Santuario di San Francesco da Paola (Genova)

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Santuario di San Francesco da Paola
Il complesso di San Francesco da Paola
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoSalita San Francesco da Paola, 46 - Genova
Coordinate44°25′05.82″N 8°54′48.76″E / 44.418283°N 8.913544°E44.418283; 8.913544
Religionecattolica di rito romano
TitolareFrancesco di Paola
Arcidiocesi Genova
Stile architettonicobarocco
Sito webwww.santuariosanfrancescodapaolagenova.onweb.it/it/home

Il santuario di San Francesco da Paola si trova nel quartiere genovese di San Teodoro, su un colle a 132 m s.l.m. in posizione panoramica sulla città e sul porto.

Chiamato anche "santuario dei Marinai", per la sua intitolazione al santo calabrese patrono dei naviganti, è oggi raggiungibile in automobile da via Bologna, ma il percorso più caratteristico è la salita San Francesco da Paola, un'ampia crêuza mattonata, con ai lati le stazioni della Via Crucis, aperta nell'Ottocento, che ha sostituito una precedente via ripida ed angusta, in parte corrispondente all'attuale salita del Passero.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, intitolata anche a Gesù e Maria, fu costruita alla fine del Quattrocento su un terreno acquistato nel 1487 dal nobile Ludovico Centurione allo scopo di costruirvi un convento per i Padri Minimi, l'ordine religioso fondato da S. Francesco da Paola. Secondo la tradizione sarebbe stato lo stesso santo, di passaggio a Genova nel 1483, ad indicare il colle come sede di una chiesa intitolata a Gesù e Maria.[2][3]

La chiesa fu completamente rifatta nella forma attuale nel XVII secolo, per iniziativa di Veronica Spinola, principessa di Molfetta. Nell'Ottocento il convento fu espropriato dal governo sabaudo, tornando successivamente all'ordine religioso. Nel 1930 il santuario fu elevato a dignità di basilica dal papa Pio XI.[2]

Gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale fu sottoposto a lunghi lavori di restauro completati solo nel 1970.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso, composto dalla chiesa e dal convento dei padri minimi, è preceduto da un ampio sagrato alberato, che offre una veduta panoramica sul centro storico e sul bacino del porto vecchio.[1][4]

L'atrio con i numerosi ex-voto, la statua di S. Francesco da Paola e l'ancora dell'ANMI

La chiesa non ha facciata a vista e tutti i muri perimetrali si presentano spogli: vi si accede dal sagrato attraverso un breve corridoio e un luminoso atrio vetrato nel quale sono raccolti i numerosi ex-voto offerti nel corso dei secoli dai naviganti al loro santo patrono. Nell'atrio si trovano anche una statua del santo e una grande ancora donata al santuario nel 2002 dall'Associazione nazionale marinai d'Italia.[1][3]

Il campanile, a sezione quadrata, inserito tra la chiesa e il chiostro, è coronato da una cupola. In occasione dell'elevazione del santuario a basilica minore,[5] il 25 maggio 1930 fu collocata sul campanile la "campana del mare", che tutte le sere al crepuscolo ricorda con i suoi lenti rintocchi i marinai scomparsi in mare.[3]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno, a tre navate sormontate da quattordici colonne, con dieci altari che occupano interamente lo spazio delle due navate laterali, è invece riccamente decorato, grazie ai contributi di famiglie nobili quali Doria, Balbi e Spinola. Tra le varie cappelle è notevole quella dedicata al santo patrono, con l'altare in stile barocchetto genovese e intarsi di marmi policromi, opera settecentesca di Francesco Schiaffino, autore anche del crocifisso dell'altare maggiore.[1][3][4]

Orazio De Ferrari, Lavanda dei piedi

I pavimenti delle navate laterali, alla base degli altari, sono ricoperti dalle numerose lastre tombali di personalità genovesi di varie epoche, tra le quali Veronica Spinola, promotrice dell'ampliamento del santuario, l'arcivescovo Nicolò Spinola, l'architetto Ippolito Cremona e la marchesa Luigia Pallavicini, morta nel 1841, celebre per la famosa ode a lei dedicata dal Foscolo.[3]

Numerosi i dipinti e gli affreschi che ornano la chiesa[2][3][4]:

Nel 1811, durante l'occupazione napoleonica, quando molte opere d'arte italiane furono trasferite al museo del Louvre, dal santuario furono portate via l'Ascensione di G. Cambiaso, il Presepe di L. Cambiaso e il S. Gerolamo del Paggi, poi restituite dal governo francese dopo la caduta di Napoleone.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d F. Caraceni Poleggi, Genova - Guida Sagep, 1984.
  2. ^ a b c d Immagini e note storiche sul quartiere di S. Teodoro.
  3. ^ a b c d e f g h Il santuario di San Francesco da Paola sul sito www.stoarte.unige.it
  4. ^ a b c Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009
  5. ^ (EN) Catrholic.org. Basilicas in Italy
  6. ^ È questa l'unica opera nota di questa monaca e pittrice vissuta nel XVII secolo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guida d’Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009.
  • Fiorella Caraceni Poleggi, Genova - Guida Sagep, SAGEP Editrice - Automobile Club di Genova, 1984.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]