Museo civico e diocesano di arte sacra di San Galgano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo civico e diocesano di arte sacra di San Galgano
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàChiusdino
IndirizzoVia Umberto I n. 19, Via Umberto I e Via Umberto I 19, 53012 Chiusdino
Coordinate43°09′19.04″N 11°05′16.21″E / 43.155289°N 11.087835°E43.155289; 11.087835
Caratteristiche
Tipoopere d'arte, bassorilievi, pitture su tavola e su tela, oreficeria sacra, reliquiari
Istituzione2015
Apertura2015
DirettoreAntonello Mennucci
Visitatori20 811 (2022)
Sito web

Il Museo civico e diocesano di arte sacra di San Galgano si trova nel comune di Chiusdino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È stato istituito nel 2015 tramite una convenzione tra l'amministrazione comunale di Chiusdino, proprietaria dell'immobile destinato alla sede museale ed ente gestore del museo, e l'arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino, in rappresentanza delle parrocchie del territorio da cui proviene gran parte delle opere d'arte esposte e con il contributo finanziario del Monte dei Paschi di Siena.[1]

Inaugurato il 20 dicembre 2015,[2] il Museo ha sede nel centro storico di Chiusdino, in via Umberto I, nel palazzo Taddei. La ristrutturazione dell'immobile per le finalità museali è stata realizzata dall'architetto Paolo Zermani, di Bologna;[3] la selezione delle opere e l'allestimento espositivo è stato curato in collaborazione con la Soprintendenza per l'Archeologia, le Belle Arti ed il Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto, Arezzo.

La titolazione a san Galgano, cavaliere ed eremita, nato a Chiusdino intorno alla metà del XII secolo, morto il 30 novembre del 1181 e canonizzato cinque anni dopo,[4] trova la sua ragione nel fatto che la maggior parte delle opere esposte fanno riferimento a lui.

La sede: il palazzo Taddei[modifica | modifica wikitesto]

Situata nel centro storico di Chiusdino e contigua al palazzo comunale, la sede del Museo fu, dalla fine del XVII secolo alla fine del XX, cioè fino all'acquisizione da parte del comune di Chiusdino, la residenza della famiglia Taddei, originaria di Tavarnelle Val di Pesa, ove, ancora alla metà del XIX secolo, godeva del giuspatronato della chiesa di Santa Lucia al Borghetto,[5] e di cui è documentata la presenza a Chiusdino fin dalla seconda metà del Seicento.

Le pitture sui soffitti di alcune sale del piano nobile del palazzo, allusive alle scienze ed alle arti, in particolare all'architettura ed all'ingegneria, ed all'unità d'Italia, ricordano soprattutto la presenza del più illustre membro della stirpe, Alceo Taddei: nato a Chiusdino, il 2 maggio 1832, da Galgano Taddei e da Anna Fanciulli, e morto a Firenze il 12 marzo 1919, Alceo partecipò alla Prima Guerra d'Indipendenza, nel 1848, combattendo con gli altri studenti universitari toscani alla battaglia di Curtatone e Montanara;[6] in seguito fu ingegnere ferroviario (si deve a lui, tra l'altro, l'elaborazione d'un progetto, peraltro mai portato a compimento, di una ferrovia che collegasse Siena con Massa Marittima e Follonica,[7] nel 1882).

Sulla facciata del palazzo una lapide ricorda le benemerenze di lui:

DI ANTICA FAMIGLIA CHIUSDINESE IN QUESTA CASA NACQUE IL 2 MAGGIO 1832 ALCEO TADDEI APPENA SEDICENNE NELLA SANTA ITALIANA IDEALITÀ

COMBATTÉ VALOROSAMENTE A CURTATONE IL 29 MAGGIO 1848 FRA GLI EROICI PIONIERI DEL GLORIOSO BATTAGLIONE UNIVERSITARIO TOSCANO VALENTE INGEGNERE DIE’ AL SUO PAESE IMPULSO A NUOVA VITA CON EDIFICI STRADE SCUOLE ALLA PATRIA RINNOVATA COSTRUÌ LE PRIME FERROVIE DETTE TUTTO IL VIGORE DELLA SUA OPEROSITÀ E L'ESEMPIO DI TUTTE LE VIRTÙ NELLA TARDA ETÀ CON ANIMO SEMPRE CALDO E VIRILE SEGUÌ IN FIDUCIOSA SPERANZA LE ALTERNE VICENDE DEL GRANDE CIMENTO LA SUA VITA SI CHIUSE NELLA FULGIDA VISIONE DELL’ITALIA VITTORIOSA NEL PRIMO CENTENARIO DELLA NASCITA IL COMUNE DI CHIUSDINO A PERENNE RICORDO 28 OTTOBRE 1932 – X.

Il museo[modifica | modifica wikitesto]

Il museo raccoglie numerose opere d'arte, bassorilievi, pitture su tavola e su tela, oreficeria sacra, reliquiari, ex voto, per lo più provenienti dalle chiese parrocchiali e dalle cappelle del territorio. Da segnalarsi in particolare:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.comune.chiusdino.siena.it/Atti.aspx?ID=2501
  2. ^ Copia archiviata, su arcidiocesi.siena.it. URL consultato il 29 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2016).
  3. ^ http://www.comune.chiusdino.siena.it/Atti.aspx?ID=2232
  4. ^ Eugenio Susi, «De vita et actibus Galgani et miraculis ab eodem ante obitum et post obitum divino nutu factis»: l’inquisitio in partibus su san Galgano da Chiusdino, in Accademia di San Galgano, Analecta Galganiana 2021, Nuova Immagine Editrice, Siena 2021, pp. 9-91.
  5. ^ E. Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, vol. V, G. Mazzoni, Firenze 1843, p. 504.
  6. ^ L. Felli, Cenni storici su Chiusdino e contorni, Tipografia Trafieri, Chiusdino 1899, pp. 38-39.
  7. ^ v. la voce ferrovia Massa Marittima-Follonica.
  8. ^ Elisabetta Cioni, Il Reliquiario di San Galgano. Contributo alla storia dell'oreficeria e dell'iconografia, S.P.E.S. Studio per Edizioni Scelte, Firenze 2005;
  9. ^ S. Colucci, La formella galganiana di Frosini e le origini di una tipologia seriale. Proposta di lettura fra iconografia e araldica, in A. Conti (a cura di), Speciosa imago. L'iconografia di San Galgano dal XIII al XVIII secolo, Siena 2014, pp. 79-80.
  10. ^ Ibid., pp. 79-80.
  11. ^ F. Mastrangelo, Una pala di Anton Domenico Gabbiani per l'abbazia di San Galgano, in Prospettiva, nn. 155/156 (luglio/ottobre 2014)
  12. ^ M. Ciampolini, Niccolò Franchini e la pala di San Galgano, in A. Conti (a cura di), Speciosa imago, cit., pp. 129-136.
  13. ^ G. Canestrelli, L'abbazia di San Galgano. Monografia storico-artistica con documenti inediti e numerose illustrazioni, F.lli Alinari, Firenze 1895, passim.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]