Pseudologia fantastica

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Per pseudologia fantastica (o mitomania o bugia patologica) si intende un'elaborazione intenzionale e dimostrativa di esperienze o eventi molto poco probabili e facilmente confutabili[1]. In un lavoro del 2012 la psicologa Katie Elizabeth Treanor la definisce «l'abituale, prolungata e ripetuta produzione di mistificazioni, spesso di natura complessa e fantasiosa (...), bugie facilmente smascherabili che non vengono utilizzate per ottenere un tornaconto materiale o qualsivoglia vantaggio sociale, quanto per accrescere la propria autostima o proteggersi dal giudizio altrui»[2]. Spesso il paziente fa sue, come vissute, le esperienze che inventa di sana pianta. Il suo cervello elabora ricordi come se fossero momenti realmente vissuti.

Caratteristiche

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La pseudologia fantastica è una categoria nosografica ancora discussa in psichiatria[3][4], descritta per la prima volta da Anton Delbrück nel 1891[5], caratterizzata dal ricorso abituale alla bugia. Si ritrova in soggetti istrionici o psicopatici (i cosiddetti "bugiardi patologici") e può riguardare i più disparati eventi o argomenti (per esempio: luoghi diversi, avventure galanti, situazioni improbabili, ecc.), talora amplificati parossisticamente fino a raggiungere gradi altissimi di inverosimiglianza. Viene giudicata un prodotto diretto dell'immaginazione: non dipende pertanto dai deficit di memoria e non deve quindi essere confusa con le confabulazioni.[1]

Caratteristiche principali della pseudologia fantastica sono le seguenti:[senza fonte]

  • le storie raccontate sono di solito avvincenti e fantasiose, ma non vanno mai oltre la realtà. La possibilità di verità è la chiave di sopravvivenza del bugiardo patologico. Non sono dovute a manifestazioni di depressione o ad una psicosi più ampia: durante il confronto il bugiardo patologico può ammettere che le storie non sono vere, anche se controvoglia;
  • la tendenza ad inventare storie è cronica; non è provocata dalla situazione immediata o da pressioni sociali, ma più da un innato tratto della personalità;
  • un motivo totalmente personale, e non esterno, serve a discernere la patologia clinicamente: es., situazioni pericolose o di stress possono indurre una persona a mentire ripetutamente, senza evidenza di un reale sintomo patologico;
  • le storie raccontate tendono a dipingere come positiva la persona del narratore. Il bugiardo "decora la sua stessa persona" raccontando storie che lo presentano come eroe o come vittima. Per esempio, la persona si presenta nelle storie come estremamente coraggiosa, dice di conoscere persone importanti e famose, o dice di guadagnare più soldi di quanti ne guadagni in realtà.
  1. ^ a b Pietro Sarteschi e Carlo Maggini, Psichiatria, Parma, La goliardica editrice, 1982, p. 133.
  2. ^ Treanor, Katie Elizabeth, Defining, understanding and diagnosing pathological lying (pseudologia fantastica): an empirical and theoretical investigation into what constitutes pathological lying, Doctor of Psychology (Clinical) thesis, School of Psychology, University of Wollongong, 2012. Definizione in lingua italiana in: Fabio Deotto, «La verità delle bugie», La Lettura, 7 febbraio 2016, p.11.
  3. ^ Dike CC, Baranoski M, Griffith EE, Pathological lying revisited, in The Journal of the American Academy of Psychiatry and the Law, vol. 33, n. 3, 2005, pp. 342–9, PMID 16186198. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2013).
  4. ^ Charles C. Dike, Pathological Lying: Symptom or Disease?, vol. 25, n. 7, 1º giugno 2008. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2013).
  5. ^ Anton Delbrück, Die pathologische Lüge und die psychisch-abnormen Schwindler : eine Untersuchung über den allmählichen Übergang eines normalen psychologischen Vorgangs in ein pathologisches Symptom für Ärzte und Juristen. Habilitationsschrift. Stuttgart : Enke, 1891

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