Mole Antonelliana

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Coordinate: 45°04′08″N 7°41′35″E / 45.068889°N 7.693056°E45.068889; 7.693056
Mole Antonelliana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTorino
IndirizzoVia Montebello 20, Torino
Coordinate45°04′08.33″N 7°41′35.66″E / 45.06898°N 7.69324°E45.06898; 7.69324{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Informazioni generali
CondizioniCompletato
Costruzione1863-1889
Inaugurazione10 aprile 1889
Stilearchitettura eclettica
UsoMuseo
AltezzaAntenna/guglia: 167,50 m
Ascensori1
Realizzazione
ArchitettoAlessandro Antonelli, Costanzo Antonelli
ProprietarioComune di Torino

La Mole Antonelliana è il monumento simbolo della città di Torino. Situata nel centro storico, quasi a ridosso del quartiere Vanchiglia, essa prende il nome dall'architetto che la concepì, Alessandro Antonelli. Raggiunge un'altezza di 167,5 metri,[1] perciò è attualmente ancora l'edificio più elevato[2] del profilo centrale urbano di Torino, malgrado le polemiche tuttora in corso sulla costruzione del Grattacielo Intesa Sanpaolo e del Grattacielo della Regione Piemonte.

Per lungo tempo, la Mole fu anche la costruzione in muratura più alta d'Europa; tuttavia, nel corso del Novecento delle importanti ristrutturazioni rinforzarono la struttura con del cemento armato e con travi di acciaio, per cui non può più considerarsi una struttura esclusivamente in muratura.
Al suo interno oggi ha sede il Museo Nazionale del Cinema, che solo nell'anno 2008 fu visitato da 532.196 persone, risultando così uno dei musei più frequentati.[3]

La struttura

Interno della cupola: l'ascensore panoramico

La forma del monumento è particolare e unica, frutto di un'azzardata e singolare tecnica architettonica ottocentesca.
La massiccia parte inferiore in muratura è a base quadrata e di dimensioni maggiori rispetto ai moduli sovrapposti. L'ingresso della struttura è evidenziato da un pronao esastilo con colonne in stile neoclassico e l'austerità dei prospetti del basamento è scandita da pilastri alternati a semicolonne e stemperata da ampie superfici vetrate nel registro superiore. La copertura è a falde ripetute su tutti i lati che si raccordano al modulo centrale suddiviso in due registri; in quello sottostante vi è il loggiato che presenta 20 colonne per ciascun lato, mentre quello superiore è caratterizzato da vetrate semicircolari. Entrambi i registri riportano vistose cornici marcapiano.

Al di sopra del basamento si eleva la grande cupola, caratterizzata dalla volta allungata con pareti convesse in muratura autoportante. Essa è formata da una sorta di guscio costituito da pareti perimetrali inconsuetamente sottili (appena 12 cm di spessore) separate tra loro da un'intercapedine di 2 metri.

La cupola è sovrastata da una struttura denominata "tempietto" che ripropone il tema sottostante del colonnato. Essa è posta a metà altezza, a quota 85,24 m ed è raggiungibile mediante un elevatore senza guide fisse, che risale dal centro dell'atrio sottostante, dando ai visitatori una panoramica interna della cupola a 360 gradi. Di forma quadrata, la struttura è sorretta da due ordini di 6 colonne per lato ed è disposta su due piani ma l'accesso ai turisti è consentito soltanto a quello sottostante.

Sopra la struttura mediana di si staglia la lunga guglia, costituita da una cuspide assai sviluppata in altezza che si ispira all'architettura neogotica. Per tal motivo, fu giudicata un bizzarro tentativo di mediare tra forme neoclassiche e neogotiche, miste alle innovazioni tecnologiche del tempo. Già lo stesso Antonelli sperimentò l'impiego del ferro, sfruttato in tutte le sue potenzialità strutturali, senza però tralasciare il linguaggio architettonico tradizionale. La guglia venne successivamente rinforzata con l'impiego dell'acciaio a seguito del rovinoso nubifragio del 1953. Il resto della guglia, oggi inaccessibile ai turisti, termina poi con 3 terrazzini circolari a 8 colonne, sovrastati da altri 3 analoghi in metallo e altri 6 piccoli circolari in cemento armato, fino alla stella a 12 punte posta in cima.

