Otto Stadie

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Otto Stadie
NascitaBerlino, 10 marzo 1897
MorteVelbert, 28 luglio 1977
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Schutzstaffel
UnitàSS-Totenkopfverbände
GradoUnterscharführer Stabsscharführer
GuerreSeconda guerra mondiale
voci di militari presenti su Wikipedia

Otto Stadie (Berlino, 10 marzo 1897Velbert, 28 luglio 1977) è stato un infermiere tedesco attivo nel programma di eutanasia nazista Aktion T4.

Durante l'Olocausto nella Polonia occupata tenne il registro dei beni sottratti nel campo di sterminio di Treblinka. Fu condannato nel primo processo di Treblinka del 1965.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Berlino, si formò come infermiere in una clinica per malattie veneree della città.[1] Durante la prima guerra mondiale prestò servizio in un'unità medica di fanteria e successivamente lavorò come infermiere nel sanatorio di Wuhlheide a Berlino. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio come medico militare nelle campagne in Polonia e in Francia.[1]

Nel 1940 fu assegnato al quartier generale del Führer per amministrare il piano Aktion T4.[1] Fu poi trasferito al centro di sterminio di Bernburg per la gasazione dei pazienti ospedalieri.

Dopo l'inizio dell'operazione Barbarossa si recò in Oriente con l'Organizzazione Todt. Arrivò al campo di sterminio di Treblinka nel luglio 1942 all'inizio della Grande Operazione, vi rimase per otto mesi provocando la morte di circa 265.000 detenuti del ghetto di Varsavia entro la fine di settembre.[2][1] Uno dei suoi compiti fu di informare i passeggeri sui treni in arrivo al campo che sarebbero stati portati a fare la doccia e a cambiarsi con abiti nuovi prima di salire a bordo di un nuovo trasporto verso la loro destinazione di lavoro del giorno successivo.[3] Al processo, Stadie dichiarò:«Sapevo che era una bugia diabolica, ma mi hanno creduto».[4] Stadie tenne anche il registro dell'oro e dei diamanti rubati,[5] in quanto "braccio destro" di Kurt Franz e del comandante del campo, supervisionando gli uomini Trawniki nella stessa veste.[1]

Fu trasferito nuovamente nella riserva di Lublino nel luglio 1943 prima della rivolta dei prigionieri di Treblinka, e nel 1944 fu inviato a Trieste come assistente di Franz Stangl, dove si stava allestendo il centro di sterminio della Risiera di San Sabba.[6]

Stadie fu catturato dagli statunitensi nel 1945 e rilasciato in Italia come persona non particolarmente interessante.[1]

Processo e condanna[modifica | modifica wikitesto]

Stadie visse a Nordenau nella Germania occidentale per i successivi 20 anni dove gestì un negozio di souvenir. Fu arrestato nel 1965 grazie alle nuove prove presentate dall'Institut für Zeitgeschichte,[7] processato durante il primo processo contro le SS di Treblinka, e condannato a Düsseldorf alla pena di sette anni di reclusione.[1] Morì nel 1977 all'età di 80 anni.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di II Classe (con fibbia del 1939) - nastrino per uniforme ordinaria
Distintivo per feriti - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Bryant, pp. 84-85.
  2. ^ Holocaust Encyclopedia, Treblinka: Chronology, su ushmm.org, United States Holocaust Memorial Museum, 10 giugno 2013. URL consultato il 12 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2012).
  3. ^ Ernst Klee, Willi Dressen e Volker Riess, "The Good Old Days": The Holocaust as Seen by Its Perpetrators and Bystanders, Konecky Konecky, 1991, pp. 245-246, ISBN 1568521332.
  4. ^ Commandant of Treblinka Camp Admits Giving Orders to Gas Jews, su jta.org, JTA, 23 ottobre 1964. URL consultato il 14 settembre 2014.
  5. ^ Kopówka, Rytel-Andrianik, pp. 96–100.
  6. ^ (FR) Biographie: Stadie Otto(1897-1965), su encyclopedie.bseditions.fr, 2010. URL consultato il 14 settembre 2014.
  7. ^ Operation Reinhard: Treblinka Deportations, su The Nizkor Project. URL consultato l'8 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]