Santuario della Madonna delle Grazie (Ardesio)

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Santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàArdesio
IndirizzoPiazza Madonna delle Grazie, 3
Coordinate45°56′19.27″N 9°55′53.32″E / 45.938686°N 9.931479°E45.938686; 9.931479
Religionecattolica di rito romano
TitolareMadonna delle Grazie
Diocesi Bergamo
Inizio costruzione1608
Sito websito santuario

Il santuario della Madonna delle Grazie, situato nel centro di Ardesio, risale al XVII secolo ed è dedicato al culto cattolico mariano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario fu edificato nel luogo dove sarebbe avvenuta, il 23 giugno 1607, un'apparizione mariana[1][2][3].
La famiglia Salera, composta dal padre Marco, la moglie Maddalena e dalle due figlie Maria e Caterina, possedeva un mulino e la raccolta del fieno era il suo sostentamento. Quel giorno il cielo minacciava un violento temporale che spaventò la madre facendole temere di perdere il raccolto ormai maturo. Maddalena esortò le figlie alla preghiera nella stanza affrescata dei Santi per scongiurare il temporale. Secondo la tradizione, a un tratto la stanza si illuminò e apparve loro la Madonna col Bambino, seduta su un trono d'oro. Subito dopo l'apparizione il cielo tornò sereno. La Madonna non parlò e il fenomeno non si ripeté, ma la notizia dell'evento si sparse velocemente nel paese, trasformando quell'umile stanza in un luogo di preghiera.

La stanza dei Santi era stata commissionata da un sacerdote nel 1449 al pittore clusonese Giacomo Busca, e raffigurava un gruppo di santi con al centro un grande crocefisso. L'apparizione della Vergine addolorata ai piedi del crocefisso come mediatrice di grazie tra il figlio e il suo popolo sofferente, la fecero denominare Madonna delle Grazie[4].

Particolare dell'angelo che sorregge il pulpito

L'apparizione mariana ad Ardesio avvenne in un periodo in cui l'eresia protestante, giunta dalla Svizzera e penetrata in Valtellina, zone con le quali molti valligiani avevano rapporti commerciali o professionali, stava tentando di propagarsi anche nelle valli orobiche, in parte facilitata dal governo della Serenissima, che all'epoca era in contrasto con il papa, avendo espresso toni di condanna nei confronti dell'editto del cardinale Borromeo contro le dottrine "erronee"[5].

Affreschi attribuiti a Giacomo Busca posti sopra l'altare maggiore del santuario della Madonna delle Grazie

Il parroco Giacomo Gaffuri avvisò dell'accaduto il vicario, e questi l'arciprete di Clusone Decio Berlindis, che fece chiudere la casa dei Salera istituendovi il tribunale canonico. Vennero raccolte le deposizioni dei testimoni, che descrissero i fatti accaduti anche nei giorni seguenti l'apparizione mariana, la cui veridicità portò all'autorizzazione del culto e alla costruzione di un santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, viste anche la numerose testimonianze di guarigioni inspiegabili. Gli atti del processo canonico sono conservati presso l'archivio del santuario[6].

La delibera del comune per la costruzione della chiesa risale al 13 gennaio 1608, mentre la posa della prima pietra è del 24 giugno dello stesso anno. Successiva è invece la costruzione del campanile, iniziata nel 1645.[7]

Nel Seicento vi fu una vertenza tra il cappellano del santuario e il sacerdote della chiesa parrocchiale. Una bolla pontificia di papa Paolo V lasciava la nomina del cappellano del santuario a laici cittadini, senza tener conto della volontà del parroco. Questo creò non pochi screzi tra le due chiese, situazione non unica nella diocesi bergamasca.[8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata principale della chiesa si apre sul grande sagrato, un disegno conservato presso il Museo Fantoni di Rovetta ne accerterebbe il progetto a Andrea Fantoni, anche se la parte subì diversi interventi successivi alla sua composizione iniziale.

Madonna delle Grazie

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è costituito da tre navate divise in quattro campate da tre colonne.

Attraverso quattro gradini si accede al presbiterio, dove si trova l'affresco della "stanza dei santi", opera di Giacomo Busca rappresentante Gesù in croce con a lato la Madonna e altri santi. Sulla volta del presbiterio c'è una tela di Domenico Carpinoni che rappresenta l'Immacolata con un coro di angeli. I due ovali affrescati ai lati del presbiterio sono opera di Antonio Guadagnini. Del medesimo artista le due grandi tele Le nozze di Cana e Adorazione dei Magi posti nelle due navate laterali.[9]

L'altare maggiore è opera del Fantoni, è in gran parte di marmo e su di esso è raffigurato l'episodio dell'Apparizione. la navata conserva anche il dipinto San Giuseppe con Gesù adolescente opera di Giovan Battista Riva.[10]

Nella chiesa, notevoli anche il pulpito, opera di Andrea Fantoni e il sontuoso organo di Giovanni Rogantino da Morbegno, con 1345 canne di cui 1255 di metallo e 90 di legno pregiato; la cassa, di origine rinascimentale, è composta da cinque campane e presenta numerosi intagli.

Nello scurolo si trova la statua della Madonna col Bambino, portata ogni anno il 22 giugno in processione. Nello scurolo si trovano esposti molti ex voto e alcune statue di scuola fantoniana raffiguranti il Compianto al Cristo morto.

La torre campanaria nei suoi 68 m. è tra le più alte della bergamasca. La sua altezza è indicata su un'epigrafe posta alla base.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cammilleri, p. 298.
  2. ^ Laurentin Sbalchiero, pp. 93/94.
  3. ^ Apparizioni della Vergine Maria ad Ardesio, su apparizionimadonna.org. URL consultato il 27 ottobre 2021.
  4. ^ S. Baronchelli, p 26.
  5. ^ S.Baronchelli, p 25.
  6. ^ S. Baronchelli, p 29.
  7. ^ Apparizione della madonna delle Grazie, su viviardesio.it, Vivi Ardesio. URL consultato l'11 maggio 2017.
  8. ^ Ezio Bolis, Il santuario dell'Addolorata in Borgo Santa Caterina, Bergamo, Edizioni grafital, 2002..
  9. ^ Antonio Guadagnini, su parrocchiadisanzenone.it, Parrocchia di San Zenone. URL consultato il 2 settembre 2021.
  10. ^ Fernando Noris, Dizionario biografico dei pittori bergamaschi, 2006, p. 448-449..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Baronchelli, Luigi Zanoletti, Francesco Lazzaroni, Il santuario di Ardesio, Presservice, 1986.
  • Fabio Donda, Una storia ardesiana, Books Gmbk, Eberhard, 2020, ISBN 979-12-200-6918-2.
  • Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.
  • René Laurentin, Patrick Sbalchiero, Dizionario delle "apparizioni" della Vergine Maria, Roma, Edizioni Art, 2010, ISBN 88-787-9144-X.

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