Storia

1863-1869: da 47 al progetto di 113 metri

La Mole era stata inizialmente concepita come nuovo tempio israelitico
Specimen del verso della moneta da 2 centesimi di euro coniata in Italia e raffigurante la Mole Antonelliana

La costruzione della Mole iniziò nel 1863. Nel 1848, con la promulgazione dello Statuto Albertino da parte di Carlo Alberto era stata concessa la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche. La comunità ebraica torinese acquistò il terreno nella zona chiamata, all'epoca, "contrada del cannon d'oro" (l'attuale via Montebello), per erigere un nuovo tempio con annessa scuola. Il progetto originale prevedeva un edificio alto 47 metri.[4] La scelta di Antonelli come architetto però, si rivelò infelice per la comunità ebraica, perché questi propose una serie di modifiche che prevedevano l'innalzamento della costruzione a 113 metri, ben oltre i 47 metri proposti inizialmente per la cupola. Tali modifiche, l'allungamento dei tempi di costruzione e i maggiori costi, risultarono sgraditi alla comunità ebraica che nel 1869, per mancanza di fondi, fece quindi terminare i lavori con un tetto piatto provvisorio a circa 70 metri di altezza.

Sin dalla sua costruzione, l'opera soffrì di problemi strutturali, data la dimensione areale relativamente ridotta della base e il notevole peso che doveva sopportare. Il terreno di Via Montebello su cui sorge, fu un antico bastione di mura della città, fatto demolire per ordine di Napoleone Bonaparte all'inizio dell'Ottocento, rendendo quindi il terreno più instabile. Già lo stesso Antonelli, in pieno avanzamento lavori, dovette concepire un intelligente sistema di catene di contenimento, tiranti in ferro e intreccio di archi in mattoni. Si trattava, in pratica, di un significativo rinforzo strutturale ottenuto con accorgimenti tecnici atti a gravare in modo trascurabile sulla struttura.

Nel 1873 la comunità israelita, delusa da tutti questi problemi e costi aggiuntivi, barattò l'opera con il Comune di Torino, che cedette ad essa un terreno in quartiere San Salvario, per costruire l'attuale sinagoga, e che si fece carico dei costi di ultimazione della Mole (circa 40.000 lire di allora), per dedicarla al re d'Italia Vittorio Emanuele II.

1873 - 1888: da 113 a 163 metri

Alessandro Antonelli riprese i lavori nel 1873, sempre con una serie di modifiche in corso d'opera (ispirandosi alla terminazione appuntita neogotica di un'altra sua importante opera precedente, la cupola della Basilica di San Gaudenzio, simbolo di Novara), portò l'altezza complessiva fino a 146 e poi fino 163,35 metri (la statua del genio alato, posta successivamente, le fece raggiungere i 167,5 metri[5]), facendola diventare così l'allora edificio in muratura più alto del mondo[senza fonte] e, per tal motivo, fu chiamata Mole; perse questo primato il 23 maggio 1953, quando la guglia originaria crollò e il titolo passò quindi alla Philadelphia City Hall, alta solo mezzo metro meno della Mole.

Nel 1884 la Città di Torino ospitò la prestigiosa fiera artistica dell'Esposizione universale; per questo evento, nonostante la punta della Mole fosse ancora in costruzione, una piccola mongolfiera della ditta Gondrand proponeva un viaggio in cima al prezzo di 5 lire.

Poi, il terremoto di Torino del 23 febbraio 1887, sebbene di lieve entità, fece emergere ulteriori problemi strutturali, che fecero apportare continue modifiche durante la fase sua finale di costruzione, per consentire al terreno di completare senza danni il processo di consolidamento sotto carico.

1889-1904: con il genio alato (angelo) 167,5 metri

Antonelli lavorò con dedizione alla Mole fino alla sua morte, avvenuta nel 1888; diventò leggendaria quella sorta di rudimentale ascensore azionato da una carrucola che portava il quasi novantenne architetto a diverse decine di metri d'altezza per verificare personalmente lo stato dei lavori. Ma egli non riuscì a vederne mai il completamento; la punta della guglia fino a 163 metri fu soprattutto curata dal figlio, Costanzo Antonelli, e dal suo allievo, Crescentino Caselli, che in quello stesso periodo si stavano altresì occupando del consolidamento del campanile della Chiesa di Santo Stefano a Venezia.

