Scapolare

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Monaci cistercensi al lavoro nei campi, visibile lo scapolare nero sulla veste bianca

Lo scapolare (dal latino scapula = scapola) era inizialmente una specie di sopravveste indossata dai monaci benedettini per preservare la veste ordinaria durante il lavoro nei campi. In seguito divenne parte dell'abito di diversi ordini monastici, consistente in due strisce di stoffa pendenti dalle spalle, sul davanti e sul dorso, spesso munito anche di cappuccio. Una forma ridotta, cioè due piccoli pezzi di stoffa del colore dell'abito dell'ordine, riuniti da due nastri, viene portato a scopo devozionale[1]. Il più diffuso è quello della Madonna del Carmelo[2].

Lo scapolare della Madonna del Carmelo[modifica | modifica wikitesto]

Lo Scapolare di Nostra Signora del Monte Carmelo o Scapolare Marrone, indossato dai laici

La sua origine risale a un'apparizione mariana che avrebbe avuto san Simone Stock, Priore generale dell'Ordine Carmelitano. Il 16 luglio 1251 la Vergine Maria gli sarebbe apparsa mostrandogli uno scapolare e aggiungendo: "Questo sarà il privilegio per te e per i tuoi. Chi ne morirà rivestito si salverà"[3].

La promessa sarebbe stata confermata dalle parole pronunciate dalla Vergine durante un'apparizione a monsignor Jacques Duèse: "Coloro che sono stati vestiti con questo santo abito saranno tolti dal purgatorio il primo sabato dopo la loro morte"[4]. Nel 1322 monsignor Duèse, divenuto papa con il nome di Giovanni XXII, chiamò in una bolla questa promessa "Privilegio sabatino"[5]. La festa della beata Vergine Maria del Monte Carmelo fu estesa a tutta la Chiesa cattolica nel 1726 da papa Benedetto XIII, che ne fissò la data al 16 luglio. Dopo la Riforma liturgica è diventata memoria facoltativa[6].

Una forma ridotta dello scapolare, chiamata anche abitino[7], ideata per i laici che siano devoti alla Vergine Maria e frequentatori delle celebrazioni dell'Ordine carmelitano, viene portata a scopo devozionale, ed è oggi un segno approvato dalla Chiesa cattolica[8]. È costituita da due piccoli pezzi di stoffa del colore dell'abito dell'ordine, uniti da nastri e portati sul petto e sulla schiena. Sulla stoffa sono raffigurati Gesù e Maria. Lo scapolare deve essere benedetto da un sacerdote durante la cerimonia di imposizione. Per concessione di papa Pio X, è possibile sostituire lo scapolare di stoffa con una medaglia benedetta che abbia da un lato l'immagine del Sacro Cuore di Gesù e dall'altro quella della Madonna. I frati Carmelitani, ogni mercoledì, celebrano la Messa per coloro che indossano lo Scapolare[9].

Altri tipi di scapolare[modifica | modifica wikitesto]

Scapolare del Sacro Cuore di Gesù, Museo della Bretagna, Rennes

Esistono molti tipi di scapolari[10], i più conosciuti sono quelli:

Esistono inoltre altri scapolari non ancora approvati o approvati solo dalle autorità ecclesiastiche locali:

  • scapolare di benedizione e protezione (Maria Giulia JAHENNY) - Francia
  • scapolare di san Nicolas (Gladys Quiroga de Motta) - Argentina
  • scapolare di san Charbel

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scapolare, su treccani.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  2. ^ scapolàre (sostantivo), su sapere.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  3. ^ Conoscete lo Scapolare? E la Promessa del Paradiso per chi lo porta?, su radiospada.org, 1º marzo 2013. URL consultato il 12 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2020).
  4. ^ Scapolare del Carmelo, su santiebeati.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  5. ^ Lo Scapolare, l’amore di Maria che veste i suoi figli, su lanuovabq.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  6. ^ Gaeta, p.685.
  7. ^ abitino, su treccani.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  8. ^ Lo Scapolare del Carmine, su carmelitaniscalzi.com. URL consultato il 23 luglio 2023.
  9. ^ Lo Scapolare, su carmelit.org. URL consultato il 23 luglio 2023.
  10. ^ Scapolare, su newadvent.org. URL consultato il 23 luglio 2023.
  11. ^ L'abito domenicano, su domenicani.it. URL consultato il 23 luglio 2023.
  12. ^ Dizionario Abiti Ordini Maschili, su araldicavaticana.com. URL consultato il 24 luglio 2023.
  13. ^ Gaeta, posiz.785.
  14. ^ Gaeta, posiz.729.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Saverio Gaeta, Piena di grazia. Preghiere e devozioni alla Vergine Maria, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2017.

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