebbe celebrazione religiosa e venne interrata in un cimitero di Viña del Mar, città della Regione di Valparaíso, dopo un funerale laico e in forma anonima. Soltanto nel 1990 dopo la caduta della dittatura militare, i resti del defunto leader socialista, sono potuti tornare a Santiago e da quel momento rimangono custoditi nel cimitero monumentale della città.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://tg24.sky.it/mondo/2023/09/11/golpe-cile-11-settembre-1973#04
  2. ^ https://www.raicultura.it/storia/accadde-oggi/Salvador-Allende-presidente-del-Cile-34d77363-b9fd-4382-88e6-92c3e950ddb7.html
  3. ^ https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/il-sogno-di-salvador-allende-paxljb7z
  4. ^ https://valori.it/multinazionali-americane-golpe-cile-allende-1973/
  5. ^ https://www.ilgiornale.it/news/storia/laltro-11-settembre-guerra-sotterranea-kissinger-e-allende-2208007.html
  6. ^ https://www.corriere.it/cultura/leparole/biografie/allende_b6eaa802-8a50-11e1-a379-94571f4a698e.shtml
  7. ^ https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/Cile_50_anni_dopo_colpo_Stato.html
  8. ^ https://contromaelstrom.com/2013/08/21/22-agosto-1973-in-cile-le-forze-reazionarie-preparano-il-terreno-al-golpe-fascista/
  9. ^ https://postidavisitare.com/wiki/progetto-fubelt
  10. ^ https://www.ciakclub.it/el-conde-storia-vera-augusto-pinochet-film-netflix/
  11. ^ https://www.farodiroma.it/cile-11-settembre-1973-lultimo-discorso-di-salvador-allende-il-presidente-sognatore-amico-di-fidel-castro-e-dei-poveri/
  12. ^ https://ilmanifesto.it/il-presidente-allende-non-si-arrende
  13. ^ https://fondazionefeltrinelli.it/category/anniversariocile/
  14. ^ https://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/232-crisi/70796-allende-fu-ucciso.html
  15. ^ https://www.doppiozero.com/salvador-allende-fu-assassinato
  16. ^ https://www.ilpost.it/2011/07/20/salvador-allende-si-suicido/
  17. ^ https://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/cile_allende_corte_suprema_moneda-248664.html
  18. ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/11/mio-padre-el-chico.html

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]