Pippo Rizzo

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Carabinieri, 1957
Galleria d'arte moderna, Palermo

Pippo Rizzo, vero nome Giuseppe Rizzo (Corleone, 6 gennaio 1897Palermo, 5 marzo 1964), è stato un pittore e scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Corleone, in provincia di Palermo, si trasferì nel capoluogo siciliano per frequentare l'Accademia dove fu allievo di Ettore De Maria Bergler. Conobbe il futurismo in un suo viaggio a Roma. Ne rimase affascinato e ad esso improntò le sue opere successive, fondando anche un cenacolo futurista nel suo paese natale. A Palermo entrò in sodalizio con Vittorio Corona e Giovanni Varvaro. Fu il capofila del futurismo siciliano, a stretto contatto con Marinetti, e organizzò l'Esposizione nazionale futurista a Palermo nel 1927[1].

Logo per il Palermo calcio del 1929

I suoi lavori sono stati esposti per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1926,[2] e ancora nel 1928. Nel 1929 diviene Segretario del Sindacato fascista degli artisti siciliani. È suo il logo del Palermo Calcio del 1929. A partire dal 1930 si allontana dal Futurismo per avvicinarsi alle tematiche novecentiste, seguendo la svolta di Carlo Carrà, che espresse nella partecipazione alla quadriennale di Roma nel 1931[3].

Nel 1936 viene nominato direttore dell'Accademia di Belle Arti di Palermo. Suoi lavori sono esposti alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo[4] e alla Galleria d'Arte Moderna di Roma.[5] Tra gli allievi di Pippo Rizzo vi furono Gino Speciale, Giovanni Varvaro e Renato Guttuso. Alcuni giovani artisti siciliani frequentarono assiduamente il suo studio; tra loro Lia Pasqualino Noto, Giovanni Barbera e Nino Franchina che, insieme a Renato Guttuso, formarono il Gruppo dei Quattro.

Negli anni Cinquanta nascono i suoi omaggi ai "paladini". Dal 1960 al 1962 è direttore dell'Accademia di belle arti di Roma[6]. Negli ultimi anni della sua vita riprese con entusiasmo ad esprimersi con la scultura, così come aveva fatto durante la giovinezza, in forme fantasiose con il marmo, l’alabastro e l’ottone. Fu organizzatore vivace di molte manifestazioni artistiche e scopritore di giovani talenti. Rizzo è ricordato anche per i celebri ritratti di carabinieri[7]. Nel 1991 gli è stato intitolato il museo civico di Corleone.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Repubblica
  2. ^ Copia archiviata, su altobelicecorleonese.com. URL consultato il 5 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2016).
  3. ^ https://servizi2.inps.it/servizi/MuseoMultimediale/autori.aspx?idauthor=195
  4. ^ Copia archiviata, su teknemedia.net. URL consultato il 5 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2016).
  5. ^ Breve biografia e alcune opere, su galleriaroma.it. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2009).
  6. ^ http://www.guidasicilia.it/corleone-ricorda-pippo-rizzo/news/95508
  7. ^ Un pioniere in Trinacria, in carabinieri.it. URL consultato il 03-03-2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pippo Rizzo: pitture e incisioni: mostra dell'arte nella vita del mezzogiorno d'Italia, Ires, 1953
  • P.Rizzo, R.Carrieri, Pippo Rizzo 1897-1964, Edizioni del Cavallino, Venezia, 1957;
  • Pippo Rizzo. Un nomade nell'arte del Novecento siciliano, a cura di Anna Maria Ruta, Eidos, 2008

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN5731622 · ISNI (EN0000 0001 2098 8392 · SBN CFIV117702 · BAV 495/312334 · ULAN (EN500346064 · LCCN (ENn90680587 · GND (DE119005816 · BNF (FRcb16738400v (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n90680587