Diaspro (sommergibile)
Diaspro | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Perla |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 21 settembre 1935 |
Varo | 5 luglio 1936 |
Entrata in servizio | 22 agosto 1936 |
Radiazione | 1º febbraio 1948 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 856,397 t |
Dislocamento in emersione | 697,254 t |
Lunghezza | fuori tutto 60,18 m |
Larghezza | 6,45 m |
Pescaggio | 4,66 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel FIAT da 1400 CV totali 2 motori elettrici CRDA da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 7,5 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2500 mn a 12 nodi o 5200 mn a 8 nodi in immersione:7 mn alla velocità di 7,5 nodi o 74 mn a 4 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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informazioni prese da [1] e[1] | |
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Il Diaspro è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
Dopo il completamento entrò a far parte della XXXV Squadriglia Sommergibili, con base a Messina[1].
Fu impiegato per un certo periodo nell'addestramento, dopo di che si decise di impiegarlo nella guerra di Spagna[1].
Il 5 agosto 1937, al comando del capitano di corvetta Giuseppe Mellina, partì per la sua prima missione di questo tipo, da svolgersi nel Canale di Sicilia, al largo di Capo Bon; il 13 attaccò un trasporto con il lancio di un siluro, andato a vuoto, così come fu infruttuoso un attacco ad un altro mercantile[1][2][3]. Svolse in tutto 25 manovre d'attacco con però due soli ed inutili lanci, rientrando alla base il 15 agosto[1][3].
Il 25 agosto salpò per la seconda (e ultima) missione spagnola[1], da effettuarsi al largo di Capo Oropesa[3]. Il 1º settembre, al sorgere del sole, individuò la nave cisterna britannica Woodford da 6987 tsl[2] (secondo altre fonti[1] tale nave sarebbe stata in realtà spagnola repubblicana, ed il nome Woodford un nominativo di copertura) e la attaccò con il lancio di due siluri[3]. La petroliera schivò le armi e diresse contro il Diaspro per speronarlo, ma quest'ultimo, eluso l'attacco, lanciò altri due siluri, che questa volta andarono a segno provocando l'affondamento del bersaglio[3]. Il sommergibile fece ritorno in porto il 5 settembre[1].
All'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale era di stanza a Cagliari, in seno alla 72ª Squadriglia Sommergibili (VII Grupsom)[2].
Nel primo periodo della guerra fu impiegato in funzione offensiva in Mar Tirreno[1].
Nel luglio 1940 fu inviato in agguato dapprima a nordovest dell'Asinara e poi al largo dell'isola La Galite[4].
In agosto operò al largo di Capo Bougaroni[4].
Il 1º settembre, durante l'operazione britannica «Hats», il Diaspro, in missione tra Capo Spartivento e l'isola La Galite, si venne a trovare ad una decina di miglia dalla Forza H britannica ma non poté attaccare perché individuato e ripetutamente attaccato da velivoli della portaerei Ark Royal, uno dei quali lo mitragliò venendo poi respinto dalla contraerea del battello[1][2][4][5].
Il 9 novembre 1940 lasciò Cagliari e fu inviato al largo dell'isola La Galite insieme ad altri quattro sommergibili in opposizione all'operazione britannica «Coat» (con vari obiettivi, tra i quali l'invio di navi da guerra da Gibilterra ad Alessandria, di un convoglio a Malta e in Grecia, l'attacco aerosilurante contro Taranto e l'attacco a convogli italiani nel Basso Adriatico), ma rientrò senza aver individuato unità nemiche[6].
Il 14 novembre uscì nuovamente in mare (insieme ai sommergibili Alagi ed Aradam) a contrasto di un'altra operazione britannica, la «White»: l'invio a Malta, da parte delle portaerei della Forza H, di 14 aerei[7]. Inviato a 315 miglia da La Galite[4], fu l'unico sommergibile ad avvistare una sola unità minore fra quelle appartenenti alla formazione britannica – composta due portaerei, un incrociatore da battaglia, due incrociatori ed otto cacciatorpediniere –, non riuscendo peraltro ad attaccarla[7].
Nel gennaio 1941, partito per una missione, dovette rientrare poco dopo causa guasti[4].
Svolse altre tre missioni di agguato in febbraio, maggio e giugno, rispettivamente a est di La Galite, una ventina di miglia a nord di Capo Blanc e a meridione della Sardegna, tutte prive di risultati[4].