La Mole fu quindi inaugurata il 10 aprile 1889, con la posa sulla guglia di una statua raffigurante un grande genio alato con una stella sulla testa, alto complessivamente circa 4 metri e colorato in oro[6], che i torinesi identificarono con un "angelo", e portando quindi tutta l'altezza complessiva della Mole a 167,5 metri.

Una volta inaugurata, la Mole divenne la sede del Museo del Risorgimento. L'architetto Annibale Rigotti decorò successivamente gl'interni tra il 1905 e il 1908. Fu anche una delle prime costruzioni ad essere illuminata di notte, all'epoca attraverso lampade a gas.

11 agosto 1904: la caduta del genio alato (angelo)

La statua del genio alato, collocata sulla punta del monumento, venne abbattuta da un nubifragio, probabilmente da un fulmine, il giorno 11 agosto 1904, rimanendo però prodigiosamente in bilico sul terrazzino sottostante, malgrado le sue tre tonnellate di peso; la statua è stata conservata, è visibile all'interno della Mole e viene regolarmente scambiata per quella di un angelo.

La Mole Antonelliana e le Alpi

1905: la stella

Al posto del genio alato, l'anno dopo fu posta una stella a cinque punte, pressoché di forma simile a quella originale sulla testa del genio, di circa quattro metri di diametro, ad opera dell'ingegner Ernesto Ghiotti, l'allora capo dei lavori pubblici del Comune di Torino.

Poi, a partire dal 1931 e nel corso dei successivi anni, fu necessario predisporre possenti rinforzi in calcestruzzo armato a tutto l'edificio, su progetto degli ingegneri Pozzo, Gilberti e Albenga, per sorreggere in sicurezza tutta la volta. La nuova struttura coprì per buona parte l'originale muro in mattoni e le varie decorazioni.

Una volta trasferito il Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano nell'anno 1938, la Mole fu usata solo come sede di mostre estemporanee.

Durante la seconda guerra mondiale la Mole scampò miracolosamente ai danni dei bombardamenti, specialmente quelli del 6 dicembre 1942, che colpirono molti obiettivi militari nella vicina via Verdi e distrussero l'antistante Teatro di Torino, allora sede dell' Auditorium dell'EIAR.

23 maggio 1953: la guglia spezzata

La Mole Antonelliana nel 2011, vista dal Monte dei Cappuccini

Il 23 maggio 1953, alle ore 19:25, un altro violentissimo nubifragio, verosimilmente una tromba d'aria, fece spezzare e precipitare ben 47 metri della guglia nel piccolo giardino sottostante della sede RAI, ma senza provocare danni alle persone.

Anni sessanta

I lavori di ricostruzione della guglia della Mole furono relativamente veloci (1955-1960), ma lo scheletro non fu più in sola muratura, bensì in armatura metallica rivestita di pietra, riportando quindi tutta l'altezza (comprensiva di stella) a quota 167,5 m.[7]; la nuova stella, rinforzata rispetto alla prima, aveva ancora un diametro di circa 4 metri ed era colorata in oro; non più a cinque punte, bensì tridimensionale, a 12 punte.

Terminati tutti questi lavori, per l'inaugurazione si attese il giorno 31 gennaio 1961, in concomitanza alle cerimonie per l'anniversario dei cento anni dell'Unità d'Italia. Il nuovo progetto d'illuminazione notturna fu realizzato dall'ing. Guido Chiarelli.

Nel 1964 fu anche progettato e costruito il primo ascensore per turisti per giungere fino al Tempietto, dal quale si gode tutta la vista panoramica sui quattro punti cardinali. Per motivi di sicurezza fu chiuso l'accesso alle strette scalette a zig-zag per salire dentro la guglia e, qualche decennio dopo, furono altresì installate delle sbarre di protezione al balcone del Tempietto per evitare incidenti o tentativi di suicidio da parte di mitomani[8].

