Yo! Bum Rush the Show

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Yo! Bum Rush the Show
album in studio
ArtistaPublic Enemy
Pubblicazione10 febbraio 1987Bandiera degli Stati Uniti
Durata46:44
Dischi1
Tracce12
GenereHardcore hip hop
East Coast hip hop
Golden age hip hop
Political hip hop
EtichettaDef Jam
ProduttoreRick Rubin
Bill Stephney
The Bomb Squad
Registrazione1986, Spectrum City Studios, Hempstead, New York
FormatiCD
LP
Musicassetta
Noten. 125 Bandiera degli Stati Uniti
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[1]
(vendite: 500 000+)
Public Enemy - cronologia
Album precedente
Singoli
  1. Public Enemy No. 1
    Pubblicato: marzo 1987
  2. You're Gonna Get Yours
    Pubblicato: maggio 1987
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[2]
Christgau's Record GuideB+[3]
Encyclopedia of Popular Music[4]
The Guardian[5]
MusicHound R&B[6]
NME9/10[7]
Q[8]
The Rolling Stone Album Guide[9]
Spin Alternative Record Guide7/10[10]
Sputnikmusic[11]

Yo! Bum Rush the Show è l'album di debutto del gruppo hip hop newyorkese Public Enemy. Il disco venne pubblicato negli Stati Uniti il 10 febbraio 1987 dalla Def Jam Recordings.

L'album raggiunse la posizione numero 125 della classifica Billboard 200 e la numero 28 nella classifica Top Black Albums. NME nominò il disco miglior album dell'anno 1987.[12] Insieme a Licensed to Ill (1986) dei Beastie Boys e Radio di LL Cool J (1985), il critico musicale Cheo H. Coker ha citato Yo! Bum Rush the Show come uno dei tre album più influenti nella storia dell'hip hop.[13] Nel 2003 l'album venne posizionato al 497º posto nella lista dei 500 migliori album di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone, ma fu eliminato dalla lista nell'aggiornamento del 2012.[14]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Registrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il disco venne registrato nel 1986 presso gli Spectrum City Studios di Hempstead, New York,[2] e divenne uno degli album hip hop di maggior successo all'epoca, anche se fu accolto in maniera controversa dalle stazioni radiofoniche e dalla critica in parte a causa dell'estremismo dei testi del leader del gruppo Chuck D in materia di nazionalismo nero.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Yo! Bum Rush the Show contiene l'esordio dello stile produttivo del team The Bomb Squad incentrato sui campionamenti, che si svilupperà completamente nei successivi lavori del gruppo.[15] Joe Brown del The Washington Post descrisse l'album "un'aggressione da ghetto più seria", rispetto a Licensed to Ill (1986) dei colleghi di etichetta Beastie Boys.[16] Circa il loro stile musicale, Brown scrisse: "Il rap medio e minimalista dei Public Enemy è caratterizzato da un'assoluta assenza di melodia: il suono spaventoso è solo un battito pulsante, una batteria dura e un gemito elettronico progettato per irritare, come il trapano di un dentista o una zanzara persistente".[16] Inoltre, il sound del disco è caratterizzato e accentuato dallo scratching di DJ Terminator X.[17] Il giornalista del Chicago Tribune Daniel Brogan descrisse lo stile dei Public Enemy sull'album "crudo e conflittuale", scrivendo che il gruppo "non punta o non ha la possibilità di effettuare del crossover musicale".[18]

Copertina[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il giornalista musicale Jeff Chang, i Public Enemy abbracciarono l'estetica "rivoluzionaria del radicalismo nero underground" e utilizzarono la copertina del loro album di debutto per illustrare la rinascita dell'impegno nella militanza politica. La copertina mostra il gruppo in uno scantinato scarsamente illuminato, "mentre si prepara a riportare alla ribalta la militanza nera nell'epoca del Reaganismo", come descrisse Chang paragonando l'immagine a quella dell'album Criminal Minded dei Boogie Down Productions (1987). Chuck D è mostrato vestito di bianco in abiti islamici, Professor Griff è all'estrema destra e indossa sul capo un basco militare rosso, e Flavor Flav stende la propria mano sopra un giradischi, quasi come se volesse "benedire" il disco in vinile. Appena sotto il titolo dell'album, in basso sulla copertina è presente un testo stampato in caratteri più piccoli che recita: "THE GOVERNMENT'S RESPONSIBLE . . . THE GOVERNMENT'S RESPONSIBLE . . . THE GOVERNMENT'S RESPONSIBLE . . ."[19] La copertina segna la prima apparizione del logo dei Public Enemy, la silhouette di un afroamericano a braccia incrociate dentro il mirino di un fucile da cecchino.[20]

Pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

Yo! Bum Rush the Show venne pubblicato il 10 febbraio 1987 da Def Jam Recordings e Columbia Records.[21] Per promuovere il disco furono da esso estratti due singoli pubblicati lo stesso anno: Public Enemy No. 1 a marzo e You're Gonna Get Yours a maggio.[21]

