Mario Morosi

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Mario Morosi
Il capitano Mario Morosi in forza al 232º Reggimento fanteria
NascitaFirenze, 1906
MorteAltipiano Kurvelesh, 16 gennaio 1941
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto232º Reggimento fanteria
GradoCapitano in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Mario Morosi (Firenze, 1906Altipiano Kurvelesh, 16 gennaio 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Firenze nel 1906, figlio di Giuseppe e Ida Mariani.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito fu nominato sottotenente di complemento dell'arma di fanteria nel 1927, e rinunciando al grado entrò nella Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì nell'agosto 1929 conseguendo la promozione a sottotenente in servizio permanente effettivo.[2] Frequentata la Scuola di applicazione d'arma venne assegnato al 34º Reggimento fanteria "Livorno" dove nell'agosto 1930 fu promosso tenente.[2] Passato poi al 94º Reggimento fanteria "Messina" di stanza a Fossano, vi si distinse per le sue spiccate attitudini sportive, qualità messe maggiormente in rilievo allorquando venne trasferito come istruttore alla Scuola allievi ufficiali di complemento di Fano.[2] Promosso capitano nel giugno 1938, venne destinato al 232º Reggimento fanteria della 11ª Divisione fanteria "Brennero" a Bolzano dove gli venne affidato il comando della compagnia armi di accompagnamento reggimentale.[2] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte alle operazioni belliche sul fronte occidentale.[2] Partecipò successivamente alla operazioni sul fronte greco-albanese, dove cadde in combattimento sull'altipiano del Kurvelesch il 16 maggio 1941.[2] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 è stata posta, all'interno della corte della Caserma Paolini di Fano, una lapide in marmo dedicata a Morosi con incisa la motivazione di concessione della medaglia d'oro al valor militare[3].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante le operazioni al colle del Moncenisio sul fronte occidentale, volontariamente assumeva il comando di reparti seriamente impegnati da un fortino nemico e, sprezzante del pericolo, sotto violento fuoco di mitragliatrici, dirigeva l’attacco. Visto ritardare l’epilogo dell’azione, mentre le armi in linea neutralizzavano il fuoco, con arditissimo impulso, raggiungeva con un solo fante l’accesso al fortino e, puntando la pistola e minacciando lancio di bombe a mano, imponeva, approfittando della sorpresa provocata dal suo gesto temerario, la resa ai difensori. In altra azione sul fronte greco, quale comandante di compagnia armi da accompagnamento, accortosi che il nemico aveva raggiunto una nostra posizione, con pronta ed energica decisione, si portava alla testa di una compagnia fucilieri di rincalzo e coll’esempio del suo valore la trascinava a vittorioso contrassalto. Nell’espletamento di tale ardita iniziativa, che concorreva a volgere in fuga gli avversari superiori di numero ed a sventare gravi minacce, cadeva da prode. Ufficiale di elette virtù militari, sempre volontario nei rischi, nel sacrificio; suscitatore di energie e di ardimento. Colle del Moncenisio (Fronte occidentale), 22 -24 giugno 1940; Altipiano del Kurvelesch (Fronte greco), 16 gennaio 1941.[4]»
— Regio Decreto 2 febbraio 1943.[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si offriva di assumere il comando di reparti duramente impegnati da un fortino nemico. Vedendo ritardare l'epilogo dell'azione, mentre le armi in linea neutralizzavano il fuoco avversario, con arditissimo impulso raggiungeva con un sol fante l'accesso del fortino e puntando la pistola e minacciando unitamente al fante, lancio di bombe a mano, imponeva, approfittando della sorpresa provocata dal suo gesto temerario, la resa di dieci uomini che presidiavano l'opera. Colle del Moncenisio, 22-24 giugno 1940

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.540.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Gian Luca Patrignani e Franco Battistelli, Il tempo e la pietra. I marmi parlanti. Nuovo catalogo delle epigrafi ubicate nel territorio comunale di Fano (PDF), Fano, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, 2010, p. 369, SBN IT\ICCU\URB\0878819. URL consultato il 19 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2019).
  4. ^ Morosi Mario, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 19 luglio 2020.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 12 marzo 1943, registro n.11 guerra, foglio 37.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 540.

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