Frank Neubert

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Frank Neubert
NascitaBad Herrenalb, 28 settembre 1915
MorteGütersloh, 13 dicembre 2003
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania
Forza armataLuftwaffe
SpecialitàCaccia e bombardamento
Anni di servizio1935-1945
GradoOberstleutnant
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Polonia
Fronte orientale (1941-1945)
BattaglieBattaglia di Francia
Battaglia d'Inghilterra
Operazione Marita
Operazione Merkur
Operazione Barbarossa
Decorazionivedi qui
dati tratti da Valka[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Frank Neubert (Bad Herrenalb, 28 settembre 1915Gütersloh, 13 dicembre 2003) è stato un militare e aviatore tedesco che prestò servizio nella Luftwaffe durante e dopo la seconda guerra mondiale. Durante la sua carriera ha svolto 350 missioni di combattimento (di cui 230 a bordo del cacciabombardiere del Junkers Ju 87 Stuka) nei più svariati teatri operativi, distruggendo una petroliera, un cacciatorpediniere, e conseguendo anche la prima vittoria aerea della Luftwaffe nella seconda guerra mondiale.[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Bad Herrenalb, vicino a Karlsruhe, il 28 settembre 1915.[1] Arruolatosi nella Luftwaffe nel 1936, prestò servizio come pilota dell'aviazione d'assalto presso lo Stukageschwader 2 "Immelman", volando sui bombardieri in picchiata Junkers Ju 87 Stuka. All'inizio della seconda guerra mondiale partecipò alla campagna di Polonia.[3] La mattina del 1 settembre 1939, con il suo aereo, decollò dall'aeroporto di Nieder-Ellgu (Alta Sassonia), parte di un gruppo di aerei Ju-87, si diresse per bombardare l'aeroporto di Cracovia-Radowice.[4] Sulla via del ritorno, nella zona del villaggio di Balice, si imbatté in un ben mimetizzato campo d'aviazione secondario, dove si trovavano dei caccia PZL P.11c del Dyon III/2 della 121 Eskadra che stavano decollando.[5] Durante il successivo duello aereo, egli riuscì a sparare con successo una raffica di mitragliatrice contro l'aereo del capitano Mieczyslaw Medvetsky, il comandante dello squadrone, il cui PZL P.11 prese fuoco a mezz'aria e si schiantò al suolo insieme al pilota, causandone la morte.[5] Il secondo caccia polacco, pilotato da Władysław Gnyś evitò il combattimento aereo con bombardieri in picchiata, attaccando dopo qualche tempo alcuni bombardieri Dornier Do 17 ed abbattendone due.[5] Neubert divenne il primo aviatore tedesco a conseguire una vittoria aerea nella seconda guerra mondiale,[N 1] così come Gnys per l'aviazione polacca.[6]

Nel corso del 1940 partecipò alla campagna contro la Francia e dal 10 maggio al mese di luglio fu Staffelführer del 1./StG.2.[7] Dal luglio 1940 al settembre 1940 servì come Staffelkapitän di 2./St.G. 2 partecipando alle operazioni contro. l'Inghilterra.[7] Nell'aprile-maggio 1941, durante la campagna nei Balcani si distinse nell'attacco al passo di Rupel in Jugoslavia, e nell'attacco alle navi britanniche presenti nel porto del Pireo e nel golfo di Corinto.[7] I piloti della sua squadriglia affondarono un cacciatorpediniere e diverse navi mercantili nemiche al largo delle coste greche e nell'area di Creta.[7] Per i servizi militari compiuti fu decorato con la Croce di Ferro di prima classe per l'affondamento di una petroliera da 4 000 tonnellate.[7] Il 18 marzo 1942 fu nominato Kommandeur della I./Sturzkampffliegerschule 1 a Wertheim, ricoprendo tale incarico sino al 14 ottobre 1942.[7] Il 24 giugno 1942 ricevette la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro per le operazioni riuscite sul .[7] Il 15 ottobre 1942 fu mandato a combattere sul fronte orientale come Gruppenkommandeur del II./Sch.G. 1, volando sugli Henschel Hs 129.[1] Il 30 gennaio 1943, nell'area di Voroshilovgrad, il suo Hs 129B-2 (W.Nr. 0306) fu colpito ed abbattuto dall'artiglieria antiaerea sovietica vicino a Skurbiy, ed egli rimase ferito, ma riuscì a raggiungere il territorio occupato delle truppe tedesche.[7] Il 10 settembre 1943, già promosso maggiore il 1 dicembre dello stesso anno, fu nominato comandante del II./SG101.[7] Rimase al comando del II/SG101 fino al 27 dicembre 1944,[1] Dal 9 gennaio al 4 febbraio 1945 fu a comandante del II./SG102.[1] Alla fine della guerra era considerato uno dei piloti d'attacco più abili della Luftwaffe avendo effettuato un totale di 350 missioni belliche, di cui 230 sugli Ju 87, il resto sugli Hs 129 e sugli Fw 190.[1] Rientrato in servizio nella Luftwaffe della Repubblica Federale Tedesca nel 1958, andò in pensione definitivamente nel 1972 con il grado di tenente colonnello.[7] Nel 1989, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'invasione della Polonia, si incontrò con il pilota polacco Władysław Gnyś nella casa di quest'ultimo a Beamsville, in Canada.[8] Si spense a Gütersloh il 13 dicembre 2003, lasciando un figlio e una figlia.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Cavaliere della Croce di Ferro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro dell'Ordine militare della Croce Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di I classe - nastrino per uniforme ordinaria
Coppa d'onore della Luftwaffe - nastrino per uniforme ordinaria
— 13 ottobre 1942.[10]
Medaglia della Sudetenland con placca - nastrino per uniforme ordinaria
Dienstauszeichnung der Wehrmacht 4.Klasse, 4 Jahre - nastrino per uniforme ordinaria
Distintivo da pilota - nastrino per uniforme ordinaria
Frontflugspange in oro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sia Neubert che il suo mitragliere Franz Klinger sopravvissero al conflitto.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Valka.
  2. ^ a b c d e f Traces of War.
  3. ^ Mattioli 2017, p. 17.
  4. ^ Mattioli 2017, p. 16.
  5. ^ a b c Mattioli 2017, p. 18.
  6. ^ Mattioli 2017, p. 19.
  7. ^ a b c d e f g h i j Alifrafikkhan.
  8. ^ Mattioli 2017, p. 20.
  9. ^ Fellgiebel 2000, p. 322.
  10. ^ a b Patzwall, Scherzer 2001, p. 328.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteil, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 978-3-7909-0284-6.
  • (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 – 1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 978-3-931533-45-8.
  • (DE) Klaus D. Patzwall, Der Ehrenpokal für besondere Leistung im Luftkrieg, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2008, ISBN 978-3-931533-08-3.
  • (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Miltaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
  • (EN) Peter C. Smith, Stukas over the Steppe. The Blitzkrieg, London, Greenhill Books, 1999.
  • (EN) John Weal, Junkers Ju 87 Stukageschwader of the Russian Front, Botley, Osprey Publishing, 2008, ISBN 978-1-84603-308-7.
Periodici
  • Marco Mattioli, Polonia 1939: il primo duello aereo della seconda guerra mondiale, in Aerei nella Storia, n. 117, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre 2017-gennaio 2018 2017, pp. 15-21.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]