Il 21 luglio, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta, salpò da Cagliari nel primo pomeriggio per portarsi al largo di Capo Bougaroni, 55 miglia al largo della costa, e pattugliare l'area compresa tra i meridiani 5° e 6° Est, a contrasto dell'operazione britannica «Substance» (consistente nell'invio di un convoglio a Malta)[1][8]. Il giorno seguente arrivò nella sua zona d'agguato, iniziando a pattugliarla in superficie immergendosi di tanto in tanto per effettuare rilevamenti idrofonici; ascoltati all'idrofono rumori di turbine, si mise sulle tracce delle navi avversarie riuscendo ad avvistarle alle 22.58, dopo sette ore di ricerca e 45 miglia di navigazione verso nord[1][8]. Il Diaspro si venne a trovare nelle vicinanze della formazione, mentre questa stava effettuando un cambio di rotta: alle 23.07, giunto a 1000-1300 metri, lanciò i quattro siluri prodieri contro alcuni incrociatori, e due minuti più tardi lanciò una coppiola di siluri contro una nave da battaglia ed una portaerei[1][2][4][8]. Il cacciatorpediniere HMAS Nestor avvistò le prime quattro armi e ne informò le altre navi, che accostarono a sinistra, mentre i due siluri poppieri transitarono sotto il suo scafo senza scoppiare (si trovavano infatti troppo in profondità, essendo stati regolati per colpire una nave di grandi dimensioni); subito dopo il caccia si mise alla ricerca del Diaspro, gettando parecchie bombe di profondità per un breve lasso di tempo, non causando comunque che danni lievi al sommergibile[1][2][4][8]. Dal Diaspro furono avvertiti due scoppi e lo stesso comandante della formazione inglese, ammiraglio J. F. Somerville, menzionò nel rapporto il rumore di quattro scoppi, senza tuttavia denunciare danneggiamenti (è probabile che i siluri siano esplosi una volta giunti a fine corsa, o che le esplosioni siano state quelle delle bombe di profondità del Nestor)[8].
Tra fine luglio ed inizio agosto il sommergibile fu inviato, con altri tre, a sudovest delle coste sarde per contrastare l'operazione britannica «Style» (consistente ancora nel rifornimento di Malta), ma non avvistò alcuna nave[9]; fu quindi spostato al largo di La Galite[4].
In settembre fu inizialmente posto in agguato al largo di La Galite[4]. Il 18, essendo in corso l'operazione britannica «Halberd» (si trattava di una missione di rifornimento di Malta, ma i comandi italiani pensarono potesse trattarsi di un'azione di bombardamento navale contro le coste italiane) fu dislocato in agguato difensivo a levante delle Baleari, a sudest di Minorca, in funzione difensiva (insieme ad altri tre sommergibili), ma la formazione britannica non passò in quelle acque[4][10]. Ricevette poi l'ordine di spostarsi verso sud, e infatti, alle 6.17 del 29 settembre, individuò le navi avversarie una quarantina di miglia a nordovest di Philippeville (nel punto 37°32' N e 6°45' E), passando quindi all'attacco con il lancio di due siluri: bersaglio fu il cacciatorpediniere HMS Gurkha, che però avvistò le armi e accostò rapidamente, evitando i siluri di pochi metri[1][4][10].
Il 20 ottobre 1941, in missione al largo di Capo Fer, avvistò le navi della Forza K (una formazione leggera britannica specializzata negli attacchi ai convogli italiani per la Libia) ma non poté attaccarle per la distanza troppo elevata[4][11].
Dal 1º aprile al 10 settembre 1942 operò per la Scuola Sommergibili di Pola, per la quale svolse 32 missioni di addestramento[2]. Fu poi ridislocato a Cagliari[2].
L'8 novembre 1942 fu coinvolto in una collisione in immersione con un altro sommergibile italiano, l'Alagi, nei pressi di Capo Bougaroni, durante la navigazione d'avvicinamento al proprio settore d'agguato; l'Alagi subì danni gravi, mentre il Diaspro non ebbe che avarie lievi che non gli impedirono la prosecuzione della missione[1][2]. Quattro giorni dopo, durante la medesima missione, il sommergibile forzò la rada di Bougie e da 1000 metri, avvistato un trasporto, gli lanciò quattro siluri: la nave li schivò contromanovrando[1][2][4]. Fu quindi lanciato un quinto siluro di cui fu avvertita la detonazione, ma non risulta che siano state colpite navi (probabilmente l'arma impattò contro la riva o contro un ostacolo)[1][4].
