Monumento ai caduti (Pozzuoli)

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Monumento ai Caduti di Pozzuoli
AutoreVincenzo Puchetti
Data28 giugno 1931
MaterialePietra trachitica della Solfatara (basamento)
Pietra calcarea di Bisceglie, Marmo (gruppo scultoreo)
Dimensioni750×1450×650 cm
Ubicazionelargo Giacomo Matteotti, Pozzuoli
Coordinate40°49′17.25″N 14°07′19.44″E / 40.821457°N 14.122067°E40.821457; 14.122067
Map

Il monumento ai caduti della città di Pozzuoli è ubicato nei pressi di Porta Napoli, e venne realizzato per commemorare i 202 soldati puteolani caduti durante la prima guerra mondiale.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento, che in realtà è una fontana commemorativa, fu inaugurato il 28 giugno 1931, alla presenza della duchessa Elena d'Aosta e dal politico Nicola Sansanelli, già Segretario del P.N.F.[2]
L'opera fu commissionata già nel 1923 allo scultore Filippo Cifariello, che aveva già realizzato un memoriale a Bitonto.[1] Ma quell'opera fu giudicata dal regime fascista come un oltraggio ai caduti, in quanto sminuiva la vittoria sull'Impero austriaco. Inoltre alcuni cittadini ne denunciarono l'alto costo di realizzazione e la mancanza di un concorso pubblico per la realizzazione.[1] Il concorso fu indetto nel 1928, ma vi si richiedeva la partecipazione dei soli artisti residenti nella Provincia di Napoli.[2] Inoltre l'opera sarebbe stata «solo una copia di un monumento di un'altra città».[1] Nel 1926 il comune di Pozzuoli dovette interrompere anche i rapporti con lo scultore Ettore Sannino, a cui era intenzionato ad affidarne la realizzazione, anche perché a Napoli da qualche anno era nato il Sindacato Fascista Artisti Napoletani, che tutelava gli interessi dei suoi oltre 90 iscritti.[3]
Il concorso fu vinto dall'artista Vincenzo Puchetti, formatosi al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli ed allievo di Luigi De Luca.[3] Per la realizzazione dell'opera ebbe un compenso di 50 000 lire.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è costituita da un basamento di pietra trachitica, ricavata dalla vicina solfatara[2], su cui è stata eretta l'intera struttura, avente la parte centrale in pietra di Bisceglie su cui è stata murata la lapide riportante l'epigrafe composta da Alessandro Criscuolo:[2]

«Forti nella vita
Epici svlle Alpi e svl mare
Nella storia eterni
Pozzvoli Madre
svperba di essi è memore
»

La lapide epigrafa originale crollò nella notte tra il 30 e 31 dicembre del 1983 a causa del bradisismo flegreo e fu ricollocata il 4 novembre 1984.[4]
Ispirata ai simboli del fascismo, nella parte alta della struttura trovano posto due aquile che sorreggono due scudi, uno in cui sono raffigurati i sette galli dell'emblema comunale di Pozzuoli, mentre nell'altro c'è il simbolo del littorio. Ai due angoli sono collocati sei fasci romani, annodati in basso da foglie di quercia ed alloro. Sui lati minori dei pilastri sono riportati i nominativi dei caduti e le date di inizio e fine del primo conflitto mondiale.[2]
L'esedra è collegata alla vasca da due figure virili semidistese, appoggiate ad otri da cui fuoriesce l'acqua che alimenta la fontana. La statua di sinistra è con il capo chino, gli occhi chiusi e la fronte accigliata, rappresenta l'Isonzo e la disfatta di Caporetto,[5] mentre la statua di destra con atteggiamento pensoso, testa alta e pugno chiuso, rappresenta il Piave e la Vittoria.[2]

Nuovo millennio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2021, in occasione del centenario del milite ignoto, si è tenuto l'evento conclusivo dell'iniziativa del comune di Pozzuoli E se fosse tuo padre, tuo nonno o il tuo bisnonno?, un lungo lavoro di un team di storici dedito alla ricerca dei familiari dei caduti puteolani incisi sulla lapide, a cui non fu mai consegnata la medaglia d'onore.[6][7] Durante i lavori di ricerca, tra i nominativi incisi sulla lapide risultò esserci il soldato Oreste Verdone,[8] che in seguito ad ulteriori ricerche presso l'Archivio di Stato di Napoli si appurò essere il nonno dell'attore Carlo Verdone,[9] la cui famiglia già da tempo stava effettuando ricerche in proprio nelle città campane di Napoli, Nola e Caserta.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Nappi, p. 116.
  2. ^ a b c d e f g Nappi, p. 114.
  3. ^ a b Nappi, p. 115.
  4. ^ Allegoria della Vittoria come aquila, su catalogo.beniculturali.it, Catalogo generale dei Beni Culturali. URL consultato il 26 settembre 2022.
  5. ^ Fontana con raffigurazione dei fiumi Isonzo e Piave, su catalogo.beniculturali.it, Catalogo generale dei Beni Culturali. URL consultato il 26 settembre 2022.
  6. ^ Mauro Finocchito, Guerre mondiali, venerdì cerimonia in memoria dei militi puteolani portati alla luce da una ricerca storica e consegna dei riconoscimenti ai loro familiari, su comune.pozzuoli.na.it, 5 aprile 2022. URL consultato il 26 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2022).
  7. ^ Giuseppe Picciano, Pozzuoli, il Comune cerca i familiari dei caduti nella Seconda guerra mondiale, su repubblica.it, 5 novembre 2021. URL consultato il 26 settembre 2022.
  8. ^ Carlo Verdone: "Devo molto a Napoli. Mi piace tutto, anche il mangiare", su napolitoday.it, 25 maggio 2022. URL consultato il 26 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2022).
  9. ^ Carlo Verdone: "Ho scoperto di avere origini napoletane. Mio nonno era nato a Pozzuoli", su napolitoday.it, 18 giugno 2021. URL consultato il 26 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2022).
  10. ^ Francesco Manno, Verdone: "De Laurentiis non si schioda da Napoli. No al dialetto partenopeo: non sarei in grado", su areanapoli.it, 25 maggio 2022. URL consultato il 26 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2022).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]