Jell-O

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Jell-O
Categoriadolci
MarcaKraft Foods
Anno di creazione1881
NazioneBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
jello.com

Jell-O è un marchio della Kraft Foods specializzato nella produzione di gelatine, pudding e torte alla crema da non cuocere.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

La gelatina Jell-O fu inventata nel 1881 dal falegname e produttore di sciroppi per la tosse Pearle Bixby Wait di Le Roy (New York), negli Stati Uniti. Nello stesso periodo, May, la moglie di Wait, inventò la gelatina e gli zuccheri Jell-O ai gusti di fragola, lampone, arancia e limone.[1] Nel 1899, il marchio Jell-O fu venduto a Francis Woodward (1856–1906), che aveva intanto goduto di un certo successo grazie alla sua bevanda salutare Grain-O prodotta dalla sua azienda Genesee Pure Food.[2][3]

Il successo[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicità in cui la Jell-O viene definita "il dolce più famoso d'America" (anni 1910)

Inizialmente, Woodward faticò a vendere la sua gelatina in polvere e, a partire dal 1902, iniziò a promuovere il prodotto sulla rivista Ladies' Home Journal, in cui la sua invenzione veniva definita il "dessert più famoso d'America".[4] Jell-O ebbe poco successo fino al 1904, anno in cui la Genesee iniziò a distribuire gratuitamente libri di cucina Jell-O (una tattica commerciale pionieristica nel suo ambito).[5] Nel giro di un decennio, furono aggiunti tre nuovi sapori, ovvero cioccolato (che fu messo fuori produzione a partire dal 1927), ciliegia e pesca, e il marchio si diffuse anche in Canada.[4] Jell-O ebbe risonanza mediatica anche grazie a ricette scritte da celebrità fra cui l'attrice Ethel Barrymore e la cantante lirica Ernestine Schumann-Heink. Alcune pubblicità delle Jell-O furono illustrate da Maxfield Parrish. Il successo delle gelatine Jell-O viene anche attribuito a vari fattori concomitanti, fra cui l'invenzione della refrigerazione, la diffusione delle gelatine in polvere, la nascita di macchine confezionatrici, la proliferazione di classi di economia domestica e l'utilizzo di efficaci campagne di marketing da parte dell'azienda, che riuscì a ottenere grande visibilità.[6]

Nel 1923, la Genesee Pure Food cambiò nome in Jell-O Company e lanciò D-Zerta, una versione della Jell-O addolcita con aromi artificiali. Due anni dopo, la Genesee si fuse con la Postum mentre, nel 1927, quest'ultima fu acquisita dalla Clarence Birdseye e formò la General Foods Corporation.

Durante i primi anni trenta, la Jell-O inaugurò una gelatina al gusto di lime da usare per le jello salad (gelatine dolci contenenti pezzi di frutta e verdura) o altri ingredienti salati). Nello stesso periodo, la Jell-O pubblicò delle ricette per preparare delle cosiddette "insalate" di gelatina contenenti pasta cotta e verdure.[4] Negli anni cinquanta, le insalate Jell-O divennero così popolari che la multinazionale inaugurò altre gelatine a base di gusti salati da accompagnare ad altri alimenti non dolci. Tuttavia, oggi questi gusti non vengono più prodotti.[4]

Pubblicità della Jell-O apparsa nel Ladies' Home Journal (1948)

A partire dal 1934, la Jell-O fu sponsorizzata dal comico Jack Benny.[7] Nello stesso periodo, l'azienda dolciaria iniziò ad adottare un celebre jingle scritto da Don Bestor che verrà usato per decenni senza variazioni.[8] Nel 1936, l'azienda inaugurò un pudding al cioccolato che ebbe enorme successo. In seguito verranno inventati altri pudding a base di altri sapori fra cui vaniglia, tapioca, cocco, pistacchio, butterscotch, crema, flan e riso.

Le vendite delle gelatine Jell-O aumentarono sensibilmente durante l'epoca del cosiddetto baby boom (1945 - 1963) principalmente grazie ai loro costi esigui così come al loro metodo di preparazione elementare, che consisteva nel miscelare la polvere Jell-O a dell'acqua bollente per poi versare il composto in appositi stampi.[6]

Secondo alcune fonti, il musicista Tom Lehrer avrebbe inventato, durante gli anni cinquanta, i cosiddetti "Jell-O shot": delle Jell-O mescolate con vodka che vantano tutt'oggi un notevole successo nel Nord America.[9]

Fra gli anni cinquanta e sessanta, furono lanciate delle gelatine a base di nuovi gusti che furono, in alcuni casi, presto rimosse dal mercato fra cui le Jell-O alla mora, al lampone, alla ciliegia, all'arancia-banana e all'ananas-pompelmo. Nel 1966 fu inaugurata la linea di preparati per cheesecake Jell-O "No-Bake" mentre, tre anni più tardi, venne distribuita per la prima volta la "Jell-O 1∗2∗3", una miscela in polvere che serviva a preparare dolci a tre strati. Negli anni seguenti verranno lanciati altri prodotti per preparare mousse o altri tipi di pietanze dolci.

