Chiesa di Sant'Apollinare Vescovo e Martire (Certosa di Pavia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Sant'Apollinare Vescovo e Martire
Facciata della chiesa di Sant'Apollinare Vescovo e Martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàTorriano (Certosa di Pavia)
Coordinate45°15′39.5″N 9°07′11.84″E / 45.260971°N 9.119955°E45.260971; 9.119955
Religionecattolica di rito romano
TitolareSant'Apollinare
Diocesi Pavia

La chiesa di Sant'Apollinare Vescovo e Martire è la parrocchiale di Torriano, frazione di Certosa di Pavia. Appartiene al vicariato V della diocesi di Pavia e risale al XV secolo.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima citazione che riguarda la parrocchia è rintracciabile nei documenti ecclesiastici relativi alla visita pastorale del 1460 compiuta da Amicus de Fossulanis.[3] In tali atti fu descritta come appartenente alla circoscrizione plebana di San Genesio.[2]

Il luogo di culto venne quindi edificato entro il XV secolo anche se non è noto il momento preciso. Un altro particolare che ci è pervenuto testimonia che le celebrazioni religiose erano affidate in quel periodo ad un monaco certosino.[1]

In una visita pastorale successiva che il vescovo titolare di Cesarea di Bitinia Angelo Peruzzi effettuò nella diocesi di Pavia nel 1576 risultò che la parrocchia apparteneva al vicariato di Mirabello.[2]

Nel 1769 risultò ancora legata al vicariato di Mirabello e nel 1792, dagli atti relativi allo stato delle parrocchie diocesane locali, le venne certificato un reddito pari a 590 lire.[2]

All'inizio del XIX secolo il patronato parrocchiale era in capo alla comunità locale. Alla fine del secolo (entro il 1887) venne elevata a dignità parrocchiale e secondo quanto si desume dagli atti visitali del 1898, il vescovo di Pavia Agostino Gaetano Riboldi attestò la presenza nella parrocchia di varie associazioni e confraternite, alcune dedicate alla Sacra Famiglia, al Santo Rosario, al Santissimo Sacramento, alle Figlie di Maria e ad altre finalità legate al culto.[2]

A partire dal XX secolo la chiesa con la sua parrocchia entrò nel vicariato di Certosa-Binasco. Dal 25 ottobre 1989 il vescovo di Pavia Giovanni Volta l'ha inserita nel vicariato V.[2]

Nei primi anni del XXI secolo, tra il 2003 e il 2005, fu oggetto di importanti lavori di restauro conservativo finanziato dalla CEI che interessarono la torre campanaria, col rifacimento del tetto e la nuova intonacatura di alcune pareti esterne.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il prospetto principale della chiesa, di aspetto classicheggiante e con due spioventi, è suddiviso in due ordini a loro volta sormontati dal frontone. Il portale di accesso riprende i motivi della facciata, con l'architrave ornata da un piccolo frontone con timpano decorato. Ai lati due cornici simulano nicchie, ed è verosimile che in origine contenessero immagini dipinte. La fiancata laterale sud ospita una cappella. La torre campanaria, che si trova a sinistra dell'edificio, è adiacente alla sagrestia, alla quale è collegato con una porta interna.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La navata interna è unica ed ampliata da sei cappelle laterali, tre per ogni suo lato. La copertura interna è con volte a botte ricche di decorazioni. Nella controfacciata è presente la cantoria con l'organo, e sul lato opposto il presbiterio è leggermente rialzato e il coro è di grandi dimensioni. Le pavimentazioni della sala sono in materiale cementizio policromo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Xenio Toscani, Aspetti di vita religiosa a Pavia nel secolo XV In appendice: Atti della visita pastorale di Amicus de Fossulanis alla città e diocesi nel 1460, Milano, A. Giuffrè, 1969, OCLC 987973406.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]