Ginevra Sforza
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Ginevra Sforza (Ancona, 1440 – 16 maggio 1507) era figlia illegittima di Alessandro Sforza, signore di Pesaro.
Sposò il maturo Sante Bentivoglio, cugino di Giovanni II Bentivoglio, il 19 maggio 1454 presso la chiesa di San Giacomo Maggiore[1]. Al primo marito diede due figli[2]:
- Costanza (1458-1491), che sposò Antonmaria Pico da Mirandola;
- Ercole Bentivoglio (1459-1507), condottiero, che sposò Barbara Torelli
Nel 1463 rimase vedova e l'anno dopo sposò Giovanni II, divenendo tra l'altro sua consigliera[3]. Probabilmente tra i due era già nata una relazione[4].
Ginevra diede al marito sedici figli, di cui cinque morirono nella prima infanzia:
- Annibale (1469-1540) che sposò Lucrezia, figlia di Ercole I d'Este e fu signore di Bologna dal 1511 al 1512;
- Ermes (-1513)
- Alessandro (1474-1532), che sposò Ippolita Sforza;
- Camilla, monaca al Corpus Domini
- Isotta, monaca al Corpus Domini
- Francesca, sposata a Galeotto Manfredi che uccise;
- Antongaleazzo, prelato
- Eleonora
- Laura, sposa di Giovanni Gonzaga
- Violante, sposa di Pandolfo IV Malatesta
- Bianca.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7b/Lorenzo_Costa_006.jpg/200px-Lorenzo_Costa_006.jpg)
Strinse amicizia con Gentile Budrioli, moglie del notaio Alessandro Cimieri e studentessa all'università di Bologna, che venne accusata di stregoneria e messa al rogo nel 1498[3].
Nel 1466 il papa Paolo II riconobbe la signoria di Giovanni e gli attribuì il Vicariato papale di Bologna[4].
Dopo aver affrontato quella dei Malvezzi nel 1488, nel 1501 i Bentivoglio scoprirono un'altra congiura organizzata dalla famiglia rivale dei Marescotti. Su consiglio di Ginevra, molti membri della famiglia furono ucciso per vendetta[1].
Nel 1505 i congiurati scampati alle stragi chiesero aiuto al papa Giulio II il quale ordinò a Giovanni II di lasciare la città insieme alla famiglia. Ginevra, esiliata a Parma, dove aveva trovato rifugio presso il marchese Pallavicino, venne scomunicata in quanto non si era allontanata sufficientemente da Bologna.[3] Giulio II si rifiutò sempre di riceverla, nonostante le numerose suppliche, nel suo stesso castello di Ponte Poledrano (oggi Castello di Bentivoglio) del quale il Papa aveva preso possesso. A Bologna le proprietà dei Bentivoglio furono saccheggiate e il Palazzo Bentivoglio raso al suolo.
Morì 16 maggio 1507 e il suo corpo venne sepolto in una fossa comune nei pressi di Busseto[3]. L'anno dopo morì anche Giovanni.
Note
- ^ a b La storia dei Bentivoglio
- ^ Ginevra Sforza
- ^ a b c d Ginevra e Gentile
- ^ a b ESCI