George Mathews

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George Mathews

20º Governatore della Georgia
Durata mandato9 gennaio 1787 –
26 gennaio 1788
PredecessoreEdward Telfair
SuccessoreGeorge Handley

Durata mandato7 novembre 1793 –
15 gennaio 1796
PredecessoreEdward Telfair
SuccessoreJared Irwin

Membro della Camera dei rappresentanti per la Georgia (distretto n. 3)
Durata mandato4 marzo 1789 –
3 marzo 1791
Predecessorecarica istituita
SuccessoreFrancis Willis

Dati generali
Partito politicoAnti-Amministrazione (1789-1792)
Federalista (1792-1795)
ProfessioneMagistrato
Sceriffo
Militare
FirmaFirma di George Mathews
George Mathews
NascitaContea di Augusta, 30 agosto 1739
MorteAugusta, 30 agosto 1812
Cause della morteMalattia
Dati militari
Paese servito Tredici Colonie
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forza armataMilizia della Virginia (1774-1777)
Esercito continentale (1777-1783)
Esercito statunitense (1810-1812)
Anni di servizio1774-1783, 1810-1812
GradoBrigadier generale
ComandantiGeorge Washington
GuerreGuerra di Lord Dunmore
Guerra d'indipendenza americana
Guerra del 1812
BattaglieBattaglia di Point Pleasant
Battaglia di Brandywine
Battaglia di Germantown
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George Mathews (Contea di Augusta, 30 agosto 1739Augusta, 30 agosto 1812) è stato un politico, militare e agente segreto statunitense, 20º governatore della Georgia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e prime campagne[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1739 in Virginia,[1] terzo figlio di John Mathews e Ann Archer, due immigrati irlandesi dell'Ulster,[2] stabilitisi nelle Americhe due anni prima.[3] Venne presto coinvolto nella compravendita di terreni e divenne un magistrato e sceriffo locale,[2] non ricevendo mai tuttavia un'educazione formale e rimanendo quasi del tutto analfabeta.[3]

Con la tensione montante nelle Tredici Colonie Mathews si interessò ad una carriera nell'esercito, arruolandosi nella milizia della Virginia e partecipando nel 1774 alla guerra di Lord Dunmore, distinguendosi nella battaglia di Point Pleasant.[2][3] Nel 1777, divenuto colonnello del 9º Reggimento della Virginia, passò sotto il comando di George Washington; non ebbe tuttavia fortuna, e dopo la sconfitta di Brandywine il suo reggimento venne spazzato via alla battaglia di Germantown, e lui stesso gravemente ferito, catturato e tenuto prigioniero fino alla fine della guerra nel 1781.[2][3]

Arrivo in Georgia e primo mandato[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1782, di stanza in Georgia, decise di trasferirvisi in pianta stabile, e dopo una prima infruttuosa petizione al governo georgiano per permettere l'arrivo di un gran numero di virginiani, acquistò vaste proprietà nella contea di Wilkes e vi portò la sua numerosa famiglia.[3] Divenne quindi un ricco proprietario terriero e riprese la sua vecchia carriera nella magistratura, venendo infine promosso brigadier generale.[2][3]

Entrato in politica, tra il 1787 e il 1788 fu una prima volta governatore della Georgia.[1] Non si registrarono eventi particolari durante l'anno del suo mandato, e si occupò prevalentemente del disbrigo degli affari correnti (tra cui la ratifica della nuova costituzione degli Stati Uniti).[2] Tra il 1789 e il 1791 fu eletto per un mandato alla Camera dei Rappresentanti nel 1º Congresso degli Stati Uniti.[1][2]

Secondo mandato[modifica | modifica wikitesto]

Contro il generale Clarke[modifica | modifica wikitesto]

Venne rieletto governatore nel 1793,[1] e il suo secondo mandato si rivelò subito molto più difficile del precedente.

