Generazione degli anni trenta

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Umberto Eco, forse il più celebre esponente della "generazione degli anni Trenta"

Rientra sotto il nome di generazione degli anni Trenta un nutrito numero di autori italiani i quali, come suggerito dal nome stesso, hanno avuto i natali nel quarto decennio del XX secolo.

Gran parte di essi ha iniziato l'attività letteraria negli anni antecedenti al 1968, ma spesso la notorietà presso il grande pubblico è sopraggiunta più tardi. Pur essendo caratterizzate da esperienze eterogenee, le carriere di tali autori hanno fatto sì che oggi essi vengano considerati appartenenti ad una generazione matura[oggi quando?], a cui è peraltro connessa una cospicua produzione editoriale.

La poesia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito della produzione poetica spiccano alcuni poeti milanesi, i quali si esprimono con nuove forme di confronto tra il linguaggio poetico e la relatività. Tra loro Giancarlo Majorino, Giovanni Raboni e Tiziano Rossi. Altre esperienze poetiche si muovono verso direzioni diverse, ricollegandosi direttamente alla tradizione ermetica e ad atteggiamenti di misurato realismo. Ancora, altri poeti (tra gli altri, Edoardo Sanguineti) cercano e raggiungono sperimentazioni dei tipi più svariati, rimanendo, comunque, sempre legati alla matrice della neoavanguardia.

Infatti, ci sarà una diffusione sempre più grande, nelle più diverse aree regionali e linguistiche, della poesia dialettale, per lo più intesa come ricerca di linguaggi non consunti dalla comunicazione culturale corrente, ma come modo di contatto con un'autenticità originaria, lontana dalla volgarità e dalla degradazione della società di massa [1].

Ricordiamo anche il nome di Amelia Rosselli, figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, la cui poesia assolutamente singolare è espressione dei resti di un io a cui è impedito di manifestarsi fino in fondo e dei frammenti di una realtà con cui non è possibile nessuna conciliazione. Tra le sue più importanti raccolte si annoverano: la prima, Variazioni Belliche, del 1964, Serie Ospedaliera del 1969, e i testi di Documento (1966-1973), del 1976. Un'altra esperienza degna di nota in campo poetico è quella della sofferenza psicologica della poetessa Alda Merini[1].

La narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo della narrativa si colloca un folto numero autori, alcuni dei quali giunti alla letteratura dopo esperienze eterogenee, anche al di fuori della tradizionale carriera di scrittore. Oltre a Umberto Eco, vanno ricordati Gesualdo Bufalino, l'ispanista Carmelo Samonà, il latinista Luca Canali, Ferdinando Camon, Fulvio Tomizza, Franco Ferrucci, Giuseppe Pontiggia, Vincenzo Consolo, Emilio Tadini e Giampaolo Rugarli. Tra le narratrici si possono citare Gina Lagorio, Francesca Sanvitale, Rosetta Loy, Francesca Duranti e Dacia Maraini, le quali hanno tutte trovato una loro misura personale, indulgendo talvolta a un eccesso di aura, a un troppo fragile e delicato equilibrio tra memoria e realtà, a una ricerca della pagina preziosa e ben fatta.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ferroni (1992), pp. 1172-1173.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Ferroni, Profilo storici della letteratura italiana, II, Milano, Einaudi scuola, 1992.
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