Lago della Duchessa

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Lago della Duchessa
Vista del Lago dalla rispettiva conca (sulla sx Monte Morrone, in primo piano il Murolungo)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Rieti
Comune Borgorose
Coordinate42°11′14.86″N 13°20′52.94″E / 42.187461°N 13.348039°E42.187461; 13.348039
Altitudine1 788 m s.l.m.
Dimensioni
Lunghezza0,4 km
Larghezza0,15 km
Mappa di localizzazione: Italia
Lago della Duchessa
Lago della Duchessa

Il lago della Duchessa è un lago montano d'altura del Lazio, in provincia di Rieti, all'interno della riserva regionale Montagne della Duchessa, nel territorio del comune di Borgorose, ai confini con la provincia dell'Aquila in Abruzzo. Il toponimo deriva da quello attribuito alle montagne circostanti dal bolognese Francesco De Marchi nel XVI sec. in omaggio a Margherita d'Austria, Duchessa di Parma e Piacenza e del Ducato di Leonessa e Cittaducale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un lago di origine glaciale di tipo alpino, uno dei pochi dell'Appennino, posto a 1 788 m s.l.m. in una conca d'altura tra le pareti di roccia del Murolungo (2 184 m) e i declivi del monte Morrone (2 141 m) e del sottogruppo Costone-Uccettu (2 239–2 004 m) in una zona prativa che d'estate si ricopre di ranuncoli ed è il rifugio del tritone crestato.[1]. Nei pressi è presente una grotta carsica ricca d’acqua e dal suggestivo nome di Grotta dell’Oro.

Il lago in tarda primavera (sullo sfondo il Murolungo)

Il lago, privo di immissari, lungo 400 m e largo 150 m, è un tipico lago montano d'altura di origine glaciale presentando variazioni stagionali di livello dovute al suo essere alimentato esclusivamente dalle precipitazioni atmosferiche e dallo scioglimento delle nevi. La sua forma sembra indicativa di un'antica fusione tra due doline[2]. D'inverno è totalmente ghiacciato e ricoperto di neve, mentre d'estate è luogo di abbeveramento per mandrie e greggi raggiungendo il suo livello minimo e spesso di aspetto torbido e fangoso.

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

Il lago ghiacciato

Il lago è raggiungibile dal versante ovest di Cartore di Borgorose attraverso percorsi escursionistici di media lunghezza e dislivello percorrendo il Vallone di Fua o il Vallone del Cieco oppure da Corvaro risalendo la Valle Amara, la Valle dell'Asino fino al Campitello e poi svalicando tra Punta dell'Uccettu e Monte Morrone con successiva breve discesa. Dal versante est da Prato Capito sulla strada per Campo Felice attraversando il Bosco di Cerasuolo, raggiungendo il Campitello e innestandosi sull'altro tracciato oppure dal Rifugio Vincenzo Sebastiani salendo su Vena Stellante (2 271 m) e scendendo poi gradualmente.[3]

Versante Partenza Sentiero Difficoltà[4] Rifugio/Bivacco Note
Ovest Cartore CAI 2B EE Bivacco Gigi Panei Passaggi esposti
Ovest Cartore CAI 2C fino a bivacco Gigi Panei, ultimo tatto CAI 2B fino al lago E
Ovest Bocca di Teve CAI 2 (fino a Capo Teve), CAI 2A (fino a Malopasso), CAI 1A (fino al lago) EE Passaggi esposti su CAI 2A
Est Valle Cerchiata CAI 1A EE Rifugio Vincenzo Sebastiani
Est Vecchia miniera di bauxite CAI 1E (fino a Il Costone), CAI 1A (fino al lago) EE
Nord Tornimparte CAI 1E, CAI 1F, CAI 2E, Punta dell’Uccettu, lago della duchessa EE
Nord Corvaro CAI 2D EE

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il lago e il caso Moro[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Caso Moro.
Il lago con mandrie che si abbeverano. A sinistra il Murolungo

Il lago divenne noto a livello nazionale per un tentativo di depistaggio avvenuto nell'aprile del 1978 durante il sequestro di Aldo Moro. Un falso comunicato delle Brigate Rosse (il falso comunicato nº 7) il 18 aprile 1978 indicava di cercare il cadavere di Moro nel lago, e costrinse la polizia a delle difficoltose operazioni di ricerca sotto la superficie ghiacciata.

Le ricerche di Aldo Moro, nell'aprile 1978, dopo che il falso comunicato indicava esservi stato lasciato il cadavere dello statista

Quando arriva il falso comunicato delle Br sul lago della Duchessa,

«prova generale dell'assassinio di Moro, non solo Berlinguer crede alla sua autenticità, ma è il ministero dell'Interno a confermarla. Berlinguer e Chiaromonte si recano poi da Andreotti, Galloni e Salvi, i quali pensano che Moro sia già morto.[5]»

Nello stesso giorno fu scoperto il covo brigatista di via Gradoli, 96 a Roma[2][6].

