Manlio Trucco

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Manlio Trucco (Genova, 14 febbraio 1884[1]Albisola Superiore, 15 novembre 1974[2]) è stato un ceramista e pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cresce a Belém, nello stato brasiliano del Pará, dove il padre dirige un'azienda per la produzione della gomma. Nel 1901 torna a Genova, dove frequenta l'Accademia ligustica di belle arti e studia sotto la direzione di Luigi De Servi[3]. Dopo il matrimonio viaggia in Africa e a Città del Messico, dove ha modo di conoscere e studiare le ceramiche precolombiane degli Aztechi e dei Maya. Nel 1911 si sposta a New York e a Parigi, con i fratelli Gian Maria e Giuseppe Cominetti[4] dove lavora come disegnatore presso l'atelier "Martine" di Paul Poiret[3], creando motivi per la stampa di seterie ed esponendo, nel frattempo, in diverse mostre collettive e personali[4]. In questo periodo conosce Max Jacob, Amedeo Modigliani, Gino Severini ed Henri Matisse e apprende lo stile decò[5].

Nel 1921 per motivi di salute[4] torna in Italia, ad Albisola Capo, e inizia a lavorare presso la manifattura "La casa dell'arte" di proprietà di Angelo e Giulio Barile e di Giuseppe Agnino[1]. Qui introduce per primo[6] nei laboratori ceramici albisolesi i riflessi metallici al terzo fuoco. Tale lavorazione sarà oggetto di studio di molti altri artisti, tra cui Lucio Fontana[5].

Scaduto il suo contratto di lavoro, a luglio 1922 apre con Cornelio Geranzani la manifattura "La Fenice", dove collabora con diversi artisti tra cui Adelina Zandrino, Mario Labò, Francesco Messina[7] e Arturo Martini. Con quest'ultimo avvia una proficua collaborazione e nel 1926 lo assume a lavorare nella sua fabbrica[4]. Nel 1923 partecipa alla I Biennale di Arte Decorativa di Monza[3][8], nel 1924 alla mostra annuale della Società di Belle Arti e nel 1925 all'Expo di Parigi[9].

Nei primi anni trenta, considerando la produzione per lui troppo commerciale[3], cede la fabbrica a Ernesto Daglio[1]. Negli anni successivi continua a dedicarsi alla pittura e alla ceramica[8], nel 1933 e nel 1936 vince la medaglia d'oro alla triennale di Milano[10] e nel 1937, dopo aver ottenuto una medaglia d'oro all'Expo di Parigi dove la "Fenice" presenta un'opera di Giuseppe Cesetti[1], apre la manifattura "Trucco Ceramiche d'Arte", continuando la sua attività.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Solitudine (1930 ca.), calco di un originale in ceramica di Francesco Messina

Avendo risentito del clima dell'art decò durante gli anni vissuti a Parigi, al suo ritorno in Italia si dedica alla realizzazione di opere raffiguranti soggetti sacri e mitologici, pur mantenendo le tradizionali cromie blu su fondo bianco, tipiche dello stile "antico Savona"[11], soprattutto nella creazione di grandi vasi decorativi e stagnoni in stile barocco. Durante il periodo passato con Gerenzani, si dedica alla realizzazione di oggetti ornamentali di uso comune (come servizi da tavola ed elementi di arredo) e negli anni successivi riprende i temi dell'art decò, affiancandoli a motivi della ceramica popolare e della tradizione artigiana, in modo particolare di quella russa e ungherese di inizio secolo. Alla biennale di Monza del 1923 espone opere a decori a rondini compenetrate, mentre a partire dalla fine degli anni venti i soggetti delle sue opere saranno palmette, simmetrie di motivi, fontane, figure femminili ed animali[12].

Museo[modifica | modifica wikitesto]

L'esterno del Museo Trucco

Trucco aveva aperto la manifattura "Trucco Ceramiche d'Arte" presso la sua abitazione sulla via Aurelia ad Albisola Capo. L'immobile, realizzato su due livelli e costruito nel 1936 su progetto dell'ingegner Fabris[13] e dell'architetto Mario Labò[14], verrà donato dallo stesso Trucco al comune di Albisola, a condizione che venisse utilizzato come museo a disposizione degli artisti liguri.