Nel 1794 il generale Elijah Clarke, messosi a capo di numerosi coloni desiderosi di nuove terre, aveva creato di propria iniziativa nuovi insediamenti oltre il fiume Oconee, dichiarando anche una repubblica indipendente.[2][4] Il 28 luglio 1794 Mathews, contrario alle sue azioni, emise per lui un mandato d'arresto ed inviò il generale John Twiggs a disperdere i seguaci di Clarke.[2][4]

Nonostante la repressione contro gli speculatori, la frontiera georgiana rimaneva una zona di colonizzazione molto ambita, e il fallimento di Clarke sarebbe stato solo il primo tentativo di molti.[2][4]

Scandalo dello Yazoo[modifica | modifica wikitesto]

Non passò molto tempo che lo stesso Mathews si impegnò in un'iniziativa simile: associandosi con numerosi altri speculatori, soprattutto l'influente senatore James Gunn, cominciò a vendere a migliaia di coloni appezzamenti di terreno nella regione ancora vergine dello Yazoo (attuali Alabama e Mississippi settentrionali), sfruttando fantasiosi reclami statali risalenti a molti anni prima.[2][4] Fin dal 1789 si era tentato di realizzare la compravendita delle terre dello Yazoo, ma fu solo con la spinta politica di Mathews e Gunn che la frode poté essere compiuta. Inizialmente il governatore era contrario, ma la prospettiva di un alto ritorno economico lo convinse ad avallare lo Yazoo Act del 1795.[2][3][4]

I promotori dell'affare corruppero l'intero governo georgiano per raggiungere il proprio obbiettivo, finché il senatore James Jackson (rivale di Gunn) denunciò l'intero sistema, facendo scoppiare lo scandalo dello Yazoo.[2][4] I georgiani reagirono con violente proteste, e firmando lo Yazoo Act Mathews perse tutta la popolarità di cui prima godeva.[2][3][4] Presto cominciarono a verificarsi aggressioni e imboscate mortali a chi era a favore della truffa, e lo stesso Mathews fu costretto per un certo tempo a nascondersi.[4]

La rabbia dei coloni era così grande che molti tentarono di convincere il popolare generale Twiggs ad attuare un vero e proprio colpo di stato per fermare la legge che permetteva la speculazione. Al suo rifiuto si rivolsero a Jackson, che si dimise dal Senato degli Stati Uniti e rientrò in Georgia, pronto a guidare l'opposizione al governatore.[4] Alle elezioni del 1795 Mathews preferì non presentarsi,[1][2] e venne eletto al suo posto Jared Irwin, che approvò subito la proposta di Jackson di abolire lo Yazoo Act.[4]

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera degli insorti floridiani guidati da Mathews.

Giudicando prudente abbandonare la Georgia, George Mathews si trasferì nel territorio del Mississippi e si risposò.[3] Tentò invano di tornare in politica nel 1797 ottenendo da John Adams il governatorato sul territorio del Mississippi, ma le reazioni negative dell'opinione pubblica costrinsero il presidente a ritirare la nomina. Mathews allora si precipitò infuriato a Washington D.C., minacciando un servo perché il presidente lo ricevesse. Queste le parole dell'ex-governatore a John Adams:

(EN)

«Sir, if you had known me, you would not have taken the nomination back. If you did not know me, you should not have nominated me to so important an office.»

(IT)

«Signore, se mi aveste conosciuto, non avreste ritirato la nomina. Se non mi aveste conosciuto, non avreste dovuto affidarmi un ufficio così importante.»

Nel 1810 il presidente James Madison lo inviò in segreto in Florida per organizzare una rete di spie che preparasse un'insurrezione pro-statunitense, come azione di disturbo contro i britannici.[2][3] Quando la rivolta scoppiò con l'inizio della guerra del 1812, Mathews cominciò ad organizzare un attacco contro l'importante piazzaforte di St. Augustine. Le difficoltà statunitensi sugli altri fronti di guerra tuttavia obbligarono Madison a richiamarlo a Washington prima che la rivolta avesse pienamente successo.[3] Mathews avrebbe voluto tentare di convincerlo della bontà del proseguimento della guerra in Florida; tuttavia, ormai anziano e debilitato, si ammalò durante il tragitto e morì ad Augusta il 30 agosto 1812, giorno del suo settantatreesimo compleanno.[1][2][3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) George Mathews (1739-1812), su it.findagrave.com.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (EN) Carol Ebel, George Mathews, su georgiaencyclopedia.org.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m (EN) Joel C. Harris, George Matthews and John Clarke, in Stories of Georgia, p. 136-142.
  4. ^ a b c d e f g h i j (EN) Joel C. Harris, The Yazoo Fraud, in Stories of Georgia, p. 120-135.

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