Giovanni Romagnoli (militare)

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Giovanni Romagnoli
NascitaCampobasso, 29 luglio 1897
MorteBir Ziden, 1º settembre 1929
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaAeronautica
CorpoCorpo Aeronautico
SpecialitàRicognizione
GradoCapitano pilota
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneRiconquista della Cirenaica
Comandante di104ª Squadriglia mista di Sirte, Aeronautica della Tripolitania
Decorazioniqui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Giovanni Romagnoli (Campobasso, 29 luglio 1897Bir Ziden, 1º settembre 1929) è stato un militare italiano, capitano pilota della Regia Aeronautica decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Campobasso il 29 luglio 1897, figlio di Salvatore e Filomena Fortunata.[2] Mentre frequentava l'istituto per ragionieri dovette interrompere gli studi in quanto chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito durante la prima guerra mondiale.[3] Nel 1916 è assegnato al 94º Reggimento fanteria della Brigata Messina, conseguendo rapidamente il grado di sottotenente. Nel 1917, in forza al 202º Reggimento fanteria della Brigata Sesia, si distingue a Zenson di Piave, venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato in combattimento.[1] Ammesso a frequentare un corso per osservatori d'aeroplano, ottiene il brevetto e quindi, nel settembre 1918, parte per l'Albania in forza all'VIII Gruppo. Nel 1919 presta servizio presso il XVI Corpo d'armata[N 1] e poi presso il Comando superiore delle Forze Armate italiane nei Balcani.[4]

Attratto dal mondo dall'aviazione, nel 1923, con la costituzione della Regia Aeronautica, chiede ed ottiene il trasferimento alla nuova Arma.[1] Promosso capitano, nel 1926, dopo aver frequentato il primo corso superiore, viene trasferito in forza alla Regia Accademia Aeronautica di Caserta in qualità di istruttore, e successivamente alla Scuola di osservazione aerea.[N 2] Nel 1929 fu mandato in Libia, assegnato all'Aviazione della Tripolitania[2] come comandante della 104ª Squadriglia mista di nuova formazione, dislocata a Sirte,[5] e dotata di velivoli da ricognizione IMAM Ro.1.[6] In breve tempo cura perfettamente la preparazione[N 3] dei suoi uomini e del materiale in dotazione al reparto, ed inizia le operazioni contro la guerriglia.[5] Il 12 aprile di quell'anno, durante un'azione contro un forte gruppo di ribelli, il suo aereo viene colpito dalla fucileria avversaria che, danneggiando una pala dell'elica,[6], lo costrinse ad un atterraggio di fortuna a Bir Ziden, nel pieno deserto.[5] Circondato dalle forze avversarie, respinge le intimazioni di resa, e combatte fino all'esaurimento delle munizioni, incitando gli altri membri dell'equipaggio, il sergente maggiore Mario Vannini,[6] e il primo aviere motorista Mario Polisini,[6] alla difesa.[5] Catturato dopo aver inflitto pesanti perdite al nemico, tutto l'equipaggio venne trucidato[N 4] sul posto dai ribelli.[5]

A lui fu concessa la medaglia d'oro al valor militare alla memoria,[5] mentre a Vannini la medaglia d'argento.[6]

La medaglia d'oro fu appuntata personalmente sul petto della vedova da Benito Mussolini, alla presenza del generale Italo Balbo nel VII anniversario della costituzione della Regia Aeronautica celebrato presso la Caserma "Cavour" di Roma il 28 marzo 1930.[7]

In onore di Giovanni Romagnoli è stata intitolata una Caserma di Roma e il campo sportivo di Campobasso, nonché varie strade cittadine molisane.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
« Capitano pilota, comandante di una squadriglia di nuova formazione dislocata nella Sirtica, ne ottenne in breve tempo una magnifica preparazione materiale e morale, trascinandola poi con l’esempio e l’entusiasmo alle più ardite imprese durante un ciclo intenso di attività di guerra. Il giorno 12 aprile 1929, la fucileria avversaria colpiva il suo apparecchio e lo costringeva a discendere lontano da ogni sperabile soccorso (Bir Ziden). Rapidamente circondato da preponderanti forze, rispondeva alle intimazioni di resa, incitando i compagni di equipaggio all’estrema difesa ed egli, per primo, ne dava l’esempio, riuscendo in impari lotta ad infliggere al nemico sensibili perdite sino a che esaurite le munizioni veniva sopraffatto e catturato. Tempra romana di soldato e di comandante, sopportava con fierezza, al grido di “Viva l’Italia”, gli oltraggi della barbara ferocia dei ribelli sino al sacrificio della giovane vita. Bir Ziden (Deserto Libico), 12 maggio 1929
— Regio Decreto 22 febbraio 1930[9]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Intuita la critica situazione, per l'infiltrazione del nemico nelle nostre linee, si offriva al comando del suo battaglione per uscire in lungo, faticoso, ardito servizio di pattuglia, riportandone preziose informazioni. Subito dopo, benché affaticato, si lanciava all'assalto, alla testa del proprio plotone, affrontava decisamente una mitragliatrice avversaria che ostacolava la conquista di un importante obiettivo, e, lanciando egli stesso bombe a mano, la metteva fuori combattimento, affermandosi poi sulle nuove posizioni. Mirabile esempio di tenacia e di ardimento. Zenson di Piave, 12-13 novembre 1917
Croce al merito di guerra (2) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il 4 giugno 1919 viene decorato con una Croce al merito di guerra, e ne ottiene una seconda il 14 novembre dello stesso anno.
  2. ^ Assegnato al 20º Stormo Ricognizione fu insignito di un Encomio solenne per un'azione compiuta il 23 novembre 1925.
  3. ^ Già il 10 febbraio fu insignito di un Encomio solenne dal Comandante l'Aviazione della Tripolitania.
  4. ^ Sette mesi dopo anche suo fratello Federico, sergente pilota presso la 133ª Squadriglia, perì in un incidente sull'aeroporto di Centocelle, nelle vicinanze della Capitale.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 32.
  3. ^ Barbara Bertolini, Rita Frattolillo,Molisani milleuno profili e biografie, Edizioni Enne, Campobasso 1998.
  4. ^ Campagne, ferite, azioni di merito, decorazioni ed encomi del Capitano aviatore Giovanni Romagnoli, s.d., estratto dal Bollettino Ufficiale della R. Aeronautica, Poligrafica del Littorio, Campobasso.
  5. ^ a b c d e f Petrarulo 1961, p. 58.
  6. ^ a b c d e Lioy 1965, p. 140.
  7. ^ La medaglia d'oro alla memoria del capitano Romagnoli, Il Popolo di Roma, 29 marzo 1930.
  8. ^ Eduardo Di Iorio, Campobasso itinerari di storia e di arte, Arti grafiche La regione, Campobasso 1977.
  9. ^ Bollettino Ufficiale 1930, disp.12, pag.208.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 242.
  • Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea, Libia (1888-1932) Vol.1, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Michele Petrarulo, Piccola galleria di grandi aviatori taliani, Roma, Editrice Cielo, 1961.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Paolo Varriale, I caduti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 2014.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]