Balma

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La barma detta Binò Alpelté[1], in località Binò, fa parte del Ecomuseo Walser di Gressoney-La-Trinité.

Una balma o barma (in francese balme, in provenzale baume, in tedesco Balm, in patois valdostano barme) è un tipo particolare di grotta antropizzata presente in aree alpine e prealpine, spesso creata da distacco e posa in pendio di un masso erratico dalla particolare struttura: è un riparo al quale la roccia fa da tetto.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Il termine è probabilmente di origine pre-celtica, in particolare ligure[2], oppure deriverebbe dal celtico bal-men, ossia pietra alta; un'altra ipotesi farebbe risalire l'etimologia dal latino valva, ossia apertura o finestra.[3]

Numerosi toponimi della Alpi Occidentali hanno origine da questo termine nelle sue diverse varianti, quali ad esempio quello del comune di Balme o il Colle della Barma e la punta omonima (al confine tra il Biellese e la Valle d'Aosta), oppure il villaggio di Barmasc nel comune di Ayas (che presenta il residuo di suffisso antico ligure -ascu).

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Solitamente consiste in un unico vano scavato sotto un grosso masso che funge da tetto e chiuso sui lati da uno o più muri a secco. Veniva utilizzato a bassa quota per il ricovero degli animali, del foraggio o della lettiera, a maggiore altezza si usa come ricovero di emergenza in caso di maltempo. Generalmente la barma è priva di porta, l'accesso è libero.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La balma è caratterizzata nella sua forma primitiva dalla presenza di una roccia sporgente al di sotto della quale si crea un "tetto" usato fin dall'epoca preistorica come rifugio, dapprima dagli animali e successivamente dagli uomini primitivi che ne fecero le loro prime abitazioni.

In una fase successiva dell'evoluzione dell'uomo, la balma venne spesso rinforzata da vere e proprie opere di muretti a secco a chiuderne i lati meno riparati. Successive migliorie architettoniche si sono avute con l'inserimento di mensole, lastre per il fuoco o per la conservazione degli alimenti. In alcune balme sono state trovate coppelle e incisioni rupestri cruciformi a indicare l'importanza di questi luoghi per le popolazioni antiche. Esempi più recenti di decorazione si hanno con la presenza di affreschi.

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

In Italia le balme sono presenti nelle zone alpine e prealpine della Valle d'Aosta, del Piemonte, della Lombardia e nel Canton Ticino.

Questo tipo di riparo roccioso è stato ritrovato, oltre che in Italia, in Catalogna, in Francia, in Germania meridionale, nella Svizzera romanda e nella Svizzera tedesca.

Uso[modifica | modifica wikitesto]

Interno della Barma di Ban
Interno della Barma di Ban, in Valle d'Aosta.

Usata ancora oggi come riparo temporaneo di bestie e pastori, durante la seconda guerra mondiale è servita anche da riparo ai partigiani. In certe zone di montagna i luoghi degli alpeggi hanno spesso una balma vicina, riutilizzata di anno in anno.

Un uso particolare della balma si ritrova in Valle d'Aosta: oltre che come riparo infatti si è sviluppato l'uso delle barme chiuse, che prendono il nome di barmet, cantine o stalle a seconda dell'uso al quale viene destinato il locale. Ogni anno si tiene a Villeneuve la Fiha di barmé, la festa dei barmé o barmet, che possono essere utilizzati anche per la viticultura, come deposito per l'acqua per preparare il verderame con cui irrorare i vigneti.[4]

Anche a Borgofranco d'Ivrea, nel Canavese, alle pendici della Serra varie cavità naturali chiamate Balmetti sono state adattate nei secoli dagli abitanti a cantine e deposito di alimenti, in cui la temperatura è costante grazie a circolazione d'aria provocata da complessi fenomeni geotermici naturali.[5]

In comune di Sanfront alle falde del Monte Bracco si trova la Balma Boves, un intero gruppo di edifici costruiti in un ampio riparo sotto roccia tutelati dall'istituzione di un museo.[6]

Le barme in Valle d'Aosta[modifica | modifica wikitesto]

Un esempio inconsueto di Barma priva di tetto si trova sul sentiero che collega i comuni di Antey-Saint-André e Chamois in Valle d'Aosta: si tratta di una spaccatura della roccia attraversata dalla mulattiera: l'altezza delle pareti offre riparo dalla pioggia che non cade perfettamente parallela alla roccia.

La Barma Souffrit nel comune di Donnas è decorata da un dipinto che rappresenta la Madonna ed è priva di muri perimetrali, il grande masso aggettante è sufficientemente esteso per offrire un riparo di fortuna.[7]

La Barma di Ban è tra le più belle della Valle d'Aosta: si trova nel comune di Bard, la sua superficie è di circa cento metri quadrati, l'altezza media di circa quattro metri ed è illuminata da tre piccole finestre; vi si accede da una piccola anticamera.

Antroponimo[modifica | modifica wikitesto]

Il termine Barma si ritrova in cognomi valdostani, come Barmasse a Valtournenche, e in Alta Savoia, come Balmat.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Walser Ecomuseum - Ecomuseo Walser, su comune.gressoneylatrinite.ao.it.
  2. ^ Varianti linguistiche francoprovenzali in Valle d'Aosta, su patoisvda.org. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2013).
  3. ^ a b Le Balme, su in-valgrande.it.
  4. ^ Valle d'Aosta: itinerari naturalistici e culturali: Percorso dei barmet, su naturaosta.it.
  5. ^ I Balmetti di Borgofranco lungo la Via Francigena morenica canavesana, su comune.borgofranco.to.it, 10 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2016).
  6. ^ Notturna a Balma Boves, in Piemonte Parchi, Regione PImonte, 14 Settembre 2019. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  7. ^ Barma Souffrit, su inalto.org.

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