Le avventure dell'ultimo Abenceragio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le avventure dell'ultimo Abenceragio
Titolo originaleLes aventures du dernier Abencérage
AutoreFrançois-René de Chateaubriand
1ª ed. originale1826
Generenovella
Sottogenerestorico-religioso
Lingua originalefrancese
AmbientazioneGranada, Andalusia, Rinascimento
ProtagonistiAben-Hamet, l'Abencerage
Coprotagonistidoña Blanca

Le avventure dell'ultimo Abenceragio è una novella pubblicata solamente dopo venti anni dalla sua ultima stesura dello scrittore francese François-René de Chateaubriand.

Lo stesso autore, nelle note introduttive giustifica questa lunga attesa, addebitandola alla intricata situazione politica europea degli inizi del XIX secolo.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto è anche un pretesto - come scrisse lo stesso autore nella sua prefazione - a trattare delle motivazioni che spinsero i popoli Zegris, di origine berbera e gli Abernceragì, con le loro innumerevoli ostilità, a partecipare attivamente allo sviluppo storico della storia dell'Andalusia, dall'invasione del XIII secolo da parte delle forze musulmane fino alla riconquista avvenuta ill 2 gennaio 1492, con l'espulsione dell'ultimo dei governanti moreschi.[1]

I protagonisti sono i due rappresentanti delle casate più in vista in quegli anni, con il difetto di essere per lo più nemiche: la prima è la donna Bianca, discendente addirittura del condottiero spagnolo dell'XI secolo El Cid, già vincitore dei Mori e Abem-Hamet astro nascente dei signori di Granata.

La narrazione non si sofferma tanto sui riferimenti storici o sugli episodi guerreschi, quanto sulla intricata e sofferta passione amorosa, dolorosa e tormentata, dei due protagonisti, impossibilitati a un'unione a causa delle insormontabili clausole religiose.

Il romanzo è avvincente perché proprio quando una delle due parti sembra cedere alla propria fede, ecco emergere elementi di disturbo esterni, quali la tradizione, la famiglia e la Patria.

Il loro amore è destinato fallire, e della protagonista si perderanno lentamente le tracce, mentre del suo amoroso rimarrà una tomba indicata dai turisti come quella dell'ultimo valoroso degli Aberceragi.[1]

La trama e la narrazione sono pervasi da elementi come il coraggio, la generosità, l'amore sublimizzato e l'ardore religioso che rendono il testo difficilmente trascurabile anche dal lettore più disattento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Jole Pascerelli, Introduzione a L'ultimo abencerage, Roma, Paoline, 1966, pp. 5-10.

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Atala, Renato, L'ultimo degli Abencerragi, nuove versioni a cura di Giuseppe Bergamino, a cura di Erminio Robecchi-Brivio, Collana "Resurgo" n.4, Torino, Casa Editrice A.B.C., 1932.
  • Atala, Renato, Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi, a cura di Carlo Bernardi, Collana I Grandi Scrittori Stranieri n.55, Torino, UTET, 1935.
  • Atala - Renato - Le avventure dell'ultimo Abenceragio, Collana BUR n.169-170, Milano, Rizzoli, 1950.
  • L'ultimo Abencerage, introduzione, trad. e note di Jole Pascarelli, Collana I Maestri n.26, Edizioni Paoline, 1957.
  • Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi, a cura e con la trad. di Pietro Toffano, Collezione Letteratura universale, Venezia, Marsilio, 1993, ISBN 978-88-31-75793-5.
  • Filippo Maria Battaglia (a cura di), Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi, Collana I Picci One, Milano, Mursia, 2009, ISBN 978-88-42-54418-0.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN208757753 · LCCN (ENno2017071495 · BNE (ESXX5393006 (data) · BNF (FRcb12232251b (data) · J9U (ENHE987007409381905171
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Letteratura