Colle Oppio

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Parco di Colle Oppio e delle Terme di Traiano
I giardini pubblici di Colle Oppio
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
IndirizzoMunicipio I (rione Monti)
Caratteristiche
Tipoparco storico[1]
Superficie11 ettari
Inaugurazione1871[1]
AperturaTutti i giorni dall'alba al tramonto
IngressiVia Mecenate, Via del Monte Oppio, Via Labicana
Luoghi d'interesseDomus Aurea, Terme di Traiano
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°53′36.29″N 12°29′47.55″E / 41.893413°N 12.496541°E41.893413; 12.496541

Il Colle Oppio, a Roma, è una delle tre alture che, assieme a Fagutal e Cispius, costituivano il Mons Esquilinus. È adibito a parco pubblico dal 1871.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pianta della Regio III (Colle Oppio)

Il colle fu sede di uno dei villaggi da cui sorse Roma, e la memoria di questa sorta di nobiltà civile era ancor viva in epoca repubblicana, stando ad un'iscrizione ritrovata presso le Sette Sale, alle Terme di Traiano, che cita il restauro del sacellum compitale fatto a spese degli abitanti (de pecunia montanorum).[2]

Tra il Fagutal e la parte nordoccidentale del colle Oppio si trovava il quartiere delle Carinae[3][4] dove, secondo la tradizione, Tullia avrebbe ucciso suo padre Servio Tullio, travolgendolo con il suo carro trainato dai cavalli.[5]

Nella suddivisione augustea della città il Mons Oppius fu compreso nella Regio III Isis et Serapis, così denominata per il grande tempio che sorgeva alle sue pendici sudorientali, tra le odierne via Labicana e via Merulana.

Già sede (in direzione del Vicus Suburanus) del Portico di Livia, l'altura fu occupata in epoca neroniana dalla Domus aurea e dalle successive Terme di Tito e di Traiano.

Vi si stabilirono poi, in epoca cristiana, il Titulus Eudoxiae (odierno San Pietro in Vincoli) e il Titulus Equitii (oggi San Martino ai Monti).

Oggi appartiene al rione Monti, di cui costituisce il polmone verde, ed è compreso tra via Labicana, via degli Annibaldi, via Cavour, via Giovanni Lanza, via Merulana. Le strade circostanti furono intensamente edificate tra fine ottocento e inizio novecento, mentre le emergenze archeologiche (quanto ne rimaneva, almeno, dalle spoliazioni) furono incluse nel vasto Parco del Colle Oppio, che digrada verso la valle del Colosseo.

I giardini pubblici[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1871, nell'ambito della riorganizzazione urbanistica a seguito dell'istituzione di Roma capitale, l'area venne destinata a giardini pubblici.

Fu però solo negli anni che vanno dal 1928 al 1936, sotto il regime fascista, che Colle Oppio assunse l'assetto attuale. Il progettista incaricato fu l'architetto paesaggista Raffaele De Vico. Fu forse avendo presente questa storia del parco che in uno dei ruderi si installò nel 1948, sindaco Salvatore Rebecchini, una delle prime sezioni romane (divenuta poi storica) prima del Movimento sociale e poi della destra neofascista romana giovanile [6]; la sede, divenuta abusiva, fu sfrattata nel 2017 dal sindaco Virginia Raggi[7], ma lo sfratto divenne esecutivo solo nel 2020, grazie al Covid.[8].

Nel 1935 vi era stata collocata una statua dedicata allo scrittore Alfredo Oriani, un bronzo opera di Ercole Drei.

L'estensione dei giardini è di 11 ettari; ingressi: viale del Monte Oppio, via delle Terme di Traiano, via Mecenate, via Labicana, via Nicola Salvi, via delle Terme di Tito.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Parco di Colle Oppio e delle Terme di Traiano, su 060608.it. URL consultato il 25-05-2010.
  2. ^ Si veda in Rodolfo Lanciani, Rovine e scavi di Roma antica, Roma 1985, pp. 312-321.
  3. ^ Thomas Henry Dyer, Ancient Rome: With a map of ancient Rome and numerous illustrations, Walton and Maberly, 1864, pp. 105–.
  4. ^ Filippo Coarelli, Rome and Environs: An Archaeological Guide, University of California Press, 10 maggio 2014, pp. 555–, ISBN 978-0-520-95780-0.
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 48.
  6. ^ Qui si costruì l'educazione politica pre-governativa di Giorgia Meloni, come si ricorda in “Meloni segreta”, dai “Gabbiani” di Colle Oppio a Palazzo Chigi: l’ascesa della prima premier donna, su lastampa.it. URL consultato il 17 giugno 2023. e altrove.
  7. ^ Si veda per la vicenda il servizio de L'inkiesta dell'11 novembre 2017 A Colle Oppio Virginia Raggi sfratta la storia della destra romana, su linkiesta.it. URL consultato il 17 giugno 2023.
  8. ^ Colle Oppio, da Meloni all’Arci, su romareport.it. URL consultato il 17 giugno 2023.
  9. ^ Passeggiate, parchi e giardini: Parco del Colle Oppio, su sovraintendenzaroma.it, Sovraintendenza del Comune di Roma. URL consultato il 10-05-2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Colle Oppio, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2019).
  • Parco del Colle Oppio, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019.
  • Foto della "Città dipinta", su archart.it. URL consultato il 13 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2009).
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