Benedetto Robazza

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Mario Benedetto Robazza (Roma, 2 marzo 1934Roma, 26 giugno 2020[1]) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato poco prima della seconda guerra mondiale, durante il conflitto rimase orfano di padre, deportato e morto in un tentativo di fuga. Nel 1941 morì anche il fratello minore, di meningite fulminante Robazza per un periodo visse di espedienti, a Trastevere, con la madre. Senza titoli di studio, nel 1952 si arruolò in marina. Divenne sottufficiale e pugile dilettante. Nel 1956 tornò a casa, dove eseguì i primi ritratti. Partì poi per il Belgio, dove seguì corsi di gemmologia.

Rientrato a Roma, realizzò un busto del calciatore Luciano Re Cecconi, Amore e solidarietà (consegnato nel 1979 a Sandro Pertini e l'anno dopo a Giovanni Paolo II), un bassorilievo in bronzo dedicato ad Aldo Moro e alla sua scorta e un altorilievo in memoria degli agenti Antonio Mea e Pierino Ollanu (uccisi nei pressi della sede romana della Democrazia Cristiana).

Altre sue opere sono il Cristo per la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Altamura e ritratti di Karol Wojtyła, Alcide De Gasperi, Franz Josef Strauß. Realizzò inoltre un monumento in bronzo ad Alfredo Rampi, e alla coppia regnante thailandese Sirikit e Bhumibol. Per le vittime del terrorismo realizzò il monumento della Madonna della Pace, in viale Mazzini a Roma, nonché il monumento ai caduti d'oltremare per il Sacrario di Bari. Realizzò il bronzo del giudice Girolamo Tartaglione, e uno in onore del Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan (opera affidata alla Casa Bianca, posta nella Sala Roosevelt).

Realizzò bassorilievi di numerose piazze romane e opere di ispirazione religiosa. Sua è anche la trasposizione in altorilievo dell'Inferno di Dante Alighieri, 90 metri quadri di marmo resina a rappresentare scene dei 34 canti della prima cantica della Divina Commedia. Tra le altre sculture, un cavallo di marmo donato al paese di Rocca Priora, dove è presente anche una fontana dell'artista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] "metamagazine.it", "27 giugno 2020"

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27870582 · ISNI (EN0000 0000 3075 6168 · LCCN (ENn96003096 · GND (DE118931490 · BNF (FRcb12134257q (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n96003096