Montespaccato

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Montespaccato
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Comune Roma Capitale
Territorio
Coordinate41°54′11″N 12°23′19″E / 41.903056°N 12.388611°E41.903056; 12.388611 (Montespaccato)
Superficie0,5181 km²
Abitanti30 523 (2020)
Densità58 913,34 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale00166
Prefisso06
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montespaccato
Montespaccato

Montespaccato (già Borgata Fogaccia) è una frazione di Roma Capitale (zona "O" 13)[1], situata nel suburbio S. IX Aurelio, nel territorio del Municipio Roma XIII (ex Municipio Roma XVIII). Sorge tra la via di Boccea e la via Aurelia, nella zona urbanistica 18c Fogaccia, internamente e a ridosso del Grande Raccordo Anulare.

Si espande lungo l'attuale via Cornelia che nulla ha a che vedere con l'antica via Cornelia, una delle strade più antiche di Roma il cui destino resta ancora per la maggior parte sconosciuto. Di essa si sa solo che fu una strada alternativa alla via Aurelia (il percorso è quasi parallelo ed in parte sovrapposto) che partiva dall'attuale zona dell'Ospedale S. Spirito fino a raggiungere la campagna romana fino all'antica città Caere (attuale Cerveteri)[2].

Gli abitanti del quartiere sono soliti suddividere colloquialmente la zona in tre parti: Monte (l'anello di via Enrico Bondi e via Antonio Pane), Valle (la valle che percorre la via Cornelia) e Caserma (la zona intorno a Largo Re Ina dove ora c'è la caserma dei Carabinieri, una volta casa del Fascio).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Serbatoio in piazza Cornelia in una foto degli anni '50
Il ministro dei Lavori Pubblici Giovanni Giuriati visita la tenuta Fogaccia nel 1929
Pietro Fogaccia

L'area su cui sorge l'attuale Montespaccato era posta nel vasto Agro Romano con la presenza di fattorie e piccole ville rurali, similmente alle vicine Primavalle e Casalotti, con l'assenza di grandi opere monumentali come nella zona sud ed est della Roma antica. L'antica Via Cornelia, di cui rimangono solo vaghe tracce, attraversava il territorio lungo un percorso che oggi è ricalcato in gran parte da via di Boccea.

Dove oggi sorge la piazza Cornelia, in particolare nel cortile della parrocchia Santa Maria Janua Coeli, sono state rinvenute delle strutture, portate alla luce durante i lavori per la costruzione d'alcuni parcheggi sotterranei. SI tratta, probabilmente, di un cimitero cristiano dei primi secoli dell'era volgare. I Romani, pagani e cristiani, seppellivano i propri defunti fuori della cinta muraria, lungo le vie consolari. In quel punto passava probabilmente la consolare Cornelia e le sepolture vennero, quindi, allineate lungo l'antico tracciato.

La presenza di un pozzo lascia presagire la pratica del refrigerium, ovvero una pratica diffusa presso i romani che accompagnavano il defunto fino al luogo di sepolture con canti e banchetti in onore della persona deceduta. Dopo la caduta dell'Impero romano tutta la zona cadde in abbandono per la malaria e per le scorribande dei barbari, rimanendo praticamente disabitata per molti secoli.

La borgata attuale ebbe le prime tracce di insediamento moderno negli anni venti, sui terreni lottizzati dal conte Pietro Fogaccia e su appezzamenti del Vaticano. Fino alla fine degli anni cinquanta il Fogaccia, che possedeva una villa sulla via di Acquafredda (attuale via Nazareth), procedette a ulteriori lottizzazioni, fino a far assumere al comprensorio l'aspetto di un insediamento urbano. All'inizio del 1929 la tenuta fu visitata dall'allora ministro dei Lavori Pubblici Giovanni Giuriati per l'apertura della locale Casa del fascio. Nel 1937 venne realizzato un percorso sperimentale di strada guidata a cura dell'ingegner Gaetano Ciocca sull'attuale via di Acquafredda.

Nella piazza Cornelia è presente, oltre ad un edificio dei primi del '900 e alla parrocchia di Santa Maria Janua Coeli, la torre serbatoio che raccoglieva l'acqua proveniente dall'Acquedotto del Peschiera. La chiesa fu aperta al culto il 30 marzo 1941, quando il cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani celebrò la prima messa alla presenza dei fedeli della borgata: fu lo stesso prelato a dare il nome all'edificio religioso, traducendo in latino il nome di Madonna del Paradiso, dopo di che sia la tenuta che la borgata vennero erette a parrocchia di Roma. Il primo parroco fu don Andrea Capo.

Nel 1945 il Comune di Roma cambiò il nome della borgata in Montespaccato. Negli anni del secondo dopoguerra la borgata fu popolata da immigrati provenienti da altre parti d'Italia che costruirono edifici privati spesso senza regolamentazione, il che ha creato una serie di problemi legati principalmente al traffico. Nonostante ciò la borgata rimane in parte distaccata dal tessuto urbano circostante proprio per la presenza di edifici mono e bifamiliari che le fanno assumere l'aspetto di un "piccolo paese".

Nel febbraio 1959, durante i lavori per la costruzione del G.R.A. furono ritrovati i resti di un elefante preistorico (Elephas antiquus), noto come “Il mammuth della Borgata Fogaccia”.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

La caserma dei Carabinieri a Largo Re Ina nel 1954 ex Casa del Fascio
Ora Stazione di Comando dei Carabinieri di Montespaccato.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Santa Maria Janua Coeli nel 1954
Progettata dall'architetto Tullio Rossi e ricavata da una vecchia costruzione preesistente. Parrocchia eretta il 25 marzo 1941 con il decreto del cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani "Postulat salubre fidelium".

Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

Via Vallelunga nei primi anni '50

Servita da mezzi di trasporto pubblico sin dagli anni '40, fino agli anni '70 era presente solo la linea ATAC 346 che partiva da piazza Irnerio ed arrivava sino a piazza Cornelia (con poche corse giornaliere). Dagli anni '80, con la pavimentazione stradale che ha ricoperto tutta la viabilità principale, è raggiunta dalle linee ATAC 980, 981, 983 e 985, provenienti dall'Ospedale San Filippo Neri e dall'omonima fermata FL3, dal Policlinico Gemelli, Balduina, Circonvallazione Cornelia, la stazione Battistini della linea A della metropolitana, stazione di Roma Aurelia e l'ospedale San Giovanni Battista al castello della Magliana.

Dal 2006 è servita anche da uno svincolo del Grande Raccordo Anulare, che porta direttamente nel centro del quartiere.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Zona O 13, Montespaccato.
  2. ^ La via Boccea/Cornelia: le monografie di Leopoldo Silli, in Primavalle in Rete, 11 gennaio 2018. URL consultato il 20 marzo 2018.
  3. ^ primavalleinrete, Il mammut di Montespaccato, su Primavalle in Rete, 10 aprile 2017. URL consultato il 6 giugno 2022.
  4. ^ Scheda squadra Montespaccato - Tuttocampo.it, su tuttocampo.it. URL consultato il 22 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Roma - XVIII Municipio, Montespaccato, 60 anni di storia, Roma, Edigrafica Aldina, 1994.
  • Pietro Fogaccia, Strade della toponomastica Capitolina, dove era un deserto nel 1917, Roma, Tipografia del Senato, 1957.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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