The Chronicle of Higher Education

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The Chronicle of Higher Education
StatoUSA
Linguainglese
Periodicitàsettimanale (a stampa); quotidiano (online)
Genereinformazione per i college e le università
Formatobroadsheet
FondatoreCorbin Gwaltney[1]
Fondazione1966
SedeWashington D.C.
EditoreBoard Chair Pamela Gwaltney[1]
Tiratura44.000[2] (febbraio 2019)
Redattore capoMichael G. Riley[3]
ISSN0009-5982 (WC · ACNP)
Sito webwww.chronicle.com
 

The Chronicle of Higher Education è un periodico statunitense in lingua inglese, che viene pubblicato a mezzo stampa e mediante sito web. Esso presenta notizie e offerte di lavoro per i professori e il personale amministrativo delle scuole secondarie e delle università americane. Alcuni articoli sono consultabili esclusivamente per gli utenti abbonati.[4]

L'edizione online è aggiornata quotidianamente, mentre quella a stampa esce a cadenza settimanale, ad eccezione delle settimane alterne di maggio, giugno, luglio e agosto e delle ultime tre settimane di dicembre. La versione cartacea contiene una sezione A per le notizie e una sezione B per gli annunci di lavoro, oltre al supplemento di arte e idee The Chronicle Review.

La sede è a Washington DC. Sempre il gruppo The Chronicle of Higher Education Inc. pubblica anche The Chronicle of Philanthropy, dedicato al mondo della filantropia e del Terzo Settore; il The Chronicle Guide to Grants per l'accesso ai contributi e alle donazioni da parte di società e fondazioni; il portale web Arts & Letters Daily.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1949, Corbin Gwaltney divenne responsabile della rivista degli ex studenti della Johns Hopkins University, che aveva contribuito a fondare.

Il 4 ottobre 1957, giorno del lancio dello Sputnik, diede vita al supplemento Moonshooter pubblicato congiuntamente dagli editori delle riviste di varie altre università e college. Il progetto fu finanziato da ogni rivista col 60% del ricavato della vendita di uno dei loro numeri. Nel 1958, uscì il primo numero di Moonshooter Report, lungo 32 pagine e intitolato American Higher Education, 1958, che fu venduto in 1.35 milioni di copie distribuite in quindici centri fra college e atenei. Tre anni più tardi, la tiratura del supplemento aveva superato tre milioni di unità.[5][6]

Nel 1959, Gwaltney lasciò lo staff del Johns Hopkins Magazine per diventare il primo collaboratore a tempo pieno del nuovo Editorial Projects for Education (EPE, in seguito ribattezzato Editorial Projects in Education). La sede operativa fu inizialmente collocata nel suo appartamento privato di Baltimora, per essere poi trasferita nei locali del campus della Johns Hopkins.[7]

Dopo una serie di incontri preliminari con altri membri dell'EPE[5], nel novembre del 1966 fu dato alle stampe il primo numero del The Chronicle of Higher Education.[8][9]

Pur avendo un taglio settoriale rivolto agli attori del mondo dell'istruzione superiore, una delle prime ambizioni fu quella di fornrie un servizio di informazione aperto alla società civile esterna che era prssoché all'oscuro della vita delle istituzioni scolastiche americane.
In un primo periodo, la rivista fu priva di pubblicità e dei commenti dei redattori, finanziata in larga misura dalla Carnegie Foundation e dalla Ford Foundation.[10] Il periodico riuscì a rendersi economicamente indipendente quando iniziò a pubblicare una certa dose di pubblicità mirata, in particolare costituita da annunci di lavoro relativi al settore dell'istruzione.[7][10]

Nei primi anni '70, la raccolta pubblicitaria si consolidò ad un livello che rese possibile la sostenibilità economica delle attività del periodico. Nel '78, il consorzio EPE accettò di vendere la rivista ai suoi redattori, al prezzo di due milioni di dollari pagati in contanti, oltre ad ulteriori 500.000 in servizi editoriali.[11]

L'azienda si trasformò da un'organizzazione senza scopo di lucro in una scoeità con scopo di lucro, focalizzata sull'istruzione K-12, comprendente le classi di bambini fino ai dodici anni di età. Nel settembre del 1981, il consorzio EPE fondò il settimanale Education Week, grazie al supporto della Carnegie Corporation e di altri gruppi filantropici.[8][11]

Nel '93, fu uno dei primi giornali statunitensi ad essere lanciati su Internet[senza fonte] attraverso il protocollo di rete Gopher. Dueci anni più tardi, arrivò ad una raccolta di 33 milioni di dollari e a ricavi da vendite pari a 7 milioni.[8][11]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2005: National Magazine Award nella categoria dei reportage per due servizi sulla fabbrica di titoli e sul plagio d'autore. Negli anni dal 2011 al 2005, si posizionò ininterrottamente fra i finalisti della categoria eccellenza generale[12];
  • 2005: Premio Pulitzer per il miglior giornalismo di critica al reporter Carlin Romano[13];
  • 2007: il premio alla stampa indipendente assegnato dalla rivista Utne Reader per la copertura dell'informazione politica.[14] I finalisti dell'edizione furono: The New Republic, The Nation, Reason e The American Prospect. Nelle motivazioni del premio, la rivista fu descritta come un luogo «di libero pensiero nel quale i migliori e i più brillanti dell'accademia possono togliersi i guanti senza timroe e dondolarsi con abbandono su entrambi i lati del sempre più prevedibile divario politico»;
  • 2012: menzioni speciali ai premi dell'Education Writers Association (EWA) per i reporter Jack Stripling e Tom Bartlett per l'inchiesta in sette puntate intitolata College for a Few; menzione speciale anche per il reporter Wolverton per l'inchiesta Investigating College Athletics[15];
  • 2018: menzione di Bartlett e agli Education Journalism Awards dello United Kingdom's Chartered Institute for Public Relations nella categoria delle eccellenze del giornalismo per l'istruzione superiore.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Miller, Lia, "New Web Site for Academics Roils Education Journalism", The New York Times, 14 febbraio 2005
  2. ^ Advertising, su marketingsolutions.chronicle.com, Alliance for Audited Media, 30 giugno 2013. URL consultato il 13 novembre 2013.
  3. ^ Salemi, Vicki, The Chronicle of Higher Education' Names Michael G. Riley Its New Editor-in-Chief, Media Jobs Daily, 18 aprile 2013
  4. ^ Education: The Candid Chronicle, in Time, 13 maggio 1974. URL consultato il 23 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2010).
  5. ^ a b Sue De Pasquale, A Model of Lively Thought, in Johns Hopkins Magazine, Johns Hopkins University, aprile 2000. URL consultato il 30 marzo 2010.
  6. ^ Cf. Baldwin, Joyce (2006)
  7. ^ a b Cf. Baldwin, Patricia L. (1995)
  8. ^ a b c Editorial Projects in Education: Mission and History, su Education Week.
  9. ^ AAUP Bulletin, volume 53, numero 3, settembre 1966), American Association of University Professors
  10. ^ a b Chronicle of Higher Education, in Encyclopædia Britannica, 12 settembre 2010.
  11. ^ a b c Viadero, Debra, Education Week: "A Media Organization With Many Faces, su Education Week, 6 settembre 2006.
  12. ^ American Society of Magazine Editors, The Best American Magazine Writing 2005, 2006, p. 404.
  13. ^ Finalist: Carlin Romano of The Chronicle of Higher Education, su pulitzer.org, Columbia University, 2005.
  14. ^ Winners of the 2007 Utne Independent Press Awards, in Utne Reader, gennaio-febbraio 2008.
  15. ^ 2012 Winners of the National Awards for Education Reporting, su Education Writers Association, 2013.
  16. ^ CIPR Education Journalism Awards 2018, su Chartered Institute for Public Relations, 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN168146997389718892542 · GND (DE1193062063 · WorldCat Identities (ENviaf-168146997389718892542