Joshua ben Karha

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Joshua ben Karha (in ebraico יהושע בן קרחה ?, da leggersi come Yehoshua ben Karcha) (Israele, II secolo – ...) è stato un rabbino ebreo antico Tanna della 4ª generazione (135 – 170 e.v.)[1].

Collega di Rabbi Meir e di Shimon ben Gamliel II, discepolo di Eleazar ben Azariah e di Yochanan ben Nuri. Alcuni sono dell'opinione che fosse figlio di Rabbi Akiba ha-Kerah ("il calvo")[2].

La Mishnah non cita molti commentari halakhici di Ben Karha di sua propria autorità, e i pochi che vengono riportati sono o in contesto con lui o in congiunzione con un altro saggio tannaitico. In un altro riferimento, il Talmud cita un commentario di Ben Karha secondo l'autorità di Eleazar ben Azariah,[3] e in un altro riferimento, secondo l'autorità di Rabbi Yochanan ben Nuri.[4] In simile maniera, Joshua offerse la sua decisione halakhica insieme a Rabbi Jose ben Halafta, sul problema della costruzione di Gerico.[5]

In confronto agli scarsi commentari halakhici, esistono invece molti commentari aggadici che vengono citati secondo la sua propria autorità. Ben visse fino a tarda età e quando benedisse Judah haNasi, aggiunse l'augurio che potesse vivere altrettanto a lungo come lui stesso aveva vissuto.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Rabbi Yehoshua b. Korha" | רבי יהושע בן קרחה, Saggi del Talmud.
  2. ^ Il Talmud cita un detto di Rabbi Simeon ben Azzai:"Tutti i Saggi di Israele paragonati a me sono sottile come la buccia d'aglio, eccetto quel calvo" (Trattato Bechoroth, 58a.)
  3. ^ "Colui che lancia con le mani una copertura sulla pietra lebbrosa... E così Rabbi Joshua ben Karha insegnava la purezza grazie a Rabbi Eleazar ben Azariah (Tosefta, Trattato Negaim, 7:3).
  4. ^ Talmud gerosolimitano, Trattato Kil'ayim, 4:2.
  5. ^ Talmud gerosolimitano, Trattato Sanhedrin, 14:2.
  6. ^ Meg. 28b.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Frankel, Hodegetica in Mischnam, p. 178, Lipsia, 1859;
  • Brüll, Einleitungin die Mischna, p. 202, Francoforte sul Meno;
  • Bacher, Ag. Tan. II. 308-321;
  • Heilprin, Seder ha-Dorot, pp. 189–190.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]