Versoaln

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Versoaln
Foto di parte del vigneto
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
LocalitàTesimo
Indirizzofraz. Prissiano
Coordinate46°33′13.74″N 11°11′03.22″E / 46.553818°N 11.184228°E46.553818; 11.184228
Codice identificativo01/L149/BZ/21
Caratteristiche
Specievitigno
Data impiantoXV secolo
Diametro chioma350 m² m
Mappa di localizzazione
Map

Versoaln è il nome con cui è comunemente chiamata la vite più grande d'Europa e probabilmente la più vecchia della Terra secondo studi scientifici condotti da Martin Worbes, responsabile dell'International Tree Ring Laboratory di Gottinga in Germania.[1] Si trova in Alto Adige, a Prissiano, frazione di Tesimo, lungo un pendio porfideo presso il ponte di pietra di Castel Katzenzungen, nominato per la prima volta da Henricus de Cazenzunge nel 1244, a circa 600 metri di altitudine.[2][3]

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Il vigneto

Una versione vuole che il nome sia una storpiatura di Versailles, probabilmente perché la val Venosta assomigliava a quel luogo ricco di vigneti.[3] Secondo un'altra ipotesi, la sua origine dipenderebbe dalla posizione difficilmente raggiungibile della vigna, che costringeva i contadini a utilizzare ceste trattenute da corde per il trasporto dell'uva. Nel dialetto sudtirolese, il termine "versoaln" può essere infatti tradotto con "assicurare il raccolto e trasportarlo mediante l'utilizzo di corde".[1][4]

Un'altra versione vuole infine che il nome derivi dal termine pre-romano faxoal oppure frason, che stava ad indicare una "fila di strisce parallele lunghe e strette".[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda vuole che sia stata piantata dagli ultimi Schlandersberg proprietari del castello, agli inizi del XV secolo. Si hanno le prime testimonianze del vitigno in alcuni documenti risalenti al 1660.[5] Ricerche condotte dall'Università di Gottinga, hanno stabilito un'età approssimativa di 350 anni, che fa di Versoaln la vite più vecchia della Terra. Un'altra vite con datazione simile si trova presso Marburgo, in Slovenia, ed è nota con il nome Stara Trta ("vecchia vite").[4]

Salvo diverso avviso, la vite è ritenuta essere anche la più grande del continente: i suoi rami coprono infatti circa 350 metri quadri di pergolato. Dalla sua uva (ne produce dai 3 ai 7 quintali l'anno, a seconda dell'annata) si produce un vino bianco che porta lo stesso nome della pianta, prodotto in 600-700 bottiglie numerate, acquistabili direttamente presso il castello. Esso viene descritto come "nettare degli dei", di colore verdognolo, gradevole al palato con gusto leggermente fruttato, struttura delicata e una spiccata e fresca acidità.[1][4]

Tale vitigno è sopravvissuto alla fillossera della vite del secolo scorso ma circa 50 m² sono stati danneggiati dall'apoplessia.[6]

La cura colturale è demandata alla scuola professionale per la frutticoltura, viticoltura e floricoltura Laimburg di Ora, un polo scientifico d'eccellenza nell'ambito dell'agricoltura e della viticoltura in Alto Adige.[4] Dal 2006 i giardini di castel Trauttmansdorff ne hanno assunto la tutela.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Si chiama Versoaln, vive in Alto Adige, ha 350 anni: è la vite più vecchia del mondo, su umaminews.com, 23 aprile 2010. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  2. ^ Notizia Ansa.it
  3. ^ a b La vite Versoaln, la probabilmente più vecchia e più grande vite del mondo, su meranoedintorni.net. URL consultato il 19 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b c d In Alto Adige la straordinaria vendemmia del Versoaln, la vite tra le più antiche e grandi del mondo, su terredelvino.net. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  5. ^ Versoaln: quando la vite è cultura Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. su Degusta.it
  6. ^ a b News Provincia di Bolzano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Anna Schneider, Giusi Mainardi e Stefano Raimondi, Ampelografia universale storica: i vitigni del mondo, L'Artistica ed., Torino 2012.
  • Guida ai vitigni d'Italia: storia e caratteristiche di 580 varietà autoctone, Slow food, Bra 2005.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]