Già dopo una settimana la stampa internazionale avanzò sospetti sulla sua veridicità:

«Il Canard Enchaîné non esita ad affermare con sicumera che l'affare del Lago della Duchessa (cioè la voce fatta circolare a un certo punto circa la presenza del cadavere di Moro in quello sperduto luogo, con la conseguente massiccia operazione di polizia) altro non era stato che una montatura degli specialisti dell'antiterrorismo, i quali di fronte ad una insostenibile situazione di stallo avevano voluto indurre i terroristi a rompere il silenzio e mostrarsi all'opinione pubblica in piena azione.[7]. Si tratta di un disegno la cui paternità fu volta a volta ascritta ad ambienti riconducibili al Presidente del consiglio[8] o al Ministro dell'interno pro tempore. [9]»

Il falso messaggio era in effetti stato rivendicato da più soggetti, ma fu l'emanazione del nuovo comunicato n. 7 tre giorni dopo che indusse a sospettarne la natura di apocrifo; esso fu verosimilmente realizzato dal falsario d'arte Tony Chichiarelli, legato alla Banda della Magliana[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Parchicard Lazio, Guida ai servizi nelle aree protette della Regione Lazio 2007-2008, a cura di Regione Lazio e CTS Ambiente, p.138.
  2. ^ a b Lago della Duchessa Archiviato il 29 aprile 2018 in Internet Archive., laghidellazio.it
  3. ^ Percorsi C.A.I. Montagne della Duchessa, in Riserva Naturale Regionale "Montagne della Duchessa". URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 21 aprile 2019).
  4. ^ Difficoltà dei percorsi escursionistici e dei percorsi attrezzati (vie ferrate), in Società degli Alpinisti Tridentini. URL consultato il 23 aprile 2019 (archiviato il 20 novembre 2018).
  5. ^ Francesco Barbagallo, Il Pci dal sequestro di Moro alla morte di Berlinguer, Studi Storici, Anno 42, No. 4, L'Italia repubblicana negli anni Settanta (Oct. - Dec., 2001), p. 841.
  6. ^ Brigate Rosse Archiviato il 13 aprile 2009 in Internet Archive.
  7. ^ Nicole Braun Condorelli, L'ITALIA NELLA STAMPA FRANCESE: IL CASO MORO (16 MARZO - 9 MAGGIO 1978), Il Politico, Vol. 44, No. 2 (GIUGNO 1979), p. 238. Andreotti, nei Diari 1976-1979, p. 198, "ha anzi affermato che i dirigenti Dc speravano in un cedimento di Moro quale premessa per la sua liberazione e successivamente ha precisato: "speravamo che calcolando l'impatto polemico dell'epistolario e posto che davvero Moro fosse tanto contro la Dc avrebbero avuto convenienza a rilasciarlo" (Governare, p. 258). Sarebbe dunque da collegare a questa speranza il singolare episodio del falso comunicato Br, relativo all'abbandono del cadavere di Moro nel lago della Duchessa, che fu posto in essere - per il tramite di elementi della criminalità comune - dai servizi segreti, in base a un'idea del giudice Vitalone, collaboratore di Andreotti. Moro e le Br invece intesero il falso come macabra prova generale della sua morte e elemento di pressione per una conclusione in quel senso (Pellegrino, Segreto di Stato, p. 174). Sorprendente l'analogia col caso Sossi, in cui pure l'ostaggio aveva cominciato a collaborare con i rapitori e gli apparati di Stato giocarono la carta di un falso comunicato Br per affrettare, secondo Franceschini, la chiusura tombale del caso": Giuseppe Cotturri, "Non interferenza e non indifferenza". Le memorie dell'ambasciatore americano e il "Caso Moro", Studi Storici, Anno 45, No. 4 (Oct. - Dec., 2004), p. 977, nota 46.
  8. ^ Andreotti ... fu l’ispiratore, per Gotor, del primo e più celebre depistaggio del caso Moro, quello del falso comunicato del lago della Duchessa, concepito per accertare l’esistenza in vita dell’ostaggio e procedere con la trattativa segreta del Vaticano" (così Taviani Ermanno, L'autobiografia della nazione : Taviani legge Gotor, Viella, Storica : rivista quadrimestrale : 52, 2012, p. 170, recensione di Miguel Gotor, Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l'anatomia del potere italiano, Einaudi, Torino 2011).
  9. ^ Secondo Sergio Flamigni, vi sono atti da cui risulterebbe che "Vitalone ha detto che Cossiga fu d'accordo": Commissione stragi, "Stenografico. Originale. Gruppo di lavoro sul caso Moro. Seduta 10 ottobre 1991. Audizione del sen. Flamigni" (3 marzo 1992), p. 47, in Archivio storico del Senato della Repubblica, ASSR, Terrorismo e stragi (X-XIII leg.), 1.6.
  10. ^ "Nel 1979, nel cuore del sistema P2, si dipanano altri accadimenti (...) l'omicidio di Carmine Pecorelli, il ritrovamento del borsello contenente simbolici riferimenti al sequestro Moro, ritrovamento che dà il via al tormentone di avvertimenti che si succedono dall'omicidio Pecorelli fino al periodo successivo all'omicidio Chichiarelli nel 1984 (autore del falso volantino delle Br che annunciava la morte di Moro e indicava il lago della Duchessa come luogo per il ritrovamento)": Elisabetta Cesqui, La P2. 1979: Un servizio di informazione nella gestione della transizione, Studi Storici, Anno 39, No. 4, Doppia lealtà e doppio Stato nella storia della Repubblica (Oct. - Dec., 1998), p. 1025.

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