Vera Volkova

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Vera Nikolaevna Volkova (in russo Bepa Николаевна Boлкoвa?; Tomsk, 31 maggio 1905Copenaghen, 5 maggio 1975) è stata una ballerina e insegnante russa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò alla Scuola di balletto russo Akim Volynskij di Pietrogrado con Maria Romanova, madre di Galina Ulanova.[1] Studiò inoltre con Agrippina Vaganova, contribuendo a diffonderne il metodo in Occidente. Si unì professionalmente a diversi ensemble, tra cui il GATOB,[2] prima di disertare nel 1929.[3] Sperava di poter unirsi alla compagnia di Djagilev a Shanghai, ma quando seppe della sua morte, decise di rimanere lì e di ballare con Georgij Gončarov.[1]

Nel 1943 concluse la sua carriera di ballerina e inaugurò uno studio di danza dapprima a Knightsbridge, poi nel West End.[1] Insegnò per diversi anni al Sadler's Wells Ballet e alla Sadler's Wells Ballet School, formando alcuni dei principali ballerini inglesi del XX secolo. Insegnò inoltre alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano e alla scuola del Balletto Reale Danese negli anni '50, formando alcuni dei più grandi ballerini dell'istituto.[4][5][6][7][8]

Studenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) VERA VOLKOVA, 71, OF DANISH BALLET (Published 1975), in The New York Times, 7 maggio 1975, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 4 febbraio 2021.
  2. ^ (EN) Oxford Reference, https://www.oxfordreference.com/view/10.1093/oi/authority.20110803120158773. URL consultato il 2 febbraio 2021.
  3. ^ Meinertz, Alexander. Vera Volkova – a biography (Alton: Dance Books 2007); ISBN 978 1852731113.
  4. ^ Eliza Gaynor Minden, The Ballet Companion: A Dancer's Guide to the Technique, Traditions, and Joys of Ballet, Simon and Schuster, 2007, ISBN 978-1-416-59571-7.
  5. ^ a b Jann Parry, Different Drummer: The Life of Kenneth MacMillan, Faber & Faber, 2010, p. 242, ISBN 978-0-571-27451-2.
  6. ^ Sasha Anawalt, The Joffrey Ballet: Robert Joffrey and the Making of an American Dance Company, University of Chicago Press, 1998, p. 123, ISBN 978-0-226-01755-6.
  7. ^ Leo Lerman, The Grand Surprise: The Journals of Leo Lerman, Knopf Doubleday Publishing Group, 2009, p. 189, ISBN 978-0-307-49574-7.
  8. ^ Britannica Book of the Year 2010, Encyclopædia Britannica, Inc, 2010, p. 127, ISBN 978-1-615-35366-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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