L'album fu ampiamente ignorato dalle programmazioni radiofoniche delle principali stazioni radio[22] incluse quelle dedicate alla musica nera.[23] In classifica l'album raggiunse la posizione numero 125 nella Billboard Top LPs e la numero 28 nella Top Black Albums negli Stati Uniti.[24] Tuttavia, nonostante gli scarsi passaggi radiofonici, il giornalista Jon Pareles riportò il fatto che nel maggio 1987, Yo! Bum Rush the Show era diventato uno dei dischi hip hop più venduti.[25] Entro l'anno successivo, il disco aveva venduto più di 300,000 copie negli Stati Uniti d'America,[22] e oltre 400,000 nel 1989.[26] Il 3 ottobre 1994 l'album è stato certificato disco d'oro dalla Recording Industry Association of America, con vendite superiori alle 500,000 copie.[27]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. You're Gonna Get Yours – 4:04
  2. Sophisticated Bitch – 4:30
  3. Miuzi Weighs a Ton – 5:44
  4. Timebomb – 2:54
  5. Too Much Posse – 2:25
  6. Rightstarter (Message to a Black Man) – 3:48
  7. Public Enemy No. 1 – 4:41
  8. M.P.E. – 3:44
  9. Yo! Bum Rush the Show – 4:25
  10. Raise the Roof – 5:18
  11. Megablast – 2:51
  12. Terminator X Speaks With His Hands – 2:13

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Public Enemy - Yo! Bum Rush the Show – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 14 marzo 2018.
  2. ^ a b Stephen Thomas Erlewine, Yo! Bum Rush the Show – Public Enemy, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  3. ^ Robert Christgau, Public Enemy: Yo! Bum Rush the Show, in Christgau's Record Guide: The '80s, Pantheon Books, 1990, ISBN 0-679-73015-X. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  4. ^ Colin Larkin, The Encyclopedia of Popular Music, 5th concise, Omnibus Press, 2011, ISBN 0-85712-595-8.
  5. ^ Burhan Wasir, Reissues: Public Enemy, in The Guardian, 21 luglio 1995.
  6. ^ Gary Graff, Josh Freedom du Lac e Jim McFarlin (a cura di), Public Enemy, in MusicHound R&B: The Essential Album Guide, Visible Ink Press, 1998, ISBN 1-57859-026-4.
  7. ^ Public Enemy: Yo! Bum Rush the Show, in NME, 15 luglio 1995, p. 47.
  8. ^ Public Enemy: Yo! Bum Rush the Show, in Q, n. 108, settembre 1995, p. 132.
  9. ^ Peter Relic, Public Enemy, in Nathan Brackett e Christian Hoard (a cura di), The New Rolling Stone Album Guide, 4th, Simon & Schuster, 2004, pp. 661–662, ISBN 0-7432-0169-8.
  10. ^ Eric Weisbard e Craig Marks (a cura di), Public Enemy, in Spin Alternative Record Guide, New York, Vintage Books, 1995, ISBN 0-679-75574-8.
  11. ^ Andrew (alias br3ad_man) Hartwig, Public Enemy – Yo! Bum Rush the Show, su sputnikmusic.com, Sputnikmusic, 16 gennaio 2005. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  12. ^ Staff. Albums of the Year Critic Poll. NME.
  13. ^ Coker, Cheo H. "What a Rush". Vibe: 86–90. dicembre 1995.
  14. ^ Staff. RS500: 497) Yo! Bum Rush the Show Archiviato il 17 marzo 2010 in Internet Archive.. Rolling Stone.
  15. ^ Columnist. Hip-Hop's Greatest Year: It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back Archiviato il 25 marzo 2010 in Internet Archive.. Rolling Stone.
  16. ^ a b Brown, Joe. "A Bestiary of Beastly Boys Archiviato il 24 ottobre 2012 in Internet Archive.". The Washington Post: n.15. 3 aprile 1987.
  17. ^ Jenkins, Mark. "Review: Yo! Bum Rush the Show Archiviato il 24 ottobre 2012 in Internet Archive.". The Washington Post: d.07. 1º luglio, 1987.
  18. ^ Brogan, Daniel. "Review: Yo! Bum Rush the Show". Chicago Tribune: 48. 3 aprile 1987.
  19. ^ Chang, 2005, p. 248
  20. ^ Pareles, Jon. Review: Apocalypse 91 ... the Enemy Strikes Black. The New York Times.
  21. ^ a b Strong (2004), p. 1226.
  22. ^ a b Robert Hilburn, Public Enemy Merges Punk, Rap, in Los Angeles Times, 9 luglio 1988. URL consultato il 9 novembre 2018.
  23. ^ Chang, 2005, p. 250
  24. ^ Billboard Albums: Revolverlution. Allmusic.
  25. ^ Jon Pareles, Review: Yo! Bum Rush the Show, su nytimes.com, The New York Times. URL consultato il 26 febbraio 2021.
  26. ^ Leland, John, Do the Right Thing, in Spin, Spin Media LLC, September 1989, p. 70, ISSN 0886-3032 (WC · ACNP).
  27. ^ Gold & Platinum. RIAA.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]