Guglielmo Peirce

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Guglielmo Peirce (Napoli, 20 aprile 1909Roma, 24 novembre 1958) è stato un pittore, giornalista e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Abbandonò la scuola nel 1924. Tre anni dopo con Carlo Bernari, Carlo Cocchia, D'Ambrosio e Paolo Ricci, fonda il movimento artistico "Circumvisionismo".

Fondò poi, insieme a Bernari e al critico Ricci, il movimento d'arte U.D.A.(Unione Distruttivisti Attivisti), che proponeva l'abolizione dell'arte in un mondo dove trionfava la tecnica e la scienza.

Nel 1928 aderì al Partito Comunista clandestino. Nel 1930, alla Biennale di Venezia, espose un quadro surrealista (Frammento d'operaio), distrutto in seguito, poi andò a Parigi dove conobbe Picasso, dipinse molto e scrisse. Nel 1932 tornò in Italia, collaborò al Resto del Carlino, Il lavoro fascista e alla rivista il Saggiatore.

Passò da Napoli a Roma, poi a Milano dove si legò in amicizia con Alfonso Gatto. Nel 1936 fu arrestato con lui per motivi politici e confinato a Ventotene. Tornò in libertà nel 1937.

Dopo l'8 settembre 1943 diresse la terza pagina de L'Unità e collaborò a L'Avanti!. Deluso dalla politica del PCI e dal comportamento dei suoi massimi esponenti, uscì dal partito e trovò ospitalità a Il Tempo di Renato Angiolillo, alla terza pagina alla quale collaborò dal 1949 fino alla morte. In quegli anni scrisse su il Borghese di Longanesi, La Nazione, Settimo giorno e Stampa sera, con articoli di costume e cronache teatrali.

Dichiarò di aver scritto interamente (nel 1948) Un popolo alla macchia, che sarebbe stato poi firmato solo da Luigi Longo. Nel 1951 scrisse Pietà per i nostri carnefici; nel 1953 Condannati a morte e nel 1955 Libertà provvisoria, nei quali descrive le vicende politiche dell'immediato dopoguerra e la travagliata decisione di uscire dal Partito Comunista. Nel 1965 fu pubblicato postumo Nostalgia di Napoli, nel quale sono raccolti i suoi ricordi d'infanzia e la sua vita, pubblicati su Il Tempo ed il Borghese nell'arco di nove anni.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietà per i nostri carnefici, Milano, Longanesi, 1951.
  • Condannati a morte, Roma, Ed. Atlante, 1953.
  • Libertà provvisoria Milano, Longanesi, 1955.
  • Nostalgia di Napoli, Milano, Edizioni del Borghese, 1962.
  • Nostalgia di Napoli, Antonio Pepe (a cura di), prefazione di Giuseppe Marotta, Roma, Volpe, 1984.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN6286154260441224480000 · SBN RAVV068987 · GND (DE1252272405 · WorldCat Identities (ENviaf-6286154260441224480000