Declino delle vendite e inversione di tendenza[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni Jell-O shot

Fra gli anni 1960 e 1980, si assistette a un calo delle vendite dei prodotti Jell-O. Secondo alcuni venditori dell'epoca, tale fenomeno fu principalmente dovuto alla riduzione del numero dei membri all'interno di una famiglia, all'instaurarsi di un generale modello di vita "frenetico" negli USA e all'aumento dell'occupazione femminile. Un'analisi di mercato del 1986 dimostrò che le madri, ovvero il principale target aziendale della Jell-O, acquistavano raramente le gelatine dell'industria statunitense.[6] Per ovviare al problema, il team di marketing dell'azienda dolciaria, che comprendeva il futuro poeta Dana Gioia, inventò i finger food Jigglers. Il prodotto ebbe grande successo anche grazie a una massiccia campagna di marketing che ebbe come portavoce il cantante Bill Cosby.[6][10]

Durante gli anni novanta, la General Foods si fuse con la Kraft Foods tramite la capogruppo Philip Morris (ora Altria Group). Nel mentre furono introdotti nuovi sapori: anguria, mirtillo, margarita e piña colada, tra gli altri. Nel 2001, il Senato dello Utah definì la Jell-O lo "snack preferito" dello Utah e reputò la gelatina un ingrediente che fa parte integrante della cucina mormone dello Stato.[11] L'intera regione che contiene lo Stato, il cosiddetto corridoio mormone, viene talvolta soprannominata "cintura Jell-O" (in inglese Jell-O belt).[12]

A partire dal 2011, vengono immesse nel mercato oltre 420 milioni di scatole di gelatina Jell-O e vendute oltre 1 miliardo di confezioni Jell-O ogni anno.[13] A partire dal 2016, vengono venduti oltre 110 prodotti diversi presentanti il marchio Jell-O.

In cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il premade Jell-O snack pack Il Jell-O viene menzionato nella popolare canzone del 1936 "A Fine Romance" di Dorothy Fields (con musica di Jerome Kern), dove viene ironicamente considerato come un'alternativa banale all'eccitazione dell'amore romantico.[14] Nel 1980, il compositore americano William Bolcom scrisse una popolare canzone umoristica su Jell-O, "Lime Jello Marshmallow Cottage Cheese Surprise", che satirizzava il suo uso in piatti dolci e salati combinati come il Jello salad.[15][16]

Nel 1992, Ivette Bassa vinse il secondo Ig Nobel Prize in chimica per aver inventato il Jell-O blu.[17][18]

Il gruppo rock Green Jellÿ originariamente si chiamava Green Jellö, ma dovette cambiare nome a causa di una causa intentata da Kraft Foods che sosteneva che la band stesse violando il marchio registrato di Jell-O.[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The JELL-O Gallery, su jellogallery.org. URL consultato il 13 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2014).
  2. ^ (EN) Jell-O by Carolyn Wyman, su archive.org. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  3. ^ (EN) History, su jellogallery.org. URL consultato il 13 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2018).
  4. ^ a b c d (EN) The New JELL-O Book of Surprises (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  5. ^ (EN) History of Jell-O, su jellomuseum.com. URL consultato il 13 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 febbraio 2008).
  6. ^ a b c d (EN) Mormonism’s Jell-O Mold, su slate.com. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  7. ^ (EN) A timeline set in Jell-O [collegamento interrotto], su deseret.com. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  8. ^ (EN) Jello Again, su archive.org. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  9. ^ (EN) How This Famous Soldier Invented Jell-O Shots, su gijobs.com. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  10. ^ (EN) Bill Cosby & Jell-O: Together Again, su huffingtonpost.com. URL consultato il 13 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2010).
  11. ^ (EN) Utah loves Jell-O - official, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  12. ^ Michael Alison Chandler, Big-Screen Religion, in The Washington Post, 26 gennaio 2006. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato il 22 ottobre 2016).
    «[...] the Jell-O Belt (the self-referential term for Utah and Idaho, home to large Mormon families that consider the colorful gelatin a staple food for dinner and church socials)[.]»
  13. ^ (EN) Wiggle Room, su archive.org. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  14. ^ (EN) Philip Furia e Laurie Patterson, The Songs of Hollywood, Oxford University Press, 2010, p. 98, ISBN 9780199792665. URL consultato il 16 febbraio 2018.
    «A Fine Romance song jello.»
  15. ^ (EN) William Bolcom e Joan Morris, Lime jello marshmallow cottage cheese surprise, su trove.nla.gov.au, Melville, N.Y. : E.B. Marks Music Corp, 1980. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2018).
  16. ^ Clare Forstie, From Rosy to Regrettable: Mixed Nostalgia and the Meanings of Jell-O Salad, su Digest: A Journal of Foodways and Culture, American Folklore Society, 2012. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2018).
  17. ^ Eric Richard, Second Ig Nobel Ceremony Held, in The Tech, 6 ottobre 1992. URL consultato il 14 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2011).
  18. ^ Jonathan N. Axelrod, Ig Nobel Tickets Go on Sale:Awards Ceremony Set to Honor Unusual Achievements, in Harvard Crimson, 25 settembre 1995.
  19. ^ Geoff Herbert, 'World's worst band' Green Jellÿ to perform St. Patrick's Day concert in Syracuse, in Syracuse.com, 14 febbraio 2020. URL consultato il 19 gennaio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]