Giusellino Verna

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Giusellino Verna
NascitaBellinzona, 6 dicembre 1913
MorteLa Galite, 27 settembre 1941
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Specialitàbombardamento
aerosiluranti
Reparto259ª Squadriglia
109º Gruppo
36º Stormo aerosiluranti
Anni di servizio1935-1941
Gradocapitano
Guerreguerra d'Etiopia
seconda guerra mondiale
Battaglieoperazione Halberd
Decorazionivedi qui
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare,[1]
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Giusellino Verna (Bellinzona, 6 dicembre 1913La Galite, 27 settembre 1941) è stato un militare e aviatore italiano, particolarmente distintosi nella specialità aerosiluranti della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale. Per il suo comportamento nell'ultima missione fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Savoia-Marchetti S.M.84 in versione aerosilurante.

Nacque a Bellinzona, Svizzera, il 6 dicembre 1913.[1] Dopo aver conseguito il brevetto di pilota civile di secondo grado si arruolò nella Regia Aeronautica come ufficiale di complemento, venendo nominato sottotenente il 18 dicembre 1934.[2] Assegnato alla Scuola di pilotaggio di Grottaglie, nel giugno 1935 conseguì il brevetto di pilota militare e poi fu mandato in forza al 14º Stormo Bombardamento Terrestre.[2] Con lo scoppio della guerra d'Etiopia, nel dicembre dello stesso anno partì per l'Africa Orientale Italiana dove rimase fino al luglio 1937.[2] Ritornato in Italia fu assegnato all'83º Gruppo Ricognizione Marittima di stanza ad Augusta, e il 14 dicembre dello stesso anno fu nominato sottotenente in servizio permanente effettivo per meriti di guerra.[2] Divenuto tenente fu riassegnato alla specialità bombardamento, e fu promosso capitano nel maggio 1940.[2] Con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno dello stesso anno, fu trasferito in servizio al Comando del settore Est in Cirenaica.[2] Nell'aprile 1941 chiese, ed ottenne, il trasferimento al 36º Stormo aerosiluranti, equipaggiato con i nuovi Savoia-Marchetti S.M.84, assumendo il comando della 259ª Squadriglia del 109º Gruppo.[2]

L'attacco al convoglio Halberd[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 settembre 1941 alle 08:18 un ricognitore italiano individuò un gruppo di navi britanniche al largo dell'isola La Galite, 80 km a nord della Tunisia e lanciò l'allarme. Venne indicata la presenza di una portaerei, una nave da battaglia, quattro incrociatori e altre navi minori.[3] Si trattava del convoglio Halberd partito da Gibilterra con lo scopo di rifornire Malta,[3] e composto in realtà dalla portaerei Ark Royal,[4] dalle navi da battaglia Prince of Wales, Rodney e Nelson, e da cinque incrociatori.[5] Completavano la potente formazione navale i 18 cacciatorpediniere di scorta.[5]

Le condizioni meteorologiche non erano buone,[3] ma alle 12:15 undici aerosiluranti S.M.84 del 36º Stormo decollarono su allarme dall'aeroporto di Decimomannu.[4] Il colonnello Riccardo Hellmuth Seidl comandante dello stormo pilotava uno degli aerei alla testa del 109º Gruppo, mentre il maggiore Arduino Buri guidava il 108º Gruppo.[4] Si unirono alla missione altri undici aerosiluranti S.79 del 130º Gruppo decollati quasi mezz'ora prima dal vicino aeroporto di Cagliari-Elmas. La scorta era composta da aerei da caccia Fiat C.R.42 Falco del 24º Gruppo.[4].

Durante il volo, i gruppi si separarono[3] anche per le cattive condizioni meteorologiche. Essendo gli S.M.84 più veloci, furono i primi ad arrivare sulle navi inglesi. Il 108º Gruppo del maggiore Buri, composto da cinque S.M.84 fu il primo ad avvistare[4] il convoglio inglese e alle 13:00 attaccò.[5] Colpito dalla contraerea il velivolo del ten. Danilo Barro entrò in collisione con quello del cap. Alfonso Rotolo ed entrambi precipitarono in mare, mentre quello del sott. ten. Pier Vincenzo Morelli fu abbattuto dopo il lancio del siluro.[4] Malgrado il sacrificio degli equipaggi, nessun bersaglio venne colpito.[5]

Seidl arrivò insieme agli altri quattro aerosiluranti del 109º Gruppo per secondo[6] e alle 13:30 ordinò l'attacco. L'aereo del capitano Giusellino Verna[6] venne abbattuto dai caccia inglesi Fairey Fulmar di scorta che tentarono di impedire l'avvicinamento degli aerei italiani.[6] Il colonnello Seidl insieme all'aereo del capitano Bartolomeo Tomasino proseguirono sotto il fuoco nemico l'attacco alla HMS Nelson. La nave venne colpita da un siluro e danneggiata gravemente, secondo alcune fonti da Seidl[5], ma entrambi gli aerei vennero abbattuti dall'antiaerea della ''Prince of Wales[6] e dello Sheffield[5].

Alla fine delle diverse ondate, furono sette gli aerei italiani abbattuti. Seidl, Tomasino,[7] Rotolo[8] e Verna[1] morirono quel giorno e insieme a loro cadde il sergente maggiore Luigi Valotti che, con il suo caccia Fiat C.R.42 Falco, aveva tentato di distrarre l'artiglieria antiaerea compiendo evoluzioni acrobatiche sopra le navi finendo a sua volta abbattuto e ucciso.[5] Ai quattro piloti degli aerosiluranti venne assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria,[6] mentre a Valotti quella di bronzo.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia aerosilurante, forte combattente ed animatore, riaffermando brillanti doti di pilota e di comandante, trascinava in magnifica gara di ardimento i gregari, che con superbo sprezzo del pericolo, superando il formidabile fuoco di sbarramento contraereo e navale ed i rabbiosi attacchi della caccia avversaria, si scagliavano contro la squadra inglese. Armato del suo coraggio e della sua ferrea volontà di colpire gli obiettivi assegnati riusciva col proprio reparto ad affondare varie unità nemiche, danneggiandone gravemente altre, che erano costrette a ripiegare alle basi. Non faceva ritorno, ma col suo sacrificio toccava le più alte vette dell’umano ardire. Cielo del Mediterraneo Centrale - Acque dell’isola de la Galite’, 27 settembre 1941
— Regio Decreto 14 novembre 1941.[9]
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 278.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d Gori 2006, p. 17.
  4. ^ a b c d e f Gori 2006, p. 18.
  5. ^ a b c d e f g Surfcity.
  6. ^ a b c d e Gori 2006, p. 20.
  7. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 117.
  8. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 251.
  9. ^ Bollettino Ufficiale 1941, disp.48, pag.2280, e Bollettino Ufficiale 1942, disp.8, pag.364.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Cesare Gori, Ali d'Italia n.21. Savoia-Marchetti S.M.84, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2006.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Fabio Bianchi e Antonio Marazziti, Gli aerosiluranti italiani 1940-1945. I reparti, le macchine, le imprese, in Storia Militare Dossier, n. 14, Parma, Ermanno Albertelli Editore, giugno 2014.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]