Anni recenti e il Museo Nazionale del Cinema

Durante i successivi lavori di consolidamento fu deciso di stabilizzarne l'interno con enormi archi di cemento, che però snaturavano completamente l'interno dando uno sgradevole senso di claustrofobia; tra l'altro si erano levate anche voci critiche, che temevano che la troppa rigidità data alla struttura con questa cementificazione risultasse addirittura dannosa, riducendone la possibilità di oscillazioni elastiche ed avendo, secondo alcuni, influito sul crollo della guglia nel 1953, a causa della modifica delle risposte dinamiche alle sollecitazioni esterne subite dalla costruzione.

Se il primo ascensore all'interno della Mole fu costruito nel 1964, nel 1987, anno della fine della ulteriore ristrutturazione dell'edificio, fu costruito un secondo impianto, questo attivo fino al 1996, quando la Mole venne ripensata come una sede permanente del Museo Nazionale del Cinema. L'attuale ascensore panoramico, gestito dal GTT ed entrato in funzione nel luglio del 2000, è dotato di pareti laterali totalmente trasparenti, in cristallo di sicurezza, ed è sollevato mediante 4 funi in acciaio che scorrono su guide che garantiscono l'assenza di oscillazioni durante la risalita. La corsa della cabina si compie in circa 1 minuto, alla velocità di circa 1,5 m/s (5,4 km/h); si arriva al primo livello terrazzato, a 85 metri, il famoso Tempietto.

Dopo i 4 anni 1996-2000 di chiusura per ristrutturazione, necessari sia per rinnovare l'ascensore che per eliminare parte degli archi di sostegno in cemento, la Mole diventò la sede permanente del Museo Nazionale del Cinema, che ad oggi ospita macchine ottiche pre-cinematografiche lanterne magiche, pezzi provenienti dai set cinematografici dei primi film italiani ed altri, in un allestimento suggestivo.

Dal 1998, in occasione della ridefinizione dell'illuminazione esterna e della nascita della manifestazione Luci d'Artista, sul fianco della cupola si può vedere un'installazione di Mario Merz, Il volo dei numeri, con l'inizio della successione di Fibonacci che s'innalza verso il cielo.

Nel 2011, in occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, è stato posto un tricolore italiano illuminato costituito da tre quadrati verde-bianco-rosso asimmetrici tutt'intorno, immediatamente sopra il Tempietto.

Negli ultimi anni sono poi scoppiate numerose polemiche[9], tuttora in corso, per la delibera sulla costruzione di edifici più alti della Mole come il Grattacielo della Regione Piemonte (pare invece che il Grattacielo Intesa-Sanpaolo e il grattacielo FS non supereranno i 167 metri) che modificherebbero inesorabilmente lo skyline delle costruzioni più alte della città di Torino.

Influenza culturale

  • Simbolo di Torino, anch'essa viene inserita nell'affascinante contesto dei monumenti misteriosi della città magica, per la bizzarra forma tra una pagoda allungata e una piramide, come fulcro di energie esoteriche, o semplicemente per la sua strana storia e le sue vicissitudini.
  • La Mole Antonelliana è raffigurata sul verso della moneta da 2 centesimi di euro coniata dalla Repubblica Italiana ed è stata ripresa nel logo dei XX Giochi olimpici invernali 2006, che mostra la sagoma della Mole stilizzata con cristalli di ghiaccio bianchi e azzurri, neve e cielo, che formano una rete, simbolo dello spirito olimpico (un altro simbolo, più classico e meno stilizzato, è stato presentato durante la candidatura). Sempre in occasione delle Olimpiadi invernali fu coniato un 2 euro commemorativo, sul cui sfondo del verso compare la Mole, e fu emesso un francobollo da 0,62 € che la raffigura.
  • All'interno della Mole Antonelliana è stata girata gran parte del film Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, nel quale la Mole è una simbolica co-protagonista.
  • Un disegno della Mole Antonelliana compare nella sigla di chiusura del lungometraggio di Hayao Miyazaki Porco Rosso.
  • Una cartolina raffigurante lo skyline della città di Torino e quindi la Mole Antonelliana compare nelle prime scene del film Turistas.
  • La Zecca di Stato ha erroneamente coniato un centinaio di monete da un centesimo che raffigurano la Mole Antonelliana: ognuna di esse è stata valutata più di 2500 euro.[10]

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Note

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