Hieracium sect. Grovesiana

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Hieracium sect. Grovesiana
Immagine di Hieracium sect. Grovesiana mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Hieracium
Sottogenere H. sect. Grovesiana
Gottschl.
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

La sezione Hieracium sect. Grovesiana Gottschl. è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Hieracium della famiglia delle Asteraceae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5] Il nome della sezione (Grovesiana) è stato dato in onore del botanico e farmacista inglese E. Groves (1835 - 1891).[2]

Il nome scientifico della sezione è stato definito dal botanico Günter Gottschlich (1951-).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Habitus. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee (e aromatiche), a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, inoltre spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie (piante scapose), oppure le foglie basali sono assenti alla fioritura. Le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode). Queste piante sono anche provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati), ma sono prive di stoloni.[6][7][8][9][10][11][12][2][13]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto. La parte aerea del fusto è eretta o ascendente, robusta, verde con ramosità più o meno copiosa. La superficie può essere sia glabra che pelosa. Le piante di questa sezione possono raggiungere un'altezza massima di 3 - 4 dm (raramente raggiungono i 6 dm). La parte sotterranea spesso è un fittone.

Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline disposte in modo alternato. La lamina è intera con forme da ellittiche a ampiamente ovato-lanceolate. I bordi possono essere continui o variamente dentati (anche profondamente, ma raramente sono lobati). La superficie può essere glabra o variamente pubescente. Le foglie basali (da 2 a 4) sono provviste di picciolo. Le foglie cauline (da 2 a 6) raramente sono macchiate, hanno un picciolo alato e basalmente una guaina allargata; in genere sono progressivamente ridotte e con lamine più strette. I piccioli sono seminascosti da una densa villosità sericea allungata di peli ghiandolari.

Infiorescenza. La sinflorescenza è del tipo racemoso-paniculato o lassamente paniculato con 2 - 5 rami e diversi capolini. L'acladio è di 2 – 6 cm. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un peduncolo, sotteso da 1 - 3 brattee fogliacee, che sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) disposte su 2 serie in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro ha delle forme semiellissoidi. Le brattee si dividono in esterne e interne; sono larghe 1 - 1,5 mm (le esterne sono più brevi di quelle interne). Il ricettacolo è nudo, ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori, e alveolato (il margine degli alveoli è brevemente dentato). Gl'involucri sono seminascosti da una densa villosità sericea allungata di peli ghiandolari. Dimensione dell'involucro: 10 – 12 mm.

Fiori. I fiori (da 6 a 150) sono tutti del tipo ligulato, tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e zigomorfi. In alcuni casi i fiori femminili sono "stilosi".

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo (fino a giallo saturo). Le ligule sono lunghe oltre l'involucro e spesso sono sparsamente cigliate o glabre.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[15] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[16]
  • Gineceo: lo stilo è giallo (o più o meno scuro), è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è posizionata internamente (vicino alla base).[17]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono scuri a forma colonnare-obconica (o più o meno cilindrica) e sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 8 - 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il pappo è formato 20 a 80 setole biancastre (o giallastre) semplici disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili). Dimensione degli acheni: 3 - 4,5 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Antesi: la fioritura in genere è anticipata (il picco antesico è primaverile-estivo).
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

In Italia le specie di questa sezione sono abbastanza comuni sugli Appennini con habitat boschivi.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][21]

Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][22], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana.

I caratteri distintivi per il genere Hieracium sono:[2]

  • le piante non sono tutte vischiose;
  • i fusti e le foglie hanno peli semplici o ghiandolari;
  • i capolini sono numerosi;
  • il colore dei fiori in genere è giallo carico;
  • i rami dello stilo sono lunghi;
  • le coste dell'achenio confluiscono in un anello;
  • il pappo è formato da due serie di setole.

Le specie di questo genere, provviste di molte sottospecie, formano degli aggregati o sezioni con diverse specie incluse, altre sono considerati "intermediare" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2]

La sezione XXX Grovesiana, insieme alla sezione Acanthodontoidea, le cui specie mostrano delle relazioni con le specie della sezione Italica, si è evoluta in un secondo tempo sul territorio italiano. I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]

  • le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode);
  • le foglie cauline (da 2 a 6) raramente sono macchiate, hanno un picciolo alato e basalmente una guaina allargata;
  • i piccioli e gl'involucri sono seminascosti da una densa villosità sericea allungata di peli ghiandolari;
  • le brattee dell'involucro sono larghe 1 - 1,5 mm (le esterne sono più brevi di quelle interne);
  • gli acheni hanno delle dimensioni tra 3 e 4,5 mm;
  • la fioritura è anticipata (il picco antesico è primaverile-estivo).

