Natan Sharansky

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«Trent’anni fa sapevo che il mondo libero sarebbe stato dalla mia parte, oggi i dissidenti non godono del beneficio di sapere che qualcuno avrà a cuore la loro sorte in carcere, che la comunità internazionale richiederà il loro rilascio, che il popolo marcerà per la loro libertà[1]»

Natan Sharansky

Vice-primo ministro di Israele
Durata mandato7 marzo 2001 –
28 febbraio 2003
Capo del governoAriel Sharon
PredecessoreSilvan Shalom
SuccessoreEli Yishai

Ministro dell'interno di Israele
Durata mandato6 luglio 1999 –
11 luglio 2000
Capo del governoEhud Barak
PredecessoreEli Suissa
SuccessoreHaim Ramon

Ministro dell'industria e del commercio di Israele
Durata mandato18 giugno 1996 –
6 luglio 1999
Capo del governoBenjamin Netanyahu
PredecessoreMichael Harish
SuccessoreRan Cohen

Ministro dell'edilizia abitativa e della costruzione di Israele
Durata mandato7 marzo 2001 –
28 febbraio 2003
Capo del governoAriel Sharon
PredecessoreBinyamin Ben-Eliezer
SuccessoreEffi Eitam

Ministro degli affari di Gerusalemme e della diaspora
Durata mandato3 marzo 2003 –
4 maggio 2005
Capo del governoAriel Sharon
PredecessoreEli Suissa
SuccessoreHaim Ramon

Dati generali
Partito politicoYisrael BaAliyah
(1996-2003)
Likud
(2006)
FirmaFirma di Natan Sharansky
Anatolij Borisovič Ščaranskij

Anatolij Borisovič Ščaranskij (in russo Анатолий Борисович Щаранский?; Donec'k, 20 gennaio 1948) è un politico, scrittore e matematico sovietico naturalizzato israeliano, più noto con il nome di Natan Sharansky (ebraico: נתן שרנסקי).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anatolij Borisovič Ščaranskij nacque da una famiglia ebrea e si laureò in matematica applicata all'Istituto di fisica e tecnologia di Mosca. Dopo che nel 1973 gli fu negato il visto di espatrio per Israele per ragioni di sicurezza nazionale, lavorò come interprete di inglese per il famoso fisico e dissidente Andrej Sacharov, divenendo a sua volta attivista per i diritti umani. Sharansky fu anche tra i fondatori oltre che portavoce dell'Helsinki Watch Group di Mosca, un movimento costituito da ebrei e Refusenik, noto anche come gruppo di Jurij Orlov. La richiesta di matrimonio avanzata da Sharansky nel 1974 fu respinta dalle autorità sovietiche. Sposò quindi la moglie Avital con una cerimonia religiosa non riconosciuta dallo Stato, in una sinagoga di Mosca. Hanno due figlie, Rachel ed Hannah.

Nel marzo 1977 fu arrestato e nel luglio dell'anno dopo condannato a 13 anni di lavori forzati per tradimento e spionaggio a favore degli Stati Uniti. Dopo una detenzione di 16 mesi nella prigione di Lefortovo fu trasferito nel gulag siberiano Perm-36 dove rimase nove anni. La sorte di Sharansky e di altri prigionieri politici fu ripetutamente portata all'attenzione pubblica da parte di diplomatici e difensori dei diritti umani occidentali, creando imbarazzo ed irritazione alle autorità sovietiche. Finalmente nel 1986 fu trasferito in Repubblica Democratica Tedesca e a Berlino Ovest attraverso il Ponte di Glienicke in cambio di due spie sovietiche: Karl Koecher e sua moglie Hana. Famoso per la resistenza opposta durante la detenzione, non si smentì neppure in occasione della liberazione: gli venne chiesto di camminare diritto verso la sua libertà e lui avanzò invece zigzagando come ultimo atto di sfida. Sharansky emigrò, quindi, in Israele dove prese il nome proprio ebraico di Natan.

