Chiesa di Santa Croce e San Bonaventura dei Lucchesi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Chiesa di San Nicola de Portiis)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Santa Croce e di San Bonaventura dei Lucchesi
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzovia dei Lucchesi - Roma
Coordinate41°53′58.85″N 12°29′04.06″E / 41.89968°N 12.48446°E41.89968; 12.48446
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Croce, Bonaventura da Bagnoregio
Diocesi Roma
ArchitettoMattia de Rossi
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1695
CompletamentoXIX secolo

La chiesa della Santa Croce e di San Bonaventura dei Lucchesi è una chiesa di Roma, nel rione Trevi, in via dei Lucchesi, tra la Fontana di Trevi e la Pontificia Università Gregoriana. È la chiesa nazionale dei lucchesi residenti a Roma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu costruita nel 1695 su una preesistente chiesa medievale, San Nicola de Portiis (o de Trivio), demolita nel 1685, e i cui resti sono visibili nei sotterranei della chiesa attuale.[1] L'antica chiesa, nel 1536 venne concessa da mons. Ludovico de Torres, per interessamento dei Colonna, ai padri cappuccini, che costruirono il loro convento nell'attiguo giardino, e la riedificarono per volere di Gregorio XIII nel 1575, dedicandola a san Bonaventura: la nuova chiesa fu consacrata nel 1580 dal vescovo Bartolomeo Doria. Essendosi poi i cappuccini, nel 1631, trasferiti nel nuovo convento presso Piazza Barberini, Urbano VIII concedette la chiesa ai Lucchesi, i quali avevano nell'Urbe una piccola comunità costituita soprattutto da mercanti e la dedicarono alla Santissima Croce, in virtù del culto reso al Volto Santo, antico Crocifisso ligneo venerato tuttora nella Cattedrale di Lucca.[2]

La nuova chiesa sorse su disegno di Mattia de Rossi e fu restaurata nel corso dell'Ottocento da Virginio Vespignani. Mattia de Rossi venne coadiuvato dai pittori lucchesi Giovanni Coli e Filippo Gherardi, che realizzarono gli affreschi della volta.[3] Essa, un tempo chiesa nazionale, è ora chiesa regionale dei Lucchesi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'interno presenta una armoniosa decorazione barocca di marmi e fregi d'oro. Nella controfacciata si trovano due statue in stucco che raffigurano i santi vescovi di Lucca Frediano e Paolino. La volta presenta quattro affreschi realizzati tra il 1673 e il 1677 dai pittori Coli e Gherardi, i cui temi sono la restituzione della Vera Croce a Gerusalemme da parte di Eraclio I e dei gruppi di angeli con il Velo della Veronica, con il Volto Santo e con gli strumenti di tortura di Cristo.

La chiesa presenta un'unica navata con tre cappelle per lato. La prima cappella del lato destro è dedicata a santa Zita ed è decorata da due putti di marmo di Lorenzo Ottoni e dagli affreschi realizzati da Lazzaro Baldi, che realizzò anche la pala d'altare.[4] Venne eretta nel 1708 da monsignor Fatinelli, che viene ricordato da una lapide e da un busto posti vicino all'ingresso della chiesa.[3][5] La cappella successiva è dedicata alla Santissima Trinità (in origine era dedicata alla Concezione) e fu eretta per ordine del lucchese Frediano Castagnari dall'architetto Simone Costanzi.[4] La Maria Immacolata sull'altare è del pittore Biagio Puccini, mentre le pareti furono affrescate da Domenico Muratori (Liberazione di una ossessa ad opera di san Lorenzo Giustiniani) e Francesco del Tintore (San Frediano che devia il corso del fiume Serchio).[5][6] La terza cappella del lato destro fu dedicata all'arcangelo Raffaele, che è il soggetto del dipinto a olio sull'altare di Agostino Tofanelli.[5]

La prima cappella laterale a sinistra è dedicata al Santissimo Crocifisso. Al centro si trova un crocifisso ligneo del diciottesimo secolo, mentre le pareti presentano due affreschi i cui temi sono tratti dalla Passione di Gesù.[7] La seconda cappella del lato sinistro è dedicata a Maria come Regina dei cieli e presenta un quadro della Madonna in adorazione attorniata dai dodici apostoli.[7] Sulle pareti si trovano due monumenti funebri e varie lapidi. Segue la terza cappella, quella di san Bonaventura (già dedicata all'Assunzione di Maria), che venne rifatta e abbellita da Pompeo Pierleoni.[7] La pala d'altare (forse della scuola del Domenichino)[4][6] ritrae Maria Assunta in cielo e i santi Francesco d'Assisi e Girolamo in contemplazione, mentre le pareti affrescate ritraggono alcuni santi, tra i quali Margherita da Cortona e Caterina da Siena.[8]

La pala dell'altare maggiore raffigura il Volto Santo, un crocifisso di legno che viene venerato nella cattedrale di San Martino a Lucca. Nel presbiterio si trova un dipinto raffigurante la Madonna di Lucca. Alla chiesa è annessa la casa generalizia della Società di Maria Riparatrice: la chiesa conserva le spoglie della beata Maria di Gesù, fondatrice della congregazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hülsen 1927, pp. 407–408.
  2. ^ Nibby 1839, p. 206.
  3. ^ a b Titi 1763, p. 312.
  4. ^ a b c Nibby 1839, p. 207.
  5. ^ a b c Tencajoli 1928, p. 69.
  6. ^ a b Titi 1763, p. 313.
  7. ^ a b c Tencajoli 1928, p. 70.
  8. ^ Tencajoli 1928, pp. 70-71.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN248322705 · GND (DE7678256-6 · WorldCat Identities (ENviaf-248322705