Koolhoven F.K.30

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Koolhoven F.K.30 Toerist
Descrizione
Tipoaereo da turismo
Equipaggio2
ProgettistaFrederick Koolhoven
CostruttoreBandiera dei Paesi Bassi Koolhoven
Data primo volo1927
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza7,50 m
Apertura alare10,50 m
Peso a vuoto490 kg
Peso max al decollo630 kg
Propulsione
Motoreun Siemens-Schuckertwerke
Potenza50 hp (37 kW)
Prestazioni
Velocità max150 km/h
Velocità di crociera106 km/h
Autonomia5 h

dati tratti da Jane's encyclopedia of aviation [1]

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Il Koolhoven F.K.30 Toerist fu un da turismo monomotore e monoplano sviluppato dall'azienda aeronautica olandese Koolhoven[2] negli anni venti del XX secolo, rimasto allo stadio di prototipo.[2]

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua costituzione, la produzione aeronautica della Nationale Vliegtuig Industrie di Den Haag non riscosse il successo sperato, nonostante fossero stati messi in produzione i modelli F.K.31, F.K.32, F.K.33 e F.K.34. Dopo il fallimento del programma relativo al caccia biposto F.K.35, la società entrò in una crisi irreversibile e fallì poco tempo dopo.

Frederick Koolhoven aveva sviluppato un nuovo velivolo da turismo ultraleggero,[3] designato F.K.30, il cui prototipo fu costruito quando la società riprese vita con la nuova denominazione di NV Koolhoven Vliegtuigen.[3] Proposto per la vendita agli aeroclub, il nuovo aereo andò in volo nel corso del 1927, nelle mani del proprietario Frederick Koolhoven, ma non suscitò l'interesse sperato.[3] Venduto al presidente della International League of Aviators,[4] Clifford B. Harmon,[4] l'interessato non lo ritirò mai e il prototipo fu quindi demolito.[3]

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Aereo da turismo, monoplano, monomotore, biposto. La fusoliera trasportava il pilota e il passeggero in un cabina aperta, a posti in tandem, simile a una vasca da bagno.[4]

La configurazione alare prevedeva un'ala posta in posizione alta a parasole,[5] posizionata dietro agli abitacoli, e collegata alla fusoliera da una serie di montanti[4] che andavano a costituire anche un castello dove, in un apposito incavo dell'ala, veniva posizionato il propulsore che muoveva un'elica disposta in configurazione spingente.[4] L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali[5] controventati, posizionati al di sopra della parte terminale della fusoliera.[4] L'ala, compreso il motore, era stata progettata in modo da poter essere ruotata di 90° a terra, consentendo così di trasportare e immagazzinare più facilmente il velivolo.[4]

Il carrello d'atterraggio era un triciclo classico a V,[4] fisso, con le gambe principali attaccate con due coppie di montanti, una alla parte superiore e una alla parte inferiore della fusoliera, ed integrato posteriormente da un pattino d'atterraggio.[4]

La propulsione era affidata ad un motore Siemens-Schuckertwerke erogante la potenza di 50 hp (37 kW) 50 hp (37 kW) che azionava un'elica bipala in configurazione spingente.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ryan K. Noppen, Blue Skies, Orange Wings. The Global Reach of Dutch Aviation in War and Peace, 1914-1945, Grand Rapids, Michigan, W.M. B. Eermands Publishang Co., 2016, ISBN 0-80284-870-2.
  • (EN) Michael J.H. Taylor, Jane's encyclopedia of aviation, London, Jane's Pubblications, 1989.
  • (NL) Theo Wesselink e Thijs Postma, De Nederlandse vliegtuigen, Haarlem, Romem, 1982, ISBN 9-02283-792-0.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) A New Koolhoven Light Plane, in Flight. The Aicraft Engineer and Airship, n. 945, Kingsway, 3 february 1927, p. 56.
  • (EN) The Paris Aero Show 1926 part 2, in Flight. The Aicraft Engineer and Airship, n. 993, Kingsway, 12 january 1928, p. 19.

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