Nel 1986 il Congresso degli Stati Uniti lo premiò con la Medaglia d'onore del Congresso.[2] Nel 1988 Sharansky è stato eletto presidente dello Zionist Forum, un'organizzazione sionista che raccoglie ex dissidenti sovietici. Sharansky ha anche collaborato con il The Jerusalem Report ed è un membro direttivo di Peace Watch. Sharansky è segretario del partito politico Israel Ba-Aliya ("Israele per aliya" o, come gioco di parole, "Israel on the rise") da lui stesso fondato insieme a Yuli Edelstein, un altro dissidente dell'ex Unione Sovietica, nel 1995. Questo partito si propone la promozione dell'assimilazione degli ebrei sovietici nella società israeliana. Presentatosi alle elezioni del 1996 con lo slogan i suoi leader prima vanno in prigione e solo dopo in politica conquistò sette seggi alla Knesset.[3]

Ha ricoperto il ruolo di Vice primo ministro di Israele, Ministro per l'edilizia fino al marzo 2001, Ministro degli interni (dal luglio 1999 fino alle dimissioni date nel luglio 2000), Ministro per l'industria ed il commercio (1996-1999). Da marzo 2003 a maggio 2005 Sharansky è stato membro del gabinetto di Ariel Sharon, nella qualità di Ministro senza portafoglio con delega su Gerusalemme e la Diaspora ebraica. Si dimise il 2 maggio 2005 per protesta contro il piano del Likud sul ritiro degli insediamenti dalla Striscia di Gaza. Nel 2005 Sharansky ha partecipato a They Chose Freedom, un documentario televisivo in quattro puntate sulla storia del dissenso sovietico.

La rivista Time nel 2005 lo ha elencato all'undicesimo posto della sua lista delle 100 persone più influenti nella categoria "scienziati e pensatori". Attualmente è un esponente di rilievo dello Shalem Center, l'istituto di ricerca di Gerusalemme che pubblica la rivista Azure.[4] Nel 2006 il Presidente statunitense George W. Bush gli assegnò la medaglia presidenziale della libertà.[5] È stato rieletto alla Knesset nel marzo 2006 nelle file del Likud. Nell'ottobre 2006 si diffuse la notizia del suo ritiro dalla politica[6] e il 20 novembre successivo diede le dimissioni dalla Knesset, per dedicarsi agli impegni scientifici. Dal 2009 al 2018 è stato presidente dell'Agenzia ebraica.[7][8] Sharansky è un noto appartenente allo Shalem Center, del quale è responsabile dell'istituto di studi strategici.[9]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il suo libro The Case For Democracy: The Power of Freedom to Overcome Tyranny and Terror, scritto in collaborazione con Ron Dermer, divenne una lettura obbligata ("must read") ad Embassy Row, l'area che ospita le ambasciate di Washington. Ha moto influenzato anche il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ed altri funzionari che poi chiesero ai loro collaboratori di leggere il libro:

«Se vuoi farti un'idea di ciò che penso in politica estera leggi il libro di Natan Sharansky "The Case for Democracy"... personalmente lo inserirei nell'elenco delle letture da raccomandare per gli uomini di governo e soprattutto per gli opinion maker. È breve ed è ben fatto. Quest'uomo è una figura eroica, come sai. È un grande libro.[10][11][12]»

Nel libro Sharansky parla della libertà politica come un elemento essenziale per la sicurezza e la prosperità, affermando che ogni popolo ed ogni nazione merita di vivere libera ed in una società democratica. Suggerendo la "verifica della piazza cittadina", Sharansky argomenta che diritti umani, sicurezza e stabilità possono essere conseguiti solo liberando la gente dagli oppressori per farli vivere in società dove ciascuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Per questa ragione, conclude, il mondo libero deve insistere sulla strada della promozione della democrazia tra i popoli oppressi, invece di adottare politiche di appeasement (rapporti pacifici) con dittature e fare affari con regimi tirannici.

«Ho quindi spiegato perché la democrazia sia cruciale per la stabilità e la sicurezza internazionali, perché la connessione ha avuto tanto successo durante la guerra fredda e perché il mondo libero ha tradito i suoi principi ad Oslo. Ho tracciato il mio piano per aiutare i palestinesi a costruire una società libera ed aiutare Israele ed i palestinesi a forgiare un pace duratura.[13][14]»

Sharansky pensa che molte delle sue critiche richiedano una posizione dura verso i palestinesi, argomentando che non ci sarà mai una pace tra Israele e i palestinesi fino a che questi ultimi non avranno liberato la loro società da gruppi terroristici come Hamas e dall'antisemitismo. I suoi critici trovano incompatibile il sionismo di Sharansky con la sua lotta per i diritti umani e la democrazia. In un'intervista ad Ha'aretz del 2005, ha affermato che

«Gli Ebrei sono qui da 3.000 anni e questa è la culla della civiltà ebraica. Gli Ebrei sono l'unico popolo nella storia che è rimasto leale alla sua identità ed alla sua terra per 2.000 anni di esilio e senza dubbio ha il diritto di mantenere un posto tra le nazioni, non solo storicamente, ma anche geograficamente. Riguardo ai palestinesi, che discendono dagli arabi immigrati negli ultimi 200 anni, hanno il diritto di avere un loro stato, se lo vorranno... ma non a spese dello stato di Israele.[15]»

Scacchi[modifica | modifica wikitesto]

Da bambino Sharansky era un prodigio degli scacchi, qualità molto valutata nell'Unione Sovietica. Prese parte a manifestazioni in cui giocava bendato o con più avversari, spesso adulti. Ha affermato che, da detenuto in isolamento, giocava partite a scacchi a mente contro sé stesso.

Sharansky, in una manifestazione scacchistica tenutasi in Israele nel 1996, ha battuto il campione Garry Kasparov.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro del Congresso (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria
Ronald Reagan Freedom Award (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Obama tradisce la dissidenza araba - [ Il Foglio.it › Zakor ].[collegamento interrotto]
  2. ^ Congressional Gold Medal recipients, su clerk.house.gov. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  3. ^ Natan Sharansky, Ron Dermer: The Case for Democracy: The Power of Freedom to Overcome Tyranny and Terror p.xxiii
  4. ^ Azure: Ideas for the Jewish Nation. rivista trimestrale in inglese ed ebraico dello Shalem Center di Jerusalem
  5. ^ Presidential Medal of Freedom Recipients. The White House. Office of the Press Secretary. December 7, 2006
  6. ^ Sharansky plans to resign from politics.[collegamento interrotto] (The Jerusalem Post, October 11, 2006)
  7. ^ JEWISH AGENCY BOARD OF GOVERNORS UNANIMOUSLY ELECTS NATAN SHARANSKY AS CHAIRMAN OF THE EXECUTIVE - JAFI.ORG.
  8. ^ https://www.jewishagency.org/isaac-herzog-bio/
  9. ^ Shalem Center Institute for International and Middle East Studies (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2007).
  10. ^ If you want a glimpse of how I think about foreign policy read Natan Sharansky's book, The Case for Democracy... For government, particularly — for opinion makers, I would put it on your recommended reading list. It's short and it's good. This guy is a heroic figure, as you know. It's a great book."
  11. ^ What the president reads. By John F. Dickerson (CNN)
  12. ^ Honoring Democracy. From the January 24, 2005 issue: Honor points the path of duty; the path of duty for us is the defense of liberty. (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2007). by William Kristol. 01/24/2005, Volume 010, Issue 18.
  13. ^ I then explained why democracy was so crucial to international stability and security, why linkage had been so successful during the Cold War, and why the free world had betrayed its democratic principles at Oslo. I outlined my plan to help the Palestinians build a free society and help Israelis and Palestinians forge a lasting peace.
  14. ^ Sharansky’s Case For Democracy (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2005). di Carol Devine-Molin (12/13/04)
  15. ^ Sharansky's Double Standard. For the advocate of universal democracy, human rights don't begin at home (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2008). di Michael C. Desch (The American Conservative. 28 marzo 2005)
  16. ^ Genesis Prize.
  17. ^ White House.
  18. ^ https://www.alamy.es/natan-sharansky-speaks-after-receiving-the-2008-ronald-reagan-freedom-award-during-a-ceremony-in-washington-september-17-2008-sharansky-former-soviet-dissident-political-prisoner-and-israeli-politician-joins-nine-other-previous-award-recipients-which-include-mikhail-gorbachev-lady-margaret-thatcher-and-former-president-george-h-w-bush-reuters-jason-reed-united-states-image380415555.html Alamy]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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