In dicembre operò al largo di Bona penetrando anche, il giorno 14, a Bona, senza conseguire risultati[4].
Il comandante Dotta passò poi le consegne al tenente di vascello Alberto Donato[1][2].
Nel maggio 1943 fu inviato ad ovest delle coste sarde[4].
In luglio fu inviato al largo sudovest di Sant'Antioco[4] ed il 13 luglio, di mattino, avvistò un mercantile di grandi dimensioni in navigazione nei pressi di Cap de Fer con la scorta di due corvette, e lo attaccò lanciando quattro siluri (ripartiti in due coppiole): furono avvertiti due violenti scoppi, ma non risultano danneggiamenti[1][2]. Il Diaspro subì poi caccia con cariche di profondità da parte di una delle corvette, ma ne uscì indenne[1].
Il 18 agosto, al largo di Stromboli, attaccò due cacciatorpediniere inglesi con il lancio di altrettanti siluri, che non andarono a segno[1][4]. L'indomani, di sera, mentre faceva ritorno a Napoli, individuò due cacciatorpediniere e alle 23.23 lanciò quattro siluri, a breve distanza l'uno dall'altro, contro una delle due navi: furono avvertiti due scoppi, segno di un possibile danneggiamento (ipotesi rafforzata dal fatto che il sommergibile, venuto a galla un'ora dopo l'attacco, vide un cacciatorpediniere apparentemente immobilizzato, anche se non lo poté attaccare perché era terminata la riserva di siluri) ma non vi sono riscontri[1][2][4].
Il 7 settembre 1943, nell'ambito del Piano «Zeta» di contrasto al previsto sbarco anglo-americano nell'Italia meridionale, fu disposto in agguato (unitamente ad altri dieci sommergibili) nel Basso Tirreno[12], prima nel Golfo di Salerno e poi al largo di Gaeta[4].
Dopo l'annuncio dell'armistizio trascorse tre giorni in mare, nel dubbio se obbedire o meno all'ordine di consegnarsi agli Alleati a Bona; il comandante Donato decise infine di eseguire gli ordini, dopo essersi consultato con i comandanti di altri due sommergibili[4]. Il Diaspro dovette comunque riparare su Cagliari, e non su Bona, causa problemi ai motori[1][2][4].
Fino ad allora aveva svolto 53 missioni di guerra (30 offensivo-esplorative, 32 addestrative e 23 di trasferimento), con 25.402 miglia percorse (21.345 in superficie e 3057)[1][2].
Nel marzo 1944, terminate le riparazioni, fu dislocato a Taranto, venendo impiegato per l'addestramento delle navi scorta italiane[1][2].
Il 17 luglio 1944 (al comando del tenente di vascello Emilio Botta) fu impiegato per una missione di trasporto e sbarco di incursori: li sbarcò in due gruppi, il primo a Zante ed il secondo a Cefalonia, facendo poi ritorno a Brindisi il 22 luglio[1][2][13].
Dall'aprile-maggio all'agosto 1945 fu adibito all'addestramento antisommergibile delle navi alleate, con base a Malta[1][2].
Durante la cobelligeranza effettuò in tutto 59 missioni, di cui 48 addestrative, con 4030 miglia nautiche percorse[2]. Disarmato a Taranto al termine del conflitto, fu radiato il 1º febbraio 1948 e demolito[1][2].
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac Museo della Cantieristica Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive..
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Sommergibile "Diaspro".
- ^ a b c d e Giorgerini, p. 197.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Regio sommergibile Diaspro.
- ^ Giorgerini, p. 244.
- ^ Giorgerini, p. 267.
- ^ a b Giorgerini, p. 270.
- ^ a b c d e Giorgerini, pp. 295-296.
- ^ Giorgerini, p. 297 e ss.
- ^ a b Giorgerini, p. 299 e ss.
- ^ Giorgerini, p. 301.
- ^ Giorgerini, p. 364.
- ^ Giorgerini, p. 380.
Bibliografia
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.