Specie della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti specie (principali e secondarie o derivate):[2][3]

Specie principale. Hieracium grovesianum Arv.-Touv. ex Belli, 1897[23] - Sparviere di Groves: l'altezza massima della pianta è di 30 – 40 cm (massimo 60 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono i luoghi boschivi, le faggete e i castagneti; in Italia è una specie comune e si trova sugli Appennini fino ad una quota compresa tra 600 e 1.700 m s.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 10 sottospecie presenti in Italia.

Caratteri principali: è più simile alla specie H. murorum che alla specie H. racemosum.
Specie secondarie collegate a Hieracium grovesianum:
Specie Caratteri Habitat Distribuzione italiana Sottospecie
Hieracium macrogrovesianum Gottschl., 2011[24] Tra la specie H. racemosum e la specie H. grovesianum Luoghi boschivi Monti Sibillini - Molto rara
Hieracium chlorophyton Preissm. & Zahn, 1914[25] Tra la specie H. racemosum e la specie H. lachenalii Faggete Gran Sasso - Molto rara Una sottospecie presente in Italia
Hieracium pseudogrovesianum Gottschl., 2009[26] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. murorum Faggete Gran Sasso - Rara 5 sottospecie presenti in Italia
Hieracium boreoapenninum Gottschl., 2009[27] Più simile alla specie H. racemosum che alla specie H. bifidum Faggete e pendii erbosi Alpi Apuane - Rara
Hieracium pietrae Zahn, 1925[28] Tra la specie H. racemosum e la specie H. bifidum Faggete e pendii sassosi su calcare Gran Sasso - Molto rara
Hieracium picenorum Gottschl., 2009[29] Più simile alla specie H. bifidum che alla specie H. grovesianum Faggete Alpi Apuane - Molto rara 2 sottospecie presenti in Italia
Hieracium torrigliense Gottschl., 2009[30] Più simile alla specie H. bifidum che alla specie H. boreoappeninum Faggete e pascoli sassosi Alpi Ligure - Molto rara
Hieracium pallidum Biv., 1838[31] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. schmidtii Rupi e pendii sassosi Appennini e Sicilia - Molto rara 3 sottospecie presenti in Italia
Hieracium pseudopallidum Gottschl., 2009[32] Più simile alla specie H. schmidtii che alla specie H. grovesianum Faggete Maiella - Molto rara
Hieracium montis-florum Gottschl., 2009[33] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. glaucinum Pendii sassosi su calcare Alpi Apuane - Molto rara 2 sottospecie presenti in Italia
Hieracium montis-porrarae Gottschl., 2009[34] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. galeroides Pendii sassosi su calcare Abruzzo - Molto rara
Hieracium profetanum Belli, 1904[35] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. pellitum Pendii sassosi su calcare Gran Sasso - Molto rara
Hieracium semipallescens Gottschl., 2011[36] Tra la specie H. grovesianum e la specie H. dentatum Pendii sassosi su calcare Monte Nerone - Molto rara
Hieracium terraccianoi Di Grist., Gottschl. et Raimondo, 2014[37] Rupi e pascoli calcarei Monte Pollino - Molto rara
Hieracium busambarense Caldarella, Gianguzzi & Gottschl., 2013[38] Pendii sassosi calcarei Sicilia - Molto rara
Hieracium squarrosofurcatum Gottschl., 2016[39] Faggete Alpi Apuane - Molto rara
Hieracium toscoemilianum Gottschl., 2016[40] Faggete Alpi Apuane - Rara

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e f g Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1179.
  3. ^ a b Pignatti 2018, Vol. 4 - pag. 220.
  4. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 454.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-agosto-2013.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 282-317.
  7. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 02-gennaio-2014.
  8. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  12. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  13. ^ Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  14. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  16. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  17. ^ Judd 2007, pag. 523.
  18. ^ Judd 2007, pag. 520.
  19. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  21. ^ Fehrer et al. 2021.
  22. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 aprile 2022.
  23. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  24. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  25. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  26. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  27. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  28. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  29. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  30. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  31. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  32. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  33. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  34. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  35. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  36. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  37. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  38. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  39. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
  40. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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