Glauco Cozzi

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Glauco Cozzi
Cozzi al Verona
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 176 cm
Peso 67 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra A.S.D. Borussia (D.T.)
Termine carriera 1980 - giocatore
Carriera
Giovanili
19??-19??Lazio
Squadre di club1
1970-1971ALMAS30 (0)
1971-1972Civitavecchia34 (0)
1972-1976Verona56 (2)
1976-1978Sambenedettese8 (2)
1978-1980Banco di Roma48 (2)
Carriera da allenatore
19??-19?? Fiumicino
19??-19??Monterotondo
19??-19??Cisco Roma
1990-1991Tuscania
2010-2011 Morolo Juniores
2011-2012 Fiumicino
2014-2017 BorealeAllievi Reg. F.B.
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Calcio a 5
Ruolo Allenatore
Carriera
Carriera da allenatore
2013-2014Bandiera non conosciuta Play Time Monterotondo
 

Glauco Cozzi (Civitavecchia, 1º agosto 1951) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto nelle giovanili della Lazio, Cozzi ha iniziato la sua carriera facendosi le ossa nelle file dell'Almas Roma e del Civitavecchia.

Dalla stagione 1972.1973 alla stagione 1976-1977 ha militato nel Verona (3 stagioni in A e una in B), giocando come libero (suo ruolo naturale), difensore puro o laterale.

A seguire due stagioni nella Sambenedettese fra i cadetti prima di chiudere la parabola agonistica nel Banco di Roma.

In carriera ha totalizzato complessivamente 41 presenze e 2 reti in Serie A e 23 presenze e 2 reti in Serie B.:

Allenatore e dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Intraprende l'attività di allenatore guidando diverse società nella categoria dilettanti come Anzio,[1] Fiumicino, Monterotondo e Cisco Roma. Nella stagione 1990-1991 allena il Tuscania nel campionato di Promozione Lazio fino alle 13ª giornata.

Nel 2004 gli viene diagnosticato un tumore alla gola[2] che lo costringe a interrompere temporaneamente la carriera di allenatore.

A dicembre del 2011, viene ingaggiato dal Fiumicino, nel campionato di Eccellenza Lazio, dove retrocede ai play-out contro il Maccarese. Per la stagione 2013-2014 ha guidato il Play Time Monterotondo, squadra di calcio a 5. Nella stagione successiva siede sulla panchina del F.C. Cadore 1919, dove poi viene esonerato a 8 giornate dalla fine del campionato. Dal 2015 al 2017 siede sulla panchina della squadra Allievi regionale dell'U.S Boreale.[3]

Dal 2017 è il direttore tecnico del A.S.D. Borussia (Roma).[4][5][6] Dal 2018 al 2020 al Real Monterotondo Scalo [7]. Nel 2021 è al Fiano Romano[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.gazzettaregionale.it/under-19-dil/2018/07/04/news/lo-scalo-si-affida-a-cozzi-stimolato-da-questa-sfida-63959/, su gazzettaregionale.it.
  2. ^ Raffaele Tomelleri, Cozzi gioca la partita più importante, su larena.it, 6 maggio 2009. URL consultato il 10 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2017).
  3. ^ Cozzi torna a Verona alla guida della Boreale, su larena.it, 21 giugno 2015. URL consultato il 18 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2016).
  4. ^ Asd Borussia, Valentini: «Cozzi è il nuovo direttore tecnico», su corrieredellosport.it, 7 giugno 2017. URL consultato il 18 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2018).
  5. ^ Andrea Dirix, Ufficiale, Glauco Cozzi è il nuovo Direttore Tecnico del Borussia, su sportinoro.com, 7 giugno 2017.
  6. ^ Asd Borussia calcio, il neo dt Cozzi: "Ho trovato persone di grande competenza", su romatoday.it, 21 giugno 2017.
  7. ^ https://www.gazzettaregionale.it/giovanili/2021/06/29/news/cozzi-il-fiano-romano-e-un-club-molto-importante-a-nord-di-roma-118817/, su gazzettaregionale.it.
  8. ^ https://www.gazzettaregionale.it/giovanili/2021/06/29/news/cozzi-il-fiano-romano-e-un-club-molto-importante-a-nord-di-roma-118817/, su gazzettaregionale.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Figurine Gialloblù (Raffaele Tomelleri - Ed Liederform - 2003
  • La raccolta completa degli album Panini, La Gazzetta dello Sport, 1973-1974, p. 63

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]