Il museo, censito nel catalogo generale dei beni culturali[15], viene inaugurato il 21 maggio 1989 e ospita molte opere della produzione ceramica ligure dal XV secolo in poi[14], oltre a una raccolta di maioliche concessa in comodato d'uso dall'Ospedale San Martino di Genova, comprendente numerose opere ceramiche da farmacia realizzate da artisti savonesi del XVII e XVIII secolo[16]. Nel giardino del museo è esposta permanentemente l'opera Battaglia di Agenore Fabbri[13].

Dal 2009 nei locali del museo è ospitata anche la biblioteca civica[17].

Principali esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Liliana Ughetto, Manlio Trucco, 1884-1974: ceramiche, mobili, dipinti, disegni, Stampa2000, 2000.
  • Guido Marangoni, Le arti del fuoco: Ceramica. Vetri. Vetrate, in Enciclopedia delle moderne arti decorative italiane, III, Milano, Ceschina, 1927.
  • Valerio Terraroli, Ceramica Italiana d'autore: 1900-1950, Milano, Skira, 2007, ISBN 978-88-8491-496-5.
  • Germano Beringheli, Dizionario degli artisti liguri : pittori, scultori, ceramisti incisori del Novecento, Genova, De Ferrari, 2001, ISBN 88-7172-393-7.
  • Fulvio Maria Rosso, Per virtù del fuoco: uomini e ceramiche del Novecento italiano, Cassa di Risparmio di Torino, 1983, ISBN 88-7032-133-9.
  • Luciano Gallo Pecca e Margherita Gallo Pecca, L'avventura artistica di Albisola (1920-1990), Liguria, 1993, ISBN 8880551353.
  • Ferdinando Molteni, Dizionario degli artisti savonesi, De Ferrari, 2009, ISBN 9788864050584.
  • Cecilia Chilosi e Liliana Ughetto, La ceramica del Novecento in Liguria, Sagep, 1997, ISBN 88-7058-672-3.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Manlio TRUCCO, su archivioceramica.com. URL consultato il 22 aprile 2023.
  2. ^ La fenice risorta, su marinocassini.it. URL consultato il 22 aprile 2023.
  3. ^ a b c d e Chilosi e Ughetto, p. 50.
  4. ^ a b c d Beringhelli, p. 389.
  5. ^ a b Gallo Pecca, pp. 31-32.
  6. ^ Gallo Pecca, p. 306.
  7. ^ Molteni, p. 99.
  8. ^ a b Beringhelli, p. 390.
  9. ^ a b Lucia Masina, Vedere l'Italia nelle esposizioni universali del XX secolo: 1900-1958 - Atti della Summer School EXPOsizioni, Milano, EDUCatt, 2016, ISBN 978-88-93350-73-0.
  10. ^ a b c Trucco Manlio, su bbcc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  11. ^ Stefano Milioni, Artigianato in Italia, Milano, TCI, 2003, p. 83, ISBN 9788836528066.
  12. ^ Chilosi e Ughetto, p. 49, 50, 58.
  13. ^ a b Museo Manlio Trucco, su buongiornoceramica.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  14. ^ a b Museo della Ceramica Manlio Trucco, su cultura.gov.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  15. ^ Museo della Ceramica Manlio Trucco, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  16. ^ Ufficio musei e beni culturali - Regione Liguria (a cura di), Guida ai musei della Liguria, Genova, Electa, 1987, p. 74. - EAN 2560429045283
  17. ^ Albisola: nel Museo "Trucco" riapre la biblioteca, su savonanews.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  18. ^ a b c d e f TRUCCO MANLIO, su pittoriliguri.info. URL consultato il 24 aprile 2024.
  19. ^ Chilosi e Ughetto, p. 73.

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