Jamshied Sharifi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Jamshied Sharifi
NazionalitàBandiera dell'Iran Iran
GenereMusica classica
Rock sinfonico
Periodo di attività musicale1996 – in attività
Strumentopianoforte, tastiera, chitarra, percussioni, flauto
EtichettaCastle Communications, Alula, Varèse Sarabande, Ceres Records[1]
Album pubblicati4
Studio2
Colonne sonore2
Sito ufficiale

Jamshied Sharifi (17 ottobre 1960) è un musicista, compositore e produttore discografico iraniano, noto per la sua collaborazione con i Dream Theater come arrangiatore di alcuni brani dell'album Octavarium e When Dream and Day Unite[2]. Inoltre è stato direttore dell'Octavarium Orchestra durante il 20º anniversario di carriera dei Dream Theater.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esordi[modifica | modifica wikitesto]

Musicista completo (compositore, esecutore e produttore), ha studiato al MIT e al prestigioso Berklee College of Music e contemporaneamente Sharifi cominciò a comporre la colonna sonora dei film Harriet, la spia e Clockstoppers.

Il primo brano registrato da Sharifi, A Prayer for the Soul of Layla, è stato ispirato da sua figlia, Layla Sakamoto Sharifi. Tre dei suoi brani – The Complicated Man, UFO Get-Go e Back Porch – sono apparsi nel film The Thomas Crown Affair.

La collaborazione con i Dream Theater[modifica | modifica wikitesto]

Per l'ottavo album in studio della band progressive metal Dream Theater, Octavarium, ha riarrangiato i brani per svariati strumenti d'orchestra, tra cui archi e corni. Il primo aprile 2006 ha condotto l'Octavarium Orchestra per il concerto celebrativo del ventesimo anniversario di carriera dei Dream Theater tenutosi al Radio City Music Hall in New York. Questo concerto fu successivamente registrato e pubblicato con il titolo di Score: 20th Anniversary World Tour.

Attualità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007 Sharifi pubblicò il suo ultimo album: One.[3] proponendo uno stile più folk e country.

Nel 2017 si è candidato ai Drama Desk Awards.

Nel 2018 è stato vincitore del premio Tony Award alla miglior orchestrazione.[4]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio
Colonne Sonore

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Etichetta discografica, su discogs.com. URL consultato il 4 aprile 2019.
  2. ^ (EN) Contributi agli album dei Dream Theater, su discogs.com. URL consultato il 4 aprile 2019.
  3. ^ (EN) Album: One, su discogs.com. URL consultato il 4 aprile 2019.
  4. ^ (EN) Vincitore Tony Award, su broadwayworld.com. URL consultato il 5 aprile 2019.
  5. ^ (EN) Discografia, su discogs.com. URL consultato il 5 aprile 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN49431202 · ISNI (EN0000 0001 1949 6251 · Europeana agent/base/60610 · LCCN (ENno99072706 · GND (DE135087457 · BNF (FRcb141369113 (data) · J9U (ENHE987007339772205171 · WorldCat Identities (ENlccn-no99072706