32 dicembre

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32 dicembre
Enzo Cannavale e Franco Javarone in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1988
Durata101 min
Generecommedia
RegiaLuciano De Crescenzo
SoggettoLidia Ravera, Luciano De Crescenzo
SceneggiaturaLidia Ravera, Luciano De Crescenzo
ProduttoreMario Orfini, Emilio Bolles
Distribuzione in italianoMedusa Distribuzione
FotografiaDanilo Desideri
MontaggioAnna Rosa Napoli
MusicheTullio De Piscopo
ScenografiaCarlo Leva
CostumiTiziana Mancini
Interpreti e personaggi
Ypocrites:

La gialla farfalla:

I penultimi fuochi:

Episodi
  • Ypocrites
  • La gialla farfalla
  • I penultimi fuochi

32 dicembre è un film a episodi del 1988 diretto e interpretato da Luciano De Crescenzo.

Ispirato al suo libro Oi dialogoi, il film è diviso in tre episodi: Ypocrites, La gialla farfalla e I penultimi fuochi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Ypocrites[modifica | modifica wikitesto]

Roma. Il cavalier Sanfilippo si crede Socrate ed è stato appena dimesso dal manicomio; la moglie scrittura due comparse di Cinecittà per impersonare Aristippo e Antistene, discepoli del filosofo. Tutta la famiglia collabora: la moglie si finge Santippe e la domestica Mirto, la concubina; ogni personaggio indossa il costume adatto. Guida l'operazione, da una stanza dell'appartamento, uno strano psichiatra, che si diverte a disorientare i due malcapitati attori, dimostrando loro la relatività del concetto di presente, passato e futuro.

I discepoli assecondano le stranezze di Socrate fin quando quest'ultimo rivela loro di non essere pazzo affatto: la matta è sua moglie, colei che si finge Santippe, ed egli la asseconda per amore. Saverio e Salvatore, disorientati, chiedono lumi allo psichiatra che confessa che i pazzi sono sia il cavaliere che sua moglie; ma non basta, perché alla fine la domestica rivela ai due attori che il vero pazzo è lo psichiatra, che è in realtà il cugino della signora e di giorno in giorno alterna vari travestimenti: da psichiatra, da prete e da astronomo.

La gialla farfalla[modifica | modifica wikitesto]

Carlotta, una nonna di 65 anni, ancora bella, ma soprattutto giovane di spirito, col suo coetaneo e innamorato Ferruccio va a trascorrere una vacanza segreta a Capri, poi decide addirittura di sposarlo, gettando nello scompiglio la famiglia (e soprattutto la nuora), che teme di perdere la futura eredità e agisce quindi in modo da privarla dei suoi averi. Però Carlotta, aiutata dalla nipotina Mimma, riuscirà con un tranello a farsi dare 50 milioni e partirà per Parigi col suo amato.

I penultimi fuochi[modifica | modifica wikitesto]

A Napoli, un disoccupato, Alfonso, il 31 dicembre è molto amareggiato perché, non avendo denaro, non può esaudire il grande desiderio dei figli di comprare, per quella notte, i botti. Egli ha infatti trascorso l'ultima giornata dell'anno alla ricerca di qualcuno che gli prestasse 100.000 lire per comprare i botti. Dopo aver ottenuto una serie di rifiuti da alcuni amici, Alfonso si rivolge al fratello, il quale è ben disposto a prestargli 100.000 lire, a patto che Alfonso si faccia umiliare davanti ad amici e parenti raccontando come ha sperperato l'eredità che gli aveva lasciato il defunto padre.

Poiché Alfonso decide di non sopportare l'ennesima umiliazione, torna a casa senza aver comprato i botti per i suoi figli, i quali a mezzanotte, mentre tutta la città fa festa coi fuochi artificiali, vanno a letto piangendo. Ma il papà ha promesso loro che, non appena egli avrà dei soldi, festeggeranno il Capodanno, in un giorno qualsiasi. E il 12 gennaio Alfonso mantiene la promessa e la sua famiglia fa "i botti" quella notte. Cosicché lui viene denunciato da un vicino per schiamazzi notturni, ma si salva dal guaio grazie alla sua innata furberia: il vicino che lo aveva denunciato era il questore Caradonna, che la notte di Capodanno aveva anch'egli fatto esplodere dei fuochi d'artificio, cosa teoricamente vietata dal'art. 703 del codice penale.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1988, su Nastro d'argento. URL consultato il 16 gennaio 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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