Aceto Balsamico di Modena: differenze tra le versioni

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Nel 2013 questi due Consorzi si uniscono a formare il ''Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena''<ref>{{cita web|http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/terraegusto/2013/12/09/Nasce-Consorzio-Tutela-Aceto-Balsamico-Modena-Igp-_9751519.html|Nasce Consorzio Tutela Aceto Balsamico Modena Igp|1 dicembre 2014}}</ref>.
Nel 2013 questi due Consorzi si uniscono a formare il ''Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena''<ref>{{cita web|http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/terraegusto/2013/12/09/Nasce-Consorzio-Tutela-Aceto-Balsamico-Modena-Igp-_9751519.html|Nasce Consorzio Tutela Aceto Balsamico Modena Igp|1 dicembre 2014}}</ref>.


Infine, fra gli organismi di tutela e promozione, vi è il ''Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena'', che assieme agli altri due consorzi è stato promotore della richiesta di riconoscimente dell'IGP da parte dell'Unione Europea.
Infine, fra gli organismi di tutela e promozione, vi è il ''Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena'', che assieme agli altri due consorzi è stato promotore della richiesta di riconoscimento dell'IGP da parte dell'Unione Europea.


== Controllo qualità ==
== Controllo qualità ==

Versione delle 01:44, 31 ott 2015

Voce principale: Aceto balsamico.
Aceto Balsamico di Modena
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
Diffusionemondiale
Zona di produzioneterritorio delle province di Modena e Reggio Emilia
Dettagli
Categoriacondimento
RiconoscimentoI.G.P.
Settoreaceti diversi da aceti di vino
Consorzio di tutela1) Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena

2) Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena

Ingredienti principaliMosto cotto d'uva, aceto di vino, caramello

L'Aceto Balsamico di Modena è un condimento a Indicazione geografica protetta (IGP).

Si produce secondo varie ricette. Il disciplinare di produzione IGP lascia ampio margine di azione, prevedendo l'utilizzo di mosto di uva (anche non proveniente dalle province di Modena e Reggio Emilia) in percentuali tra il 20 e il 90% e di aceto di vino dal 10 all'80%. È consentito l'uso di caramello, fino al 2%. La lettura dell'etichetta può fornire utili informazioni sugli ingredienti usati e sui metodi di lavorazione. Non sono previsti i prelievi e i rincalzi, tipici dell'Aceto Balsamico Tradizionale; gli ingredienti, una volta miscelati, devono essere tenuti per almeno 60 giorni in contenitori di legno. È ammessa la dicitura "invecchiato" per il prodotto di almeno 3 anni. L'Aceto Balsamico di Modena ha ottenuto il marchio di Indicazione geografica protetta (IGP) il 3 luglio 2009.[1]

Concessione dell'IGP

All'atto di presentazione della domanda da parte dell'Italia, Germania e Grecia sollevarono l'obiezione che la tutela dell'espressione "aceto balsamico" avrebbe leso fortemente le proprie produzioni nazionali, legalizzate ormai da cinque anni. Sottolinearono soprattutto che le parole "aceto" e "balsamico", in quanto termini generici, non fossero sottoponibili a tutela. Fecero quindi sapere che avrebbero votato a favore dell'IGP solo in cambio di un riconoscimento da parte italiana del loro diritto di utilizzare le parole "aceto balsamico". Anche la Francia si oppose, soprattutto per il fatto che la denominazione "Aceto Balsamico di Modena" non avrebbe avuto una reputazione propria distinta da quella dell’"Aceto balsamico tradizionale di Modena", cosa che avrebbe indotto in errore il consumatore (fatto quest'ultimo peraltro sostenuto da numerosi produttori di ABTM).

Dopo tre anni di dispute, il 3 luglio 2009, la Commissione Europea iscrisse l'Aceto Balsamico di Modena nel registro delle indicazioni geografiche protette, con un voto unanime - a parte la sola astensione "tecnica" della Francia”[2].

Una bottiglia di "balsamico greco" (monastero di Agía Triáda)

Subito dopo la protezione dell'UE del 2009, la Grecia ha tentato di utilizzare una norma tecnica dell'UE - estranea alle procedure di tutela geografica - per ottenere il riconoscimento della definizione di "aceto balsamico greco"[3], a conferma dell'appetibilità di un mercato che allora si aggirava intorno ai 400 milioni di Euro annui.

Consorzi

Nel 1993 nasce il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, su iniziativa dei maggiori e più vecchi produttori, di per la valorizzazione del prodotto, la sua difesa e la diffusione della conoscenza a livello mondiale. Nel 1998 varia il nome in Consorzio Aceto Balsamico di Modena, mantenendo però immutato lo statuto. Il contrassegno consortile viene utilizzato dal gennaio 1999.

Il Consorzio Filiera Aceto Balsamico di Modena, denominazione assunta nel 2010 dal Consorzio Produzione Certificata Aceto Balsamico di Modena raggruppava alcuni fra i più grossi produttori.

Nel 2013 questi due Consorzi si uniscono a formare il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena[4].

Infine, fra gli organismi di tutela e promozione, vi è il Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena, che assieme agli altri due consorzi è stato promotore della richiesta di riconoscimento dell'IGP da parte dell'Unione Europea.

Controllo qualità

L'Ente certificatore autonomo è nominato direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e ha il compito di verificare il rispetto del Disciplinare di Produzione durante tutto l'iter produttivo e la validità delle proprietà organolettiche dell'Aceto Balsamico prima che venga messo sul mercato. Ogni singola partita destinata all'imbottigliamento (riservato ai soli centri autorizzati e certificati) deve soddisfare il rispetto del Disciplinare di Produzione.

Note

  1. ^ Disciplinare di produzione
  2. ^ Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, L’indicazione Geografica Protetta all’aceto balsamico di Modena, su asa-press.com. URL consultato il 4 ottobre 2012.
  3. ^ Italia A Tavola, Tutela del balsamico di Modena. Sull'aceto è scontro Italia-Grecia, su italiaatavola.net. URL consultato il 3 ottobre 2014.
  4. ^ Nasce Consorzio Tutela Aceto Balsamico Modena Igp, su ansa.it. URL consultato il 1º dicembre 2014.

Voci correlate

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