Edward Albee

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Edward Albee nel 1975
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1967
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1975
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1994

Edward Franklin Albee III (Washington, 12 marzo 1928Montauk, 16 settembre 2016[1]) è stato un drammaturgo statunitense.

Vincitore di tre Premi Pulitzer e considerato tra i maggiori autori del teatro americano, Albee ha svolto un ruolo chiave nell'introdurre negli Stati Uniti le nuove tendenze drammatiche europee della seconda metà del XX secolo, e in particolare le concezioni del teatro dell'assurdo.[2] La sua opera più nota è Chi ha paura di Virginia Woolf? (1962), che gli meritò fama internazionale grazie all'omonimo adattamento cinematografico del 1966, diretto da Mike Nichols.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Edward Albee nacque a Washington nel 1928 e, a due settimane di vita, fu adottato da Frances e Reed A. Albee. Trascorse un'adolescenza turbolenta durante la quale fu espulso dalla Lawrence School e dalla Valley Forge Military Academy and College, prima di ottenere il diploma alla Choate Rosemary Hall nel 1946.[3] Compiuti i diciotto anni se ne andò di casa e, dopo le superiori, proseguì brevemente con gli studi al Trinity College di Hartford, venendo espulso nel 1947 per essersi rifiutato di assistere ai servizi religiosi obbligatori.[4][5]

Apertamente omosessuale, ebbe una relazione con Terrence McNally dal 1959 al 1964 e fu legato sentimentalmente a Jonathan Thomas dal 1971 alla morte dello scultore nel 2005.[6][7] Albee sarebbe morto undici anni più tardi all'età di 88 anni e in suo onore le luci dei teatri di Broadway furono spente per un minuto.[8]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

L'affermazione (1958-1966)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver lasciato il Connecticut, Albee si trasferì a New York, dove visse per anni nel Greenwich Village, mantenendosi con lavori disparati mentre apprendeva le basi della drammaturgia. Nel 1958 fece il suo esordio come drammaturgo a Berlino, la città che ospitò la prima mondiale di Storia dello zoo, che Albee aveva scritto in meno di tre settimane nel 1958. Nel 1960 andò in scena a Berlino la sua seconda opera teatrale, La morte di Bessie Smith, mentre Storia dello zoo esordì nell'Off-Broadway.[9]

La produzione teatrale a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta è caratterizzata dalla critica alla società americana, al suo razzismo (Bessie Smith), alle sue istituzioni culturali (Fam and Yam, 1959), alla famiglia stessa (The Sandbox, 1959) e, soprattutto, al sogno americano (The American Dream, 1960). Queste tematiche confluiranno nel suo primo capolavoro, Chi ha paura di Virginia Woolf?, portato all'esordio a Broadway nel 1962, rimasto in cartellone per oltre seicento repliche e premiato con il Tony Award alla migliore opera teatrale.[10] L'opera è diventata il maggior successo di Albee e ha esordito rapidamente sulle scene internazionali (in Italia nel 1963,[11] in Gran Bretagna nel 1964) prima di essere adattata con successo nell'omonimo film diretto da Mike Nichols ed interpretato da Richard Burton ed Elizabeth Taylor, premiata con l'Oscar alla miglior attrice.

Dopo il successo di Virginia Woolf, a cui la commissione del Premio Pulitzer rifiutò di assegnare il premio nonostante si fosse aggiudicato il più alto numero di voti nella sezione "drammaturgia", seguirono i modesti successi di The Ballad of the Sad Cafe (1963) e Tiny Alice (1964) e il flop Malcolm (1965), rimasto in cartellone per sole sette rappresentazioni. Nel 1966 la sua pièce Un equilibrio delicato, presentando nuovamente una famiglia in crisi con toni da teatro dell'assurdo, gli valse il suo primo Premio Pulitzer per la drammaturgia, ma non riscontrò lo stesso successo di pubblico ottenuto da Virginia Woolf e rimase in scena a Broadway per soli quattro mesi.[12]

La crisi (1966-1989)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver scritto il libretto di un disastroso adattamento musicale di Colazione da Tiffany, Albee ottenne tiepidi successi con Everything in the Garden (1967) e All Over (1971), portato al debutto a Broadway per la regia di John Gielgud. Nel 1974 vinse un secondo Premio Pulitzer per Marina, ma Albee aveva ormai perso il favore del pubblico e la pièce rimase in cartellone a Broadway per soli appena mesi.[13][14]

Nel 1980 The Lady from Dubuque rimase in scena a Broadway per sole venti repliche, mentre nel 1981 la sua riduzione teatrale di Lolita fu rappresentata appena dodici volte. Forte del successo ottenuto a Miami nel 1982, Albee prose The Man Who Had Three Arms a Broadway nel 1983, ma anche questa nuova pièce si rivelò un enorme fiasco.[15] Durante gli anni ottanta sperimentò anche con la regia della proprie opere, seppur con limitato successo: nel 1982 diresse la prima di Finding the Sun, nel 1986 portò al debutto Marriage Play e nel 1989 diresse un nuovo allestimento di Chi ha paura di Virginia Woolf?, in scena a Los Angeles con Glenda Jackson e John Lithgow.[16]

Gli ultimi successi (1994-2007)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994 Tre donne alte, descritta come la sua opera più autobiografica,[17] fu portata al debutto a Vienna e riproposta immediatamente nell'Off-Broadway, dove rimase in cartellone per oltre cincquecento rappresentazioni e valse ad Albee il suo terzo Premio Pulitzer.[18] Nel 1995 la pièce è stata portata in scena anche a Londra e in Italia.[19] Nel 1996 fu insignito del Kennedy Center Honors e della National Medal of Arts. Nel 2001 fu nuovamente candidato al Premio Pulitzer per The Play About the Baby, esordito in Inghilterra nel 1998 e poi portato in scena con successo per sei mesi nell'Off-Browdway.[20] Nel 2002 ottenne un ultimo trionfo con La capra o chi è Sylvia?, portato al debutto a Broadway e poi riproposto a Londra e in Italia nel 2004, forte della vittoria del Tony Award alla migliore opera teatrale e della quinta e ultima candidatura al Premio Pulitzer per la drammaturgia di Albee.[21][22]

Opere teatrali[modifica | modifica wikitesto]

Marina, nota introduttiva e traduzione di Corrado Augias, Torino, Einaudi, Collezione di teatro, 1977

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

National Medal of Arts - nastrino per uniforme ordinaria
Kennedy Center Honors - nastrino per uniforme ordinaria
— 8 dicembre 1996

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Bruce Weber, Edward Albee, Trenchant Playwright Who Laid Bare Modern Life, Dies at 88, su The New York Times, 16 settembre 2016. URL consultato il 24 giugno 2023.
  2. ^ (EN) Edward Albee and Absurdism, BRILL, 5 gennaio 2017, ISBN 978-90-04-32496-1. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  3. ^ (EN) Vanessa Thorpe, Vanessa Thorpe Arts e media correspondent, Edward Albee, Who’s Afraid of Virginia Woolf? playwright, dies aged 88, in The Observer, 17 settembre 2016. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  4. ^ (EN) Edward Albee, three-time Pulitzer-winning playwright and 'Who's Afraid of Virginia Woolf?' author, dies at 88, su Los Angeles Times, 17 settembre 2016. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  5. ^ Albee Mines His Larchmont Childhood, su archive.nytimes.com. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  6. ^ Who's Afraid of Edward Albee?: Funny, blunt, and opinionated, Edward Albee has something to say on everything from gay marriage to the state of theater to even The Golden Girls: Feature Story section: Metro Weekly magazine, su web.archive.org, 12 aprile 2014. URL consultato il 4 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2014).
  7. ^ (EN) Jonathan Thomas, Artist, Dies at 59, in The New York Times, 6 maggio 2005. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  8. ^ FRANCO CORDELLI, Morto il drammaturgo Edward Albee, opere come piccoli classici, su Corriere della Sera, 17 settembre 2016. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  9. ^ Overview: The Theater of Edward Albee, Cambridge University Press, 2017, pp. 8–16, ISBN 978-0-521-72695-5. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  10. ^ The Theater: Albee's 'Who's Afraid', su archive.nytimes.com. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  11. ^ Caterina D'Amico De Carvalho, Zeffirelli: scenografie : Roma, Palazzo Ruspoli, 1 marzo-23 aprile 1993, De Luca, 1993, ISBN 978-88-8016-001-4. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  12. ^ (EN) Walter Kerr, The Theater: Albee's 'A Delicate Balance' at the Martin Beck; Cronyn and Jessica Tandy in Cast Drama Directed by Alan Schneider, in The New York Times, 23 settembre 1966. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  13. ^ (EN) Edward Albee, Conversations with Edward Albee, Univ. Press of Mississippi, 1988, ISBN 978-0-87805-342-1. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  14. ^ (EN) Mel Gussow, Edward Albee: A Singular Journey: A Biography, Simon and Schuster, 27 novembre 2012, ISBN 978-1-4767-1170-6. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  15. ^ (EN) Phyllis T. Dircks, Edward Albee: A Literary Companion, McFarland, 10 marzo 2010, ISBN 978-0-7864-5659-8. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  16. ^ (EN) Sylvie Drake, Few Fears on This 'Virginia Woolf ' : Author Albee directs to keep control of his plays, su Los Angeles Times, 1º ottobre 1989. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  17. ^ (EN) Bruce Weber, On Stage, and Off, in The New York Times, 15 aprile 1994. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  18. ^ (EN) The Pulitzer Prizes, in The New York Times, 13 aprile 1994. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  19. ^ TRE DONNE ALTE DAVANTI ALLO SPECCHIO DELLA VITA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 18 marzo 1996. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  20. ^ (EN) Charles Isherwood, The Play About the Baby, su Variety, 2 febbraio 2001. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  21. ^ Catherine tradita per una capra, su web.archive.org, 22 novembre 2015. URL consultato il 4 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2015).
  22. ^ (EN) Matt Wolf e International Herald Tribune, Albee and the last taboos, in The New York Times, 18 febbraio 2004. URL consultato il 4 gennaio 2024.

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