Anselmo Ballester

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Ballester nel suo studio con il manichino Genoveffa

Anselmo Ballester (Roma, 15 luglio 1897Roma, 22 settembre 1974) è stato un pittore, illustratore e cartellonista cinematografico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anselmo Ballester nasce a Roma alla fine dell'Ottocento, figlio di Federico Ballester (Roma 1868-1926), pittore di origini spagnole. Segue sin da bambino l'attività artistica del padre, tanto da realizzare i primi lavori all'età di 15 anni.

Il manifesto cinematografico[modifica | modifica wikitesto]

Federico Ballester con i due figli e la moglie Altomira, all'Hotel Excelsior di Roma 1906

Dopo aver frequentato l'accademia di Belle Arti di Roma, si specializza, come attività prevalente, nella pubblicità cinematografica, lavorando per le più importanti case di produzione del cinema muto.

Ben presto affinerà il suo inconfondibile stile, per il quale sarà sempre più spesso richiesto dai committenti.

Nel suo studio di Roma, in via della Croce 50a, poi in via della Passeggiata Ripetta 19, per quasi 50 anni preparerà migliaia di schizzi e bozzetti per locandine e manifesti di tutti i formati.

Lavorerà, in misura minore, anche nel campo della pubblicità commerciale generica e politica.

Saranno le più importanti case di produzione e distribuzione di film a commissionargli lavori, che Ballester restituirà con bozzetti dipinti in colori e composizioni molto spesso spettacolari.

Dal 1914 lavorerà alla realizzazione di manifesti e materiale affine per la CINES, Caesar Film, Tespi Film, Cosmopolis, Guazzoni Film, Titanus, Minerva, Fox, Paramount, Manenti, Sangraf, Tirrenia, Lo Deserto, Nazionalcine, Sabaudia, Bassoli, Eagle Lion, Rank, RKO, De Laurentiis.

Tra i manifesti più famosi si ricordano Ombre rosse, Fronte del porto, Gilda.

Le idee per la composizione del manifesto venivano fissate in più "schizzi", dipinti su pezzi di carta o cartoncino di piccole dimensioni. Una volta selezionati gli schizzi, Ballester dipingeva i "bozzetti" a tempera. Le tempere venivano poi inviate per essere stampate - con l'aggiunta o il completamento delle scritte - come "poster" (in formato m. 100x140 o 140x200) e "locandine".

Schizzo preparativo per il film "Bellezze in cielo", con Rita Hayworth

La B.C.M.[modifica | modifica wikitesto]

Si associa negli anni venti, con alcuni colleghi per pianificare la grande quantità di lavori da svolgere; divideranno, con lui, l'attività pittori come Alfredo Capitani e Luigi Martinati, fondando la B.C.M.

Negli anni 30 realizza diversi manifesti per i film di Alida Valli, tra cui:

La pubblicità per le major USA[modifica | modifica wikitesto]

Le maggiori case americane MGM, Warner Bros., Columbia, RKO si avvarranno del suo talento, per far conoscere al pubblico le loro produzioni hollywoodiane, ma lavora con frequenza anche per committenti italiani come Cines, ICI, Tirrenia, CEIAD, Variety Film.

Il manichino Genoveffa usato da Ballester come modello per la realizzazione dei suoi manifesti, ex Museo internazionale del cinema e dello spettacolo di Roma 1999

Alcuni manifesti del cinema americano:

Il cinema italiano[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essere stato un assiduo illustratore per il cinema muto italiano, prosegue la produzione per quello degli anni successivi.

Roma 1932 Circolo artisti a via Margutta da sinistra: Marchi, Luigi Martinati, Walter Roveroni, Ballester, Tito Corbella, Alfredo Capitani

Nel 1930 prepara i bozzetti per i manifesti del primo film sonoro italiano La canzone dell'amore.

Alcuni manifesti per il cinema italiano:

Il cinema europeo[modifica | modifica wikitesto]

Il manifesto pubblicitario e politico[modifica | modifica wikitesto]

Meno importante per quantità la produzione di manifesti di tematica diversa da quella del cinema. Tra gli altri quelli per:

  • Amilcare Piperno al Corso (1922)
  • Magazzini Coen (1922)
  • Sanremo (1925)
  • Gran Premio automobilistico di Roma (1925)
  • Cognac al caffè (1925)
  • Assicurazioni d'Italia (1936)
  • Pellegrinaggio nazionale a Pompei (1936)
  • Il corriere parlamentare (1920)

Lavorerà ininterrottamente sino all'inizio degli anni 60, poi abbandonerà l'attività di cartellonista cinematografico per quella di pittore puro e ritrattista.

Muore a Roma il 22 settembre 1974.

Collezioni permanenti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Anselmo Ballester: le origini del manifesto cinematografico, Università di Parma, Centro studi e archivio della comunicazione, 1981
  • AA.VV., Eroi di mille leggende: manifesti cinematografici 1930/1960, Casalecchio di Reno: Grafis, 1993(catalogo della mostra tenuta a Bologna nel 1993-1994)
  • AA.VV., Il cinema dipinto: Cento anni di immagini dai pittori italiani di cinema (catalogo della mostra al Palazzo delle esposizioni, Roma 22 novembre – 10 dicembre 1995)
  • Riccardo Palmieri, Arti grafiche nel cinema muto europeo, edizioni MICS, Roma 1995
  • Dave Kehr, Italian Film Posters, The Museum of Modern Art, September 2003
  • Paolo Marinozzi, Cinema a Pennello: un bozzetto di storia (catalogo Museo Cinema a Pennello)
  • Pittori di Cinema, Maurizio Baroni, Lazy Dog Press, 2018

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