Giancarlo Palanti

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Giancarlo Palanti.

Giancarlo Palanti (Milano, 26 ottobre 1906San Paolo, 30 settembre 1977) è stato un architetto italiano naturalizzato brasiliano.

È stato tra le principali figure dell'architettura razionalista milanese tra le due guerre. Si è trasferito in Brasile nel 1946 e ha dato un contributo di rilievo alla costruzione dell'architettura moderna a San Paolo[1]. È diventato un riferimento soprattutto nel campo del design e della produzione di mobili moderni in serie, spesso con il ricorso a materiali autoctoni brasiliani e in collaborazione con Lina Bo Bardi nel cosiddetto Studio d'Arte Palma[2].

Biografia e opere[modifica | modifica wikitesto]

È figlio del pittore Giuseppe Palanti (Milano, 1881-1946), professore alla Accademia di Brera[3] e nipote dell'architetto Mario Palanti (fratello di Giuseppe). Si è laureato in architettura nel 1929 presso il Politecnico di Milano[4]. A Milano ha aperto nel 1931 uno studio di architettura con Franco Albini e Renato Camus. È stato redattore della rivista Domus e di Casabella. Ha curato insieme a Franco Albini e Anna Castelli Ferrieri il numero triplo di Casabella dedicato nel 1946 a Giuseppe Pagano[5].

Palanti è nel gruppo dei giovani razionalisti che prendono a riferimento le figure di Giuseppe Pagano e di Edoardo Persico, e che ruotano attorno alla rivista Casabella. In un clima di vivace discussione, partecipano a molti progetti dimostrativi sulla città di Milano, o elaborati per le Triennali di Milano, o per concorsi di progettazione[6].

Tra questi progetti di gruppo cui Palanti partecipa, ricordiamo: la Casa in Struttura di Acciaio per la V Triennale di Milano[7], nel 1933, con Pagano, Albini, Camus, Mazzoleni e Minoletti; il complesso di Case Popolari «Fabio Filzi» in Viale Argonne a Milano, nel 1934[8], con Albini e Camus; e il progetto detto «Milano Verde», con Pagano, Albini, Gardella, Minoletti, Predaval e Romano, nel 1938[9].

Nel 1935 collabora con Edoardo Persico e Marcello Nizzoli al progetto di concorso per il Salone d'Onore della VI Triennale a Milano, che comprende una scultura di Lucio Fontana[10]. Dopo la morte di Persico nel gennaio 1936, Nizzoli e Palanti diventano responsabili della realizzazione dell'allestimento, che diventerà una delle opere più significative del razionalismo italiano.

Durante la guerra, collabora con il gruppo degli architetti razionalisti costituito da Franco Albini, Ludovico Belgiojoso, Piero Bottoni, Ezio Cerutti, Ignazio Gardella, Gabriele Mucchi, Enrico Peressuti, Mario Pucci, Aldo Putelli e Ernesto Nathan Rogers, alla proposta di piano per Milano detta piano AR (Architetti Riuniti), pubblicata su un numero monografico di «Casabella»[11].

Nell'ottobre 1946 si trasferisce in Brasile con una fidanzata di origine italiana (Lilly Maggi)[12], stabilendosi a San Paolo e naturalizzandosi brasiliano nel 1953[12]. Si relaziona subito con un gruppo di architetti e artisti italiani rifugiati o emigrati in Brasile per ragioni diverse, legate alle leggi razziali, alle persecuzioni, alla guerra, o solo alla ricerca di lavoro. San Paolo cresceva in quegli anni in modo tumultuoso ed era una città dalla vita sociale e culturale vivacissima, tanto da diventare un vero polo di attrazione[6].

I primi progetti di Giancarlo Palanti in Brasile sono in parte per la famiglia della fidanzata, in parte collaborazione con altri architetti italiani. Con Daniele Calabi elabora il progetto di un orfanotrofio commissionato dalla «Liga das Senhoras Católicas» (1947-1949); con Lina Bo Bardi disegna allestimenti e mobili, in particolare attraverso lo Studio d'Arte Palma (1948-1951)[6].

Tra il 1952 e il 1954 lavora per l'impresa di costruzioni Alfredo Mathias[4] e progetta e costruisce edifici di notevole rilievo urbano, destinati a diventare simboli ed icone della San Paolo di quegli anni. Tra essi in particolare il grattacielo Conde de Prates, posto in un luogo strategico della città nella valle del fiume Anhangabaú; e ne ridefinisce l'architettura a partire da un progetto disegnato da altri[12].

Tra il 1955 e il 1956 fonda uno studio professionale con l'architetto brasiliano Henrique Ephim Mindlin, autore di importanti opere e di un libro che ha grande eco e diffusione internazionale, L'architettura moderna in Brasile[13]. Con Mindlin presenta nel 1957 un progetto al Concorso per la nuova capitale Brasilia, classificandosi al V posto, ed elabora e realizza nel 1959 il progetto per la Bank of London and South America a San Paolo.

Nel 1959 si sposa con Dirce Maria Torres, figlia del noto pittore e cantautore Heitor dos Prazeres, ed ha con lei sei figli, Marco, Ada Marina, Ricardo, Ricardo, Carlo e Piero[12].

La collaborazione professionale con Mindlin dura fino al 1966. Negli anni successivi lavora da solo, realizzando numerosi progetti a San Paolo[6], dove muore nel 1977.

Progetti in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Progetti in Brasile[modifica | modifica wikitesto]

  • 1947 - Edificio per uffici per A. Maggi Gotti, Via Florêncio de Abreu, San Paolo.
  • 1947-1951 - Orfanotrofio della «Liga das Senhoras Católicas», Avenida Nazareth, San Paolo, con Daniele Calabi.
  • 1949-1951 - Edificio per abitazione, via Barão de Tatuí, n. 351, San Paolo.
  • 1951 - Cinema Rivoli (Cine Jussara), via D. José de Barros, San Paolo, con Alfredo Mathias.
  • 1952-1954 - Biblioteca Pubblica "Martinico Prado", Araras, SP, per l'impresa di costruzioni Alfredo Mathias.
  • 1952 - Riforma dei progetti degli edifici "Conde de Prates", "Chipre" e "Gibraltar", l'impresa di costruzioni Alfredo Mathias.
  • 1952-4 - Cinema, Avenida Paulista incrocio con la Via Consolação, ex-Cinema Belas Artes, l'impresa di costruzioni Alfredo Mathias, con l'ing. Alfredo Mathias.
  • 1957 - Allestimento del negozio KLM, San Paolo.
  • 1957-1958 - Allestimenti dei negozi per la Olivetti in Brasile.
  • 1957 - Progetto per il Concorso per il piano pilota di Brasilia, con Henrique Mindlin, Walmir Lima Amaral, Marc Demetre Foundoukas, Gilson Mendes Lages, Anny Sirakoff, Olga Verjovsry e André Gonçalves.
  • 1959 – Sede della Bank of London, via XV de Novembro, San Paolo, con Henrique Mindlin, Walmir Lima Amaral, Marc Demetre Fondoukas, Pedro Augusto Vasquez Franco, Osmar Carvalho, Mário Ribeiro e Olga Verjovsky.
  • 1969 - Progetto di riforma per il Museo di Arte Moderna sotto la pensilina disegnata da Oscar Niemeyer nel Parco del Ibirapuera, San Paolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ RENATO ANELLI, Interlocuções com a arquitetura italiana na constituição da arquitetura moderna em São Paulo. Tesi di Libera Docenza. Escola de Engenharia de São Carlos, Universidade de São Paulo, 2001.
  2. ^ MARIA CECÍLIA LOSCHIAVO DOS SANTOS, Móvel Moderno no Brasil, Studio Nobel/ FAPESP, São Paolo, 1995.
  3. ^ Rossana Bossaglia, GIUSEPPE PALANTI. Giuseppe Palanti: un pittore a Milano fra Scapigliatura e Novecento/ saggio critico di Rossana Bossaglia; schede di Luisa Giordano, La rete, Milano, 1972.
  4. ^ a b ANGELA MARIA ROCHA, Uma produção do espaço em São Paulo: Giancarlo Palanti, Tesi di Master, Faculdade de Arquitetura e Urbanismo, Universidade de São Paulo, São Paulo, 1991.
  5. ^ FRANCO ALBINI, GIANCARLO PALANTI, ANNA CASTELLI (a cura di), Fascicolo Speciale dedicato all'architetto Giuseppe Pagano, «Costruzione-Casabella», 195-198, 1946 e FRANCO ALBINI, GIANCARLO PALANTI, ANNA CASTELLI (a cura di), Giuseppe Pagano Pogatschnig: architetture e scritti, Editoriale Domus, Milano, 1947.
  6. ^ a b c d ALINE COELHO SANCHES, A obra de Giancarlo Palanti em São Paulo, in «Arquitextos», [1], dicembre 2002, ISSN 1809-6298, riportato il 15 aprile 2009
  7. ^ La casa a struttura di acciaio degli architetti Pagano, Albini, Camus, Mazzoleni, Minoletti, Palanti, A. Lucini & C. Milano, 1933 - Estr. da: «Casabella», n. 69, settembre 1933.
  8. ^ Un quartiere di case popolari a Milano/ degli architetti Franco Albini, Renato Camus, Giancarlo Palanti, Editoriale Domus S. A., Milano, 1939 - Estr. da: «Casabella», n. 144, dic. 1939.
  9. ^ Milano verde: Piano regolatore della zona Sempione-Fiera a Milano, Progettisti: Franco Albini, Ignazio Gardella, Giulio Minoletti, Giuseppe Pagano, Giancarlo Palanti, Giangiacomo Predaval, Giovanni Romano, Tipografia A. Lucini & C., Milano, 1938 - Estr. da «Casabella-Costruzioni» n. 132, dicembre 1938-XVII.
  10. ^ RAFAELLO GIOLLI, VI Triennale di Milano, La Sala della Vittoria, in Casabella, Milano, n. 102-103, giugno/luglio 1936.
  11. ^ Il piano AR, «Costruzioni-Casabella», n. 194, marzo, 1946.
  12. ^ a b c d ALINE COELHO SANCHES, A obra e a trajetória de Giancarlo Palanti: Itália e Brasil, Tesi di master, Escola de Engenharia de São Carlos, Universidade de São Paulo, São Carlos, 2004.
  13. ^ HENRIQUE MINDLIN, L'architecture moderne au Brésil, con prefazione di Sigfried Giedion, Paris, Vincent & Fréal, 1956.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renato Anelli, Interlocuções com a arquitetura italiana na constituição da arquitetura moderna em São Paulo, tesi di Libera Docenza, Escola de Engenharia de São Carlos, Universidade de São Paulo, 2001.
  • Maria Cecília Loschiavo dos Santos, Móvel Moderno no Brasil, Studio Nobel/ FAPESP, São Paulo, 1995.
  • Dario Menichetti, Cristiano Franconi, Le architetture erranti: due lezioni di razionalismo a Livorno - Villa Tavani - Villa Dello Strologo, Livorno, In Nuovi studi livornesi (Belforte Libraio), 1997 - Vol. V.
  • Angela Maria Rocha, Uma produção do espaço em São Paulo: Giancarlo Palanti, tesi di Master, Faculdade de Arquitetura e Urbanismo, Universidade de São Paulo, São Paulo, 1991.
  • Aline Coelho Sanches, A obra de Giancarlo Palanti em São Paulo, in «Arquitextos», http://www.vitruvius.com.br/arquitextos/arq031/arq031_01.asp, dicembre 2002, ISSN 1809-6298, riportato il 15 aprile 2009.
  • Aline Coelho Sanches, A obra e a trajetória de Giancarlo Palanti: Itália e Brasil. Tesi di Master, Escola de Engenharia de São Carlos, Universidade de São Paulo, São Carlos, 2004.
  • Hugo Segawa, Arquiteturas no Brasil: 1900-1990, EDUSP, São Paulo, 1999.
  • Daniele Vitale, Centenari dimenticati. Palanti do Brasil, in «Il giornale dell'architettura», Umberto Allemandi & C., Torino-Londra-Venezia-New York, n. 46, dicembre 